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ESTENDERE L'IMMUNITÀ NATURALE CON I VACCINI

Il nostro sistema immunitario è molto efficace ed è anche molto efficiente. Ma non è perfetto. Se lo fosse, non prenderemmo mai alcuna malattia infettiva.
Ma come funziona - a grandi linee e in maniera molto semplificata - il sistema che ci difende dai microbi, ovvero da quegli esseri microscopici come batteri, virus e parassiti?

Un varco nella Fortezza di Leiria (Portogallo)
Innanzitutto possediamo una prima linea di difesa, costituita dalla pelle e dalle mucose, "che rivestono le insenature e i fiordi ramificati che si addentrano nel tubo digerente, nel sistema respiratorio e nell'apparato riproduttivo". Una parte del nostro arsenale di difesa è quindi rappresentato da barriere fisiche, che metaforicamente sono le mura della nostra fortezza. Non è impossibile per gli invasori superare le mura, ed è molto facile se trovano un varco, ad esempio una ferita.
Al di là delle mura gli agenti patogeni vengono bombardati dal sistema del complemento, il cui esercito è composto da una serie di proteine che distruggono gli invasori in maniera selettiva, cioè risparmiando le cellule umane.

Gli aggressori che sopravvivono devono vedersela con i macrofagi, un esercito di cellule che fanno la guardia "nel primo entroterra del corpo umano" e sono dotate di recettori, cioé di speciali antenne tramite cui riescono a sentire i segnali degli ospiti non graditi. Quando il macrofago si trova faccia a faccia con il batterio, lo avvolge in una specie di cellophan e lo incorpora. Se il batterio è troppo grande per essere fagocitato, il macrofago lo avvelena. Se i batteri sono troppo numerosi rispetto ai macrofagi, accorrono sul campo di battaglia degli speciali "killer a chiamata", ovvero neutrofili e natural killer.

Walter Caputo legge "I vaccini dell'era globale"
davanti all'"Oceanario de Lisboa" (Portogallo)
Talvolta può accadere che l'invasore, dopo aver combattuto con il nostro sistema di difesa per millenni, abbia elaborato strategie più sottili: ad esempio è riuscito a non farsi riconoscere ed ha quindi eluso tutti i controlli. A questo punto intervengono i linfociti B, che si trovano nelle cavità delle ossa lunghe. Essi fabbricano speciali proteine, chiamate anticorpi, che possono riconoscere un determinato antigene, che è la proteina distintiva dell'invasore.
In caso di aggressione, i linfociti B prima proliferano e poi producono una quantità straordinaria di anticorpi. Gli anticorpi aderiscono all'antigene del patogeno, facendo in modo che esso sia molto visibile agli occhi dei macrofagi, i quali - uccidendo i germi patogeni - completano il lavoro degli anticorpi.

Nonostante tutto, i virus possono riuscire a penetrare all'interno delle cellule. In questo caso, mentre i virus usano la tecnologia della cellula in cui si trovano per produrre un gigantesco numero di copie di se stessi, le cellule usano le copie riuscite male come bandiera esterna per segnalare che sono sotto assedio. I linfociti T "decodificano la bandiera" e fabbricano i T cell receptor (TCR), che funzionano in maniera simile agli anticorpi e sono specifici per determinati antigeni. I linfociti B e T e le cellule sotto assedio si trovano nei linfonodi. I linfonodi ingrossati segnalano quindi che è in corso una guerra senza esclusione di colpi e che il nostro sistema di difesa sta terminando le sue risorse.


Trovate quanto sopra scritto (anzi, trovate molto di più, il tutto descritto in maniera straordinariamente chiara) in "Come funzionano le nostre difese", appendice all'ottimo libro "I vaccini dell'era globale - Come si progettano, da che cosa ci difendono, perchè sono sicuri", scritto da Rino Rappuoli e Lisa Vozza, non a caso vincitori del Premio Galileo per la divulgazione scientifica 2010. Questo libro è stato pubblicato dall'editore Zanichelli, nella collana "Chiavi di lettura".


A questo punto - direte voi - se abbiamo un sistema immunitario così potente, a cosa serve vaccinarsi? Innanzitutto una parte del sistema di difesa, quello più antico (il cosiddetto sistema innato) è molto conosciuto da batteri, virus e parassiti, che spesso riescono ad eluderlo.
Come se non bastasse, il sistema innato riconosce i germi per categorie e non per nome e cognome. Inoltre i germi sono in grado di riprodursi molto rapidamente e possono attaccare contemporaneamente diverse parti del nostro corpo. Infine, e questo è il problema più rilevante, il nostro sistema immunitario, quando si trova per la prima volta davanti ad un nuovo virus, può impiegare una o due settimane per sconfiggerlo e talvolta non ci riesce. In questo caso gli sconfitti siamo noi.

I vaccini sfruttano la straordinaria memoria del nostro sistema immunitario: quando ci viene iniettata "una porzione ridotta e innocua di un germe" alcuni linfociti B e T, dopo la battaglia restano in vita e rappresentano "quella memoria immunologica che è utilissima in caso di una successiva, vera infezione da parte dello stesso invasore". Ciò significa che quando l'invasore attaccherà, la nostra difesa sarà talmente rapida che neanche ci accorgeremo della battaglia in atto nel nostro organismo.

Mi rendo conto che i vaccini rappresentano un tema tanto importante, quanto delicato. Vi invito quindi a "formarvi" su fonti autorevoli come "I vaccini dell'era globale". Quando avrete terminato la lettura sentirete di aver capito molte cose. Capire è il primo passo. Il secondo è decidere.

NOTE

I periodi fra virgolette sono tratti da "I vaccini dell'era globale".
Il corsivo, quando non è utilizzato per evidenziare, segnala termini metaforici, utilizzati per spiegare le linee essenziali di un discorso molto complesso.
Le foto sono state scattate da Walter Caputo e Luigina Pugno.

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