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VIVERE A SPESE DEGLI ALTRI: LA DURA VITA DEL PARASSITA


"Se pensate che il mondo del parassitismo sia un argomento che non vi interessi né vi riguardi, be', sappiate che ci viviamo immersi. Pidocchi, zanzare, vermi, zecche, pulci, amebe, piattole, sanguisughe. Il parassita è un nemico subdolo, ambiguo, ingannevole, soprattutto ben nascosto, che ha scelto di ottenere nutrimento e riparo a danno di altri, e di farlo con estrema perizia."


Sono parole di Claudia Bordese, contenute nel prologo di Vivere a spese degli altri - elogio del parassitismo pubblicato nel 2009 da Blu Edizioni. Si tratta di un ottimo libro, molto interessante e ben scritto. La sua caratteristica distintiva è il fatto di presentare - ad un pubblico di non specialisti - tanti momenti di autentico stupore. Infatti l'autrice accompagna il lettore per mano in un mondo che per lui è quasi totalmente sconosciuto.
Claudia Bordese - Blu Edizioni

Con queste parole, Claudia Bordese termina il prologo: "Imparare a conoscere i parassiti vuol dire entrare in un mondo di adattamenti estremi, di sconvolgimenti corporei e comportamentali mirati a ottimizzare un'esistenza che ha scelto come ambiente non il prato, il mare o la giungla, ma un altro essere vivente. Anche volendo, non possiamo permetterci di ignorarli."

I parassiti sono tantissimi, più della metà del mondo vivente e non hanno scelto consapevolmente di vivere a spese degli altri, semplicemente hanno accettato condizioni di vita che consentono loro di avere una maggiore probabilità di sopravvivenza. La presenza stessa dei parassiti "è una delle più concrete prove dei meccanismi evolutivi". Mentre nel tempo i parassiti hanno affilato le loro armi, gli ospiti si sono adattati approntando sempre nuove strategie di difesa.

Talvolta i parassiti uccidono i loro ospiti, e ogni anno muoiono un milione e mezzo di persone nel mondo. Oltretutto spesso colpiscono in misura maggiore i paesi poveri perché le parassitosi si sviluppano più facilmente dove c'è scarsa igiene, debolezza fisica e malnutrizione. Sembra davvero difficile trattenersi dall'emanare un giudizio negativo e usare la parola "parassita" come termine offensivo. Ma in "Vivere a spese degli altri" si parla di scienza. Quindi dobbiamo tenere per noi i giudizi e lasciarci guidare nell'esplorazione del mondo dei parassiti. L'obiettivo deve essere innanzitutto capire.

Consideriamo un esempio: la tenia, ovvero - con il nome di verme solitario - uno dei parassiti piu' famosi. Com'è possibile ritrovarsi con un verme lungo 10 metri ancorato nell'intestino? Che peraltro si nutre dei nostri pasti?

Tutto comincia dalle feci di un individuo infestato. Queste feci potrebbero essere utilizzate per concimare e quindi potrebbero finire nei campi. Oppure i liquami delle fogne potrebbero essere riversati nei campi. Nelle feci ci sono le uova della tenia, che potrebbero essere mangiate insieme all'erba da vacche, buoi o maiali. Nell'intestino di questi animali "le uova si schiuderanno liberando una larva che, ben nascosta nei muscoli dell'inconsapevole ospite, attendera' di essere mangiata da un uomo". Quest'uomo sara' l'incauto soggetto che mangera' un piatto di carne cruda bovina o suina, non controllata. Capite quindi che conoscere il ciclo vitale dei principali parassiti serve a tutelare la vostra salute.

E che dire dei parassiti che sono a loro volta ospiti di altri parassiti? Un esempio famoso è la zanzara anofele, che si nutre del nostro sangue, ma - a sua volta - viene parassitata da protozoi del genere Plasmodium, agenti della malaria. Quindi il luogo comune che vuole che il parassita faccia una vita molto comoda non è proprio così esatto. La vita è dura anche per i parassiti. Non ci credete? Pensate alle povere mosche carnarie, che depongono le uova sui cadaveri (ed è possibile stabilire - sulla scena di un crimine - quanto tempo è trascorso dalla morte di una persona): cosa fanno quando non ne trovano? Devono accontentarsi di ferite o mucose di animali vivi (o di persone vive). Quindi non è il caso di trascorrere una notte ai tropici all'aperto, senza tenda e senza zanzariera perchè - dopo qualche settimana - potremmo scoprire di avere un bubbone in corrispondenza di una ferita aperta (e dimenticata): ciò significa che stiamo allevando baby mosche. Il che implica che la nostra ferita è diventata pista di atterraggio per una mosca di color metallico o con l'addome striato, ad esempio una Sarcophaga, resa famosa dal film Phenomena di Dario Argento.

Ma non voglio rovinarvi il piacere della lettura: è per questo motivo che mi limito ad offrirvi un antipasto (del libro, non delle mosche!), che dovrebbe stuzzicarvi l'appetito. Vi vedo già sotto l'ombrellone assorti nella lettura, vi sento esclamare "Non posso crederci! Questa è veramente pazzesca! Stasera la racconto agli amici......"

NOTE
Tutte le parti virgolettate sono estratte dal libro citato di Claudia Bordese.

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Sesso selvaggio - Quando ad amare è la natura (Instar Libri)

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