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SPLIT E IL DISTURBO DISSOCIATIVO DELL'IDENTITÀ


Nel film Split, in uscita in 26 gennaio 2017, la scissione di personalità tipica di coloro che sono affetti da disturbo dissociativo dell'identità viene rappresentata non solo a livello personologico, ma anche a livello fisico, come scissione cognitiva e fisiologica potessero coesistere all’interno di un solo essere umano.


Ma è effettivamente possibile?

Secondo i criteri del DSM V (l'ultimo manuale per la diagnosi delle patologie psicologiche), il disturbo dissociativo dell’identità è caratterizzato da:

- Presenza di due o più identità distinte. Questo comporta una forte compromissione della continuità del senso di Sé, accompagnata da alterazioni negli affetti, nei comportamenti, nella coscienza, nella memoria, nella percezione, nella cognizione e nelle funzioni senso-motorie. Queste alterazioni possono essere auto-riferite o riportate da terzi.
- Lacune ricorrenti nel richiamo di eventi quotidiani, di informazioni personali importanti e/o eventi traumatici (in contrasto con l’ordinario oblio)
- I sintomi causano disagio clinicamente significativo o compromissione sociale, lavorativa o di altre importanti aree di funzionamento.
- Il disturbo non fa parte di una pratica culturale o religiosa largamente accettata.
- I sintomi non sono attribuibili agli effetti fisiologici di una sostanza o di un’altra condizione medica

Il primo punto è quello che meglio contraddistingue il disturbo dissociativo dell'identità, in passato noto come disturbo personalità multiple.

La presenza di due o più identità distinte comporta la compresenza di una stessa persona di due personalità differenti tra di loro (distinte) per interessi, atteggiamenti, idee.

Queste alterazioni possono essere auto-riferite o riportate da terzi. Ovvero la persona sente come se in determinate situazioni fosse capace di funzionare in modi totalmente diversi e ciò porta gli altri a ritenere di relazionarsi effettivamente con persone diverse. È un po' come se entrambi stessimo parlando di X attribuendogli qualità talmente diverse, da avere il dubbio di star parlando effettivamente della stessa persona

Il problema, ossia ciò che causa dolore emotivo, è che la presenza di più identità comporta una forte compromissione della continuità del senso di Sé. In generale sentiamo che ci sia una continuità tra il noi che eravamo da bambini e il noi che siamo adesso, e che diverse caratteristiche della nostra personalità, anche opposte, convivano tranquillamente in noi stessi.  Possiamo dire di noi stessi di essere delle persone sensibili, ma su certi argomenti riconoscere che diventiamo ciniche, senza che questo ci faccia sentire strani o spezzettati.


Nel disturbo dissociativo dell'identità le diverse parti che ci caratterizzano, che costituiscono il nostro Sé, sono sentite frammentate e creano una frattura. È in seguito a questa frattura, che la mente cerca in modo fallimentare di riorganizzarsi creando personalità distinte, che possano essere adattate a situazioni differenti.

Avendo ogni personalità caratteristiche distintive diventa possibile che anche esteticamente la persona possa presentarsi in modi molto distanti a seconda della personalità. Certamente possono essere presenti anche più di due personalità, ma 23 credo non si siano mai viste nella pratica clinica.

Nel corso della psicoterapia le personalità cominciano a manifestarsi e a integrarsi fino a quando una delle personalità diventa l'unica, o fino a quando emerge un'ulteriore ed unica personalità che integra le altre. Diversamente da ciò che accade nel film l'ultima personale ad emergere non è la più "malata" delle altre.


Bibliografia:
  • American Psychiatric Association (2013). Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders, Fifth Edition. Arlington, VA, American Psychiatric Association.
  • Liotti, Farina (2011). Sviluppi traumatici, Raffaello Cortina Editore



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