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LA MERAVIGLIOSA VITA DELLE API: UNA STORIA COMINCIATA 30 MILIONI DI ANNI FA

Pensate un attimo ad una zanzara: cosa vi viene in mente? Ora invece pensate ad un'ape; provo ad indovinare: state immaginando miele, propoli e cera. Eppure gli insetti sono insetti: le zanzare, i coleotteri e le api andrebbero considerati allo stesso modo. Tuttavia, molte belle favole (anche antiche) hanno come protagonisti le api operose, che - essendo insetti sociali - sono anche utili per proporre metafore sugli esseri umani. L'ape occupa un posto nel nostro immaginario, e quel posto deriva anche da "miti, leggende, conoscenze superficiali, stereotipi, convinzioni". E' ora di vedere l'ape con la lente della scienza ed affrontare temi come lo svuotamento degli alveari, il ruolo delle api in agricoltura e l'allevamento nelle aree urbane. D'altronde, se tutto comincia dal Sole, la cui energia viene fissata dai vegetali, sono gli insetti i primi consumatori di quell'energia e sono loro i primi ad estrarre lo zucchero dalle piante.


Nel libro "La meravigliosa vita delle api", scritto dall'entomologo Gianumberto Accinelli e pubblicato da Pendragon troverete molte risposte. Nel testo il rigore scientifico è associato ad una narrazione letteraria, che rende più fruibile la lettura. Potete quindi portarvi il libro in vacanza e leggerlo sotto l'ombrellone oppure in un prato, mentre vi riposate dopo una camminata in montagna.



La storia narrata da Accinelli comincia circa 30 milioni di anni fa, quando compaiono le prime api da miele e le piante hanno il problema di non potersi muovere. Come portare quindi i granuli pollinici (ovvero la sezione maschile del seme) dalle femmine? Il primo agente impollinante è il vento, ma è poco efficiente. Nonostante ciò le conifere lo hanno adottato come sistema: si difendono dagli insetti con una resina ad hoc e tengono libero il sottobosco grazie alle foglie acide.


Ma la vera rivoluzione si ebbe quando una pianta cominciò ad erogare all'esterno parte della propria linfa. Si trattava in fin dei conti di energia sotto forma di zuccheri e moltissimi insetti accorsero subito come commensali. Poi l'ambiente pose alle piante sfide severe, e l'evoluzione fece il resto. Prima la linfa cominciò a sgorgare in prossimità degli organi sessuali della panta: così gli insetti, prelevando linfa, si sporcavano di polline e lo depositavano casualmente sulla parte femminile delle piante. In seguito la linfa si è concentrata, diventando nettare. Il pasto per gli insetti diventò sempre più gustoso. Poi arrivarono anche le piste di atterraggio, in forma di corolle dei fiori, e le piste si conformarono per far accedere solo alcuni tipi di insetti. Il tutto venne completato con adeguate segnalazioni, grazie ai colori accesi delle corolle.

D'altronde, prima della comparsa delle api, il lavoro di impollinatori era svolto da tozzi coleotteri, che mangiavano tutto il fiore, poi arrivarono le leggiadre farfalle e le onnipresenti mosche. E l'avvincente storia continua nelle belle pagine scritte da Accinelli. Questo è un assaggio. Buona lettura a tutti e buone vacanze!!!

Walter Caputo

P.S.: Le foto sono state scattate da Luigina Pugno

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