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PAURA DELLE SCIE CHIMICHE? LEGGETE I CLASSICI

Scie di condensazione sui cieli di Parigi (Estate 2014)
Credits: Gravità Zero - Creative Commons 2.0
Forse è l'Estate che gioca brutti scherzi. Sta di fatto che, specialmente durante il caldo, si intensificano   su social come Facebook e Twitter segnali di vera preoccupazione nei confronti di fenomeni apparentemente "inspiegabili", come quello delle normali "scie di condensazione degli aerei", da alcuni definite "scie chimiche" (in inglese chemtrail).

La teoria del complotto sulle scie chimiche (inglese: chemtrails conspiracy theory) sostiene che alcune scie di condensazione visibili nell'atmosfera terrestre siano composte da agenti biologici o chimici, spruzzati in volo attraverso ipotetiche apparecchiature montate sui velivoli.

Probabilmente uno dei migliori articoli recentemente pubblicati in Italia è quello di Silvia Bencivelli che in "Le scie chimiche la leggenda di una bufala" dimostra come la storia sia stata inventata da due truffatori americani che nel 1997, "per colpa dell’irrazionalità e dell’antiscienza, è diventata un articolo di fede". [1]
Del resto, se ci pensate, a memoria d'uomo, nessuno parlava di scie chimiche prima di vent'anni fa. 

Tuttavia la domanda che rimane aperta è la seguente: cosa porta le persone a credere ai complotti? 

Abbiamo rivolto la domanda al Prof. Riccardo Barberi, che ci ha risposto in maniera estremamente illuminante e inattesa, con un invito a riscoprire i testi "classici".
Il Prof. Barberi è docente presso il Dipartimento di Fisica dell'Università della Calabria, di cui è direttore ed è professore ordinario di fisica applicata.
"A proposito di scie chimiche, guerre anti-vaccini e diete respiriane, varrebbe la pena, approfittando dell'estate, ridare una lettura a qualche classico: i Malavoglia di Verga, per esempio. Magari quando padron Cipolla accusa l'acqua che scorre nei fili del telegrafo di rubare la pioggia e compare Zuppiddu vuole quindi tagliarli tutti quei maledetti pali del telegrafo. E se qualcuno trovasse, diononvoglia!, analogie con il modo di pensare degli odierni vari complottisti, sia ben chiaro che la responsabilità è tutta di Giovanni Verga, che rispetto per il libero pensiero altrui ne aveva evidentemente poco e già dall'epoca sua non aveva in simpatia i grandi pensatori popolari antiscienza e tecnica. Meno male (?) che oggi c'è internet e le sagge parole dei padron Cipolla odierni possono invece correre lontano".

Buona lettura.

"- Colla malannata che si prepara, aggiunse padron Cipolla, che non pioveva da Santa Chiara, e se non fosse stato per l’ultimo temporale in cui si è persa la Provvidenza, che è stato una vera grazia di Dio, la fame quest’inverno si sarebbe tagliata col coltello!
Ognuno raccontava i suoi guai, anche per conforto dei Malavoglia, che non erano poi i soli ad averne. «Il mondo è pieno di guai, chi ne ha pochi e chi ne ha assai», e quelli che stavano fuori nel cortile guardavano il cielo, perché un’altra pioggerella ci sarebbe voluta come il pane. Padron Cipolla lo sapeva lui perché non pioveva più come prima.

- Non piove più perché hanno messo quel maledetto filo del telegrafo, che si tira tutta la pioggia, e se la porta via - Compare Mangiacarrubbe allora, e Tino Piedipapera, rimasero a bocca aperta, perché giusto sulla strada di Trezza c’erano i pali del telegrafo; ma siccome don Silvestro cominciava a ridere, e a fare ah! ah! ah! come una gallina, padron Cipolla si alzò dal muricciuolo, infuriato, e se la prese con gli ignoranti, che avevano le orecchie lunghe come gli asini.

- Che non lo sapevano che il telegrafo portava le notizie da un luogo all’altro; questo succedeva perché dentro il filo ci era un certo succo come nel tralcio della vite, e allo stesso modo si tirava la pioggia dalle nuvole, e se la portava lontano, dove ce n’era più di bisogno; potevano andare a domandarlo allo speziale che l’aveva detta; e per questo ci avevano messa la legge che chi rompe il filo del telegrafo va in prigione. Allora anche don Silvestro non seppe più che dire, e si mise la lingua in tasca.

- Santi del Paradiso! Si avrebbero a tagliarli tutti quei pali del telegrafo, e buttarli nel fuoco! incominciò compare Zuppiddu, ma nessuno gli dava retta, e guardavano nell’orto, per mutar discorso ..."


CONCLUSIONI

Non vorremmo che tutto questo interesse nei riguardi di fenomeni spiegabili scientificamente distolga la nostra attenzione sui veri problemi dell'inquinamento del pianeta. Scarichi d'auto, impianti a combustibili fossili, agenti inquinanti utilizzati nella nostra quotidianità sono la vera minaccia per la salute umana.
Sarà una impressione, ma non noto sui social media lo stesso entusiasmo ed enfasi contro i veri mali del pianeta: l'inquinamento e il dissesto del territorio idrogeologico sono solo alcuni dei problemi di cui tutti, chi più chi meno, siamo responsabili. Non sarà, quello delle "scie chimiche", solo un modo  addossare a qualcun'altro la responsabilità dei mali di cui è solo nostra la colpa?  


[1] Per approfondire segnaliamo anche "Lo pseudocomplotto delle scie chimiche in cielo" e "10 bufale molto popolari smentite dalla scienza".


Claudio Pasqua 

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