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IL SUICIDIO È LA CAUSA DI MORTE PIÙ FREQUENTE NEI PAZIENTI BIPOLARI?


Da sin. Prof. Giuseppe Caramia, Prof. Massimo Cocchi
La notizia, ripresa dal titolo di questo articolo, è apparsa recentemente su SanitaNews.it e ci dà modo di parlare di una ricerca per distinguere i due disordini dell’umore: Depressione Maggiore e Disturbo Bipolare nell’Uomo e nell’Animale:.

Il 90% dei suicidi è associato alla presenza di un disturbo mentale e il rischio di un gesto estremo è massimo tra le persone con disturbo bipolare. L'oscillazione tra mania e depressione, che si stima colpisca un milione di persone solo in Italia, comporta un tasso di suicidio 21 volte più elevato rispetto alla popolazione generale. Il suicidio è, infatti, la principale causa di morte nei pazienti con disturbo bipolare e si stima che 1 paziente su 5 muoia a causa di tale gesto estremo.

Inoltre, una diagnosi non corretta e una terapia errata aumentano di circa 4 volte il rischio suicidio.

E' l'allarme lanciato dagli esperti nel ciclo di incontri ''Appropriatezza terapeutica e rischio clinico in psichiatria'', promosso da AstraZeneca in tutta Italia in occasione della decima Giornata Mondiale per la Prevenzione del Suicidio.


"Insonnia prolungata, forte agitazione interiore e cambi repentini di umore: sono i tre campanelli d'allarme che, in un'ottica di prevenibilità, possono indicare un reale rischio di suicidio nei pazienti bipolari", dichiara Maurizio Pompili, responsabile del Servizio per la Prevenzione del Suicidio dell'Ospedale S. Andrea di Roma.

"Non va dimenticato che il 70% di questi pazienti riceve una prima diagnosi non corretta - frequentemente accade, infatti, che il paziente sia diagnosticato con depressione maggiore - e una terapia inappropriata puo' aumentare il rischio suicidiario di ben 4 volte. E' dunque fondamentale prescrivere i farmaci piu' corretti in particolare, alcuni trattamenti a rilascio prolungato''.

La terapia del disturbo bipolare non può prescindere da quello che gli esperti hanno ribattezzato ''Fattore P'', come Personalizzazione: nel disturbo bipolare, infatti, le variabili individuali hanno un grande peso e ogni paziente risponde ai farmaci in modo differente.

''Se provassimo a riassumere con una formula il concetto di appropriatezza terapeutica nel disturbo bipolare -
spiega Massimo Di Giannantonio, professore ordinario di psichiatria Universita' G. D'Annunzio di Chieti - dovremmo considerare una riduzione dei tempi della diagnosi, un incremento della personalizzazione dell'intervento terapeutico e aggiungere, infine, il coinvolgimento di parenti e amici, figure fondamentali per supportare il paziente nella quotidianita' ed evitare l'interruzione della terapia. Nel disturbo bipolare farmaci mirati permettono di abbattere il rischio clinico di suicidio e di comportamento violento. Infine, la giusta terapia puo' migliorare la qualita' della vita di circa il 70%''. 
Questa dirompente notizia non arriva a ciel sereno, perché già nel 2001 Bowden scriveva che l’errore diagnostico si aggirava sul 40%.

Bowden CL (2001): Strategies to reduce misdiagnosis of bipolar depression. Psychiatr Serv 52:51-55. 
Una percentuale del quaranta o settanta, è un errore diagnostico veramente clamoroso perché significa che un “esercito” di persone presenta problemi terapeutici molto seri e, quando la terapia è sbagliata non solo il soggetto va incontro a situazioni devastanti ma aumenta anche il rischio di suicidio. 

Distinguere i soggetti con Depressione Maggiore da quelli con Disturbo Bipolare evitando un errore diagnostico che riguarda il 40- 70% delle diagnosi, è oggi possibile. 

Lo confermano le ricerche condotte, con protratto impegno, presso il Dipartimento di Scienze Mediche Veterinarie dell’Università di Bologna in collaborazione con l’Istituto "Paolo Sotgiu" per la Ricerca Quantitativa e Quantistica in Psichiatria e Cardiologia della L.U.de.S. University Cocchi M. Tonello L. Tsaluchidu S. Puri B.K. (2008).


Cocchi M. Tonello L. Cappello G. (2008). The use of artificial neural networks to study fatty acids in neuropsychiatric disorders. BMC Psychiatry 8 (Suppl 1): S3.   
Cocchi M. Tonello L. (2010).  The use of self-organizing maps to study fatty acids in neuropsychiatric disorders. Annals of General Psychiatry, 7(suppl 1):S84). 
Cocchi M. Tonello L. Rasenick Mark M. (2010).  Bio molecular considerations in Major Depression and Ischemic Cardiovascular Disease. Central Nervous System Agents in Medicinal Chemistry.10: 2, 97-107. 
Cocchi M, Gabrielli F, Tonello L, Pregnolato M. (2010).   Human depression: a new approach in quantitative psychiatry. Annals of General Psychiatry. 9:25. 
Cocchi M, Tonello L, Gabrielli F, Pregnolato M. (2011).  The Interactome Hypothesis of Depression. NeuroQuantology, 4: 603-613. 
Annals of General Psychiatry, 10: 9. Depression, osteoporosis, serotonin and cell membrane viscosity between biology and philosophical anthropology.  

Queste ricerche hanno rappresentato il fondamento scientifico per la realizzazione del Progetto Speciale della Regione Marche che ha visto coinvolte l’Università di Urbino e il Dipartimento di Psichiatria dell’ASUR di Fano (NeuroQuantology, 2012, 10: S1-28, FANO, Italy, March 2012). 
I risultati ottenuti, hanno consentito di distinguere i soggetti con Depressione Maggiore da quelli con Disturbo Bipolare attraverso l’utilizzo di una particolare combinazione matematico-biologica (Rete Neurale Artificiale-Self Organizing Map e acidi grassi delle piastrine). 

Le indagini condotte su diverse specie animali hanno contribuito sostanzialmente all’identificazione dei meccanismi molecolari responsabili dei disordini dell’umore. 

Cocchi M. Sardi L. Tonello L. Martelli G. (2009). Do mood disorders play a role on pig welfare? Ital.J.Anim.Sci. 8, 691-704.  
Cocchi M. Tonello L. De Lucia A. Amato P. (2009). “Platelet and Brain Fatty Acids: a model for the classifcation of the animals? Part 1”. International Journal of Anthropology. 24: 69-76.  
Cocchi M. Tonello L. De Lucia A. Amato P. (2009). Platelet and Brain Fatty Acids: a model for the classification of the animals? Part 2. Platelet and Brain Fatty acid transfer: Hypothesis on Arachidonic Acid and its relationship to Major Depression, International Journal of Anthropology. 24: 69-76).  
Tonello L. Cocchi M. (2010). The Cell Membrane: Is it a Bridge from Psychiatry to Quantum Consciousness? NeuroQuantology. 8: 1, 54-60. 
Cocchi M, Tonello L, Gabrielli F, Pregnolato M. & Pessa E. (2011). Quantum Human & Animal Consciousness: A Concept Embracing Philosophy, Quantitative Molecular Biology & Mathematics. Journal of Consciousness Exploration & Research, 2: 547-574. 

In accordo con quanto discusso durante i lavori presentati alla decima Giornata Mondiale per la Prevenzione del Suicidio, tenutasi a Roma nei giorni 10 e 11 settembre 2012, una corretta diagnosi differenziale, con le modalità su riportate, previene nell’adulto, il grave effetto collaterale conseguente ad un’inappropriata terapia: l’aumento del rischio di suicidio. 

Fino a 18/21 anni, infatti, il sistema molecolare delle membrane cellulari non è maturo per cui vanno fatte valutazioni diverse rispetto all’adulto anche se, da indagini preliminari, emergerebbe che l’1% circa dei soggetti si colloca in un’area che è ritenuta a gravissimo rischio di suicidio. 

Cocchi M, Tonello L, Cappello G, Tarozzi G, Nabacino L, Pastorini E, Bucciarelli S, Solazzo L, De luca M, Visci G, Caramia G. (2008). Membrane platelet fatty acids: biochemical characterisation of the ischemic cardiovascular disease, characteristics of the paediatric age, through an artificial neural network interpretation. Medical and surgical pediatrics May; 30(1) 

L’auspicio è che, alla luce della gravissima situazione dei molti soggetti affetti da disturbo bipolare, in particolare le autorità sanitarie, mettano in atto quelle procedure atte a far sì che la valutazione molecolare possa trovare il giusto spazio diagnostico per i soggetti con disordini dell’umore, sempre tenendo conto del ruolo imprescindibile dello Psichiatra. 

Hanno detto della ricerca 

Kary Mullis, Premio Nobel 1993: è una scoperta molto importante. Basti pensare che, con questo metodo sarà possibile capire se un paziente ha intenzione di suicidarsi. Si tratta di una rivoluzione in campo filosofico, medico e religioso" (Il Resto del Carlino, 28 maggio 2008). 
Poiché questo lavoro procede, non sarà per nulla sorprendente se potranno sorgere nuove strategie per i trattamenti. Possiamo essere in uno di quei punti di svolta che sono molto sottili da comprendere, in un primo momento, ma si trasformano in un torrente molto rapidamente. 

Kary Mullis: tenete gli occhi su quelle palline di grasso (piastrine e loro lipidi, ndr). Qualcosa sta per accadere” (La Stampa, TuttoScienze, 1 Ottobre 2008). 

Stuart Hameroff, Professor of Anesthesiology and Psychology, University of Arizona, Director Center for Consciousness Studies: i ricercatori italiani Massimo Cocchi, Lucio Tonello, supportati dal premio Nobel Kary Mullis, hanno dimostrato che la depressione psichica è correlata con i cambiamenti misurabili nelle piastrine. Una nuova era sta sorgendo in psichiatria. Tali problemi possono verificarsi non solo nel cervello, ma anche in altre parti del corpo, incluso il sangue. (Mercoledì 1 ottobre 2008, LA STAMPA Tutto Scienze). 

Alexander B. Niculescu III, MD, PhD, Assistant Professor of Psychiatry, Medical Neurobiology and Neuroscience, Indiana University School of Medicine Staff Psychiatrist, Indianapolis VA Medical Center Director, INBRAIN and Laboratory of Neurophenomics: caro Massimo, grazie per il manoscritto di questo progetto. Molto interessante. E 'intrigante e innovativo. Porta avanti questo buon lavoro. 

Mark Rasenick, Distinguished UIC Professor of Physiology & Biophysics and Psychiatry Director, Biomedical Neuroscience Training Program U. Illinois Chicago College of Medicine: caro Massimo, non vedo l'ora di sentire di più. Mi auguro che si possa sviluppare congiuntamente i nostri concetti e ci sarà presto un impatto positivo sulla diagnosi e il trattamento. 

Basant K. Puri, Lipid Neuroscience Group, Imperial College of London: caro Massimo, ti ringrazio per avermi inviato una copia in anteprima del nuovo lavoro che è stato accettato per la pubblicazione su: Italian Journal of Animal Sciences. Mi hai chiesto un feedback quando avrei avuto il tempo. È un lavoro molto interessante. Tu e il tuo gruppo avete mostrato chiaramente come un modello suino può essere utilizzato per la ricerca neuropsichiatrica. In molti modi questo può rivelarsi più utile di modelli che utilizzano i roditori. Come sai, è già stato fatto ricorso alle somiglianze dei suini con gli esseri umani, per quanto riguarda gli xenotrapianti. Tu hai aperto una nuova pista circa l'uso dei suini. Ti prego di accettare le mie congratulazioni per il tuo lavoro innovativo e potenzialmente di vasta portata. I migliori auguri. 

Charles L. Bowden, M.D., Clinical Professor of Psychiatry and Pharmacology, University of Texas Health Science Center: ho letto la tua interessante rassegna sui risultati della tua ricerca. Anche se ho una maggiore conoscenza di neurobiologia rispetto a molti psichiatri, non faccio ricerca in questo settore e non sono in grado di fare altro che incoraggiarti a proseguire gli sforzi di pubblicazione e di collaborazione all'interno della tua nazione. Si potrebbe anche entrare in contatto con persone che hanno svolto il lavoro sulla proteina G (ad esempio, Mark Rasenick) e acido arachidonico, ad esempio, Stan Rappoport, o scienziati simili in Europa che operano all'interno della scienza di base dei disturbi cerebrali. I migliori auguri per un ulteriore sviluppo della linea di ricerca. 

Donald Mender, M. D., F. A. P. A. Assistant Clinical Professor of Psychiatry Yale University School of Medicine, New Haven, CT, USA: possono gli aspetti superficialmente diversi della biofisica quantistica della membrana di Tonello / Cocchi e Bernroider essere più completi e specificatamente coordinati tra di loro e con il lavoro di Globus, Hameroff, e il gruppo Woolf? Il raggiungimento di quest’obiettivo unificante, in conformità con gli obiettivi dichiarati da Tonello e Cocchi, rafforzerebbe notevolmente la potenza esplicativa degli aspetti quantistici della psichiatria.
Apprezzo molto la vostra presentazione di questo lavoro “The Interactome Hypothesis of Depression”, che credo sia un grande contributo alla letteratura. Tu e i tuoi collaboratori avete notevolmente migliorato la possibilità di penetrare al di là delle attuali conoscenze delle teorie classico-molecolari sulla depressione nel dominio quantico della coscienza, senza gettare quanto c’è di prezioso nel paradigma standard. Trovo anche il tuo legame tra cervello e intestino un concetto potente. Come forse saprai, le correlazioni neocortecali del cervello con l'ambiente esterno e le correlazioni reticolari/nucleari con l'ambiente interno autonomo, s’incontrano architettonicamente nelle strutture paralimbiche, limbiche e basali del proencefalo che riguardano le emozioni. Per questo motivo, mi sembra che il tuo lavoro, legando insieme cervello e visceri, promette molto nella comprensione dell’umore e dei suoi disordini. 

Rodolfo Paoletti, Farmacologo, Professore Emerito dell’Università di Milano: gentilissimo Professor Cocchi, le più vive congratulazioni per la tua lettura tenuta con tanto successo alla L.U.de.S. il giorno 23/01 scorso. Sarò molto lieto se vorrai accettare l’invito a tenere una conferenza presso il Dipartimento di Scienze Farmacologiche dell’Università degli Studi di Milano per gli studenti della Facoltà di Farmacia. Con la più viva cordialità.

Claudio Mencacci, Primario Divisione Psichiatria Ospedale Fatebenefratelli, Milano, Vice Presidente Società Italiana di Psichiatria (SIP): caro Massimo, congratulazioni di cuore, la vita è una continua slides doors, la tua capacità di ricerca ti sta portando nella giusta direzione e sono felice di averti come amico.

Conclusioni
Questa ricerca nella prima fase di indagini ha separato, ricorrendo ad una rete neurale artificiale, i “soggetti sani” dai “soggetti con disordine dell’umore” e nella seconda ha separato i “depressi” dai “bipolari” cosa importantissima alla luce di quanto affermato durante la decima Giornata Mondiale per la Prevenzione del Suicidio. Si fa pertanto appello alle istituzioni sanitarie pubbliche affinché creino le condizioni per poter rendere disponibile, al bisogno e sempre su indicazione dello Psichiatra, questo tipo di accertamento molecolare.


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