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CONTRO L'ORA DI MATEMATICA

Non sono l'unico insegnante ad accorgersi che gli studenti hanno difficoltà ad apprendere la matematica, né sono l'unico a parlarne e a scriverne. Già in passato (*) ho rilevato come l'insegnamento della matematica possa diventare una missione impossibile e come la gente abbia validissimi motivi per odiare tale disciplina. Come insegnante di matematica ho soprattutto adottato l'approccio storico scientifico, raccontando agli studenti i retroscena umani, le fatiche, i fallimenti e i colpi di genio dei matematici dietro i principali teoremi. In questo modo ho cercato di rendere la matematica più umana, più simpatica e quindi più accattivante.

Inoltre ho cercato di far capire agli studenti che non esiste soltanto la geometria di Euclide o la matematica di Leibniz, perché oggi ci sono tantissimi matematici che producono continuamente nuove e interessanti elaborazioni della loro disciplina! Ad esempio esiste il Prof. Yaroslav Sergeyev che ha recentemente creato una nuova unità di misura dell'infinito (**).

Ecco, ho esposto in sintesi le basi dei miei sforzi quotidiani per insegnare la matematica. Ma in realtà si tratta di ben poca cosa. Ad esempio Paul Lockhart ha idee molto più radicali delle mie. Il suo libretto "Contro l'ora di matematica" (Rizzoli editore 2010) è un vero e proprio manifesto, che ha lo scopo di liberare docenti e studenti da quella che, sebbene sia chiamata "matematica", con essa non ha nulla a che vedere.

Secondo Lockhart, a scuola il "programma" non è altro che una sequenza di formule da imparare e applicare fino alla nausea; i docenti non insegnano, piuttosto addestrano; gli studenti non apprendono, piuttosto reagiscono come scimmie ammaestrate. La vera matematica è tutt'altra cosa: innanzitutto è arte e va praticata come un gioco, poi non serve praticamente a nulla o meglio, ha una limitatissima utilità per la vita pratica. Ma la cosa più importante, e assolutamente condivisibile, è che non bisogna presentare agli studenti i problemi e le soluzioni, ma soltanto i problemi.

Lockhart afferma che lo studente apprende solo quando deve risolvere un problema che per lui è interessante, coinvolgente e quasi rappresenta una sfida, in quanto non deve cercare la soluzione fra quelle esistenti, ma elaborare una sua soluzione e poi una sua dimostrazione. Verrà guidato dal docente al fine di migliorare la soluzione elaborata e la relativa dimostrazione. Credo che tale idea centrale del pensiero di Lockhart sia davvero un ottimo approccio all'insegnamento della matematica. E alla fine del suo libro egli propone anche alcuni interessanti esempi di problemi da sottoporre agli studenti.

(*) ARTICOLI SULL'INSEGNAMENTO DELLA MATEMATICA

(**) ARTICOLI SULL'APPROCCIO DEL PROF. SERGEYEV

5 commenti

Gianluigi Filippelli ha detto...

Mi sa che il libro lo acquisterò prossimamente!
Bella recensione, comunque, che abbozza sicuramente uno dei tanti problemi della matematica a scuola...

energio ha detto...

A me è sempre piaciuta la matematica (e la fisica, soprattutto! anche se adesso faccio ben altro) ed è proprio perché mi hanno sempre presentato prima gli uomini e le loro vicende umane che sono rimasto affascinato da queste discipline.

Qualche tempo fa ho letto il libro l'equazione impssibile di Mario Livio: è un buon testo rispetto a quello che racconti all'inizio e mi sento di proporlo a tutti.

Walter Caputo ha detto...

Grazie Gianluigi,
il libro è sicuramente da leggere, anche perchè è breve e, come diceva E.A.Poe (mi pare), i libri bisognerebbe leggerli dall'inizio alla fine senza soste: solo così l'effetto del libro sul lettore è veramente pieno.

Ben detto, Energio!
A proposito, sai che ho il testo che citi? Ma non l'ho ancora letto. Se me lo consigli, comincio subito (dopo aver finito quello che sto leggendo ora).
Grazie

filippo ha detto...

@walter: da studente ti posso consigliare, per riuscire a far apprezzare la matematica agli alunni, di cercare (dove possibile) di trovare applicazioni pratiche su quello che si studia perchè molte volte per noi ragazzi il difficile della matematica è il non riuscire a trovare delle applicazioni nel mondo reale.

Walter Caputo ha detto...

Grazie Filippo per il tuo consiglio.
Purtroppo non sempre esistono applicazioni pratiche della matematica. Inoltre, talvolta le applicazioni sono molto più complicate del banale esercizio applicativo. Ma è comunque importante almeno dare un'idea dell'applicazione pratica della matematica. Io faccio il possibile.