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OLIO DI PALMA? LA SOLUZIONE ARRIVA DALLA TEORIA DEI GIOCHI

Stamattina ho assistito alla conferenza "Olio di palma: facciamo chiarezza". Ben cinque relatori si sono avvicendati - ciascuno nell'ambito delle proprie competenze - per far luce su un tema a dir poco bollente. Lo stato dell'arte dell'olio più discusso del web è stato delineato, come si usa dire, a 360 gradi. In questo articolo, tratterò soprattutto l'ultimo intervento, quello di matrice economica.

Il Prof. Carmine Garzia (Economia Aziendale presso l'UniSG) ha affrontato il tema dello spostamento del comparto dolciario verso i prodotti senza olio di palma. E' già da un po' di tempo che veniamo bombardati da messaggi pubblicitari che terminano con "....senza olio di palma": evidentemente i consumatori che non lo volevano saranno contenti. Ma molti altri saranno piuttosto confusi: perché prima sì ed ora viene tolto? Perché quelli che l'hanno sempre usato ora affermano che i loro prodotti sono da sempre senza olio di palma?

Il Prof. Carmine Garzia durante la conferenza "Olio
di palma: facciamo chiarezza"

Se si adotta un approccio economico si scopre che in realtà i movimenti dei grandi player del settore non hanno a che fare con l'olio di palma in sé: le loro mosse strategiche  non sono legate alle caratteristiche chimiche e nutrizionali del prodotto. La questione non è se l'olio di palma sia salutare o meno, ma innanzitutto cosa ne pensano i consumatori e poi come agiscono sul mercato i leader del settore (ci sono anche i follower, ma questi ultimi si limitano a seguire il comportamento dei leader).

Dal mese di giugno 2015 quattro top player (su 8) del settore dolciario hanno introdotto sul mercato prodotti senza olio di palma. Hanno fatto partire la comunicazione ai consumatori, dalla quale è derivato un passaparola positivo, che ha quindi stimolato la crescita di prodotti senza olio di palma. Naturalmente, in situazioni del genere, possono esserci elementi di rinforzo al trend, ma possono anche innescarsi circuiti di bilanciamento che contrastano la crescita dei prodotti privi di olio di palma: può trattarsi ad esempio del costo delle materie prime (un sostituto dell'olio di palma potrebbe costare di più e magari richiedere una variazione della ricetta del prodotto dolciario), oppure anche della semplice informazione (come questa conferenza), che può portare i consumatori a decidere sulla base di criteri scientifici anziché farsi incantare dalle sirene del marketing.

Il Prof. Garzia ha adottato la teoria dei giochi per illustrare il futuro comportamento dei grossi produttori nel settore dolciario. Ha considerato due giocatori, o meglio due gruppi di giocatori: i leader di mercato e i follower. Ogni giocatore ha a disposizione solo due possibili mosse: eliminare l'olio di palma dai propri prodotti oppure no, nel senso di non cambiare la situazione in cui si trova. Dalle mosse derivano dei guadagni, che si chiamano pay-off. Ebbene, sulla base delle stime dei pay-off, abbandonare l'olio di palma risulta essere la mossa più conveniente, per ciascun giocatore, a prescindere dalla mossa dell'altro. La scelta di produrre senza olio di palma risulta essere l'unico equilibrio di Nash e - dato che ciascun giocatore ha a disposizione la stessa scelta ottima - si tratta anche di un equilibrio con strategia dominante.

SUI FONDAMENTI DELLA TEORIA DEI GIOCHI

La teoria dei giochi spiegata dal Prof. Robert J. Aumann

PER APPROFONDIRE

Hal R. Varian - Microeconomia - Cafoscarina editrice
Oskar Morgenstern - Teoria dei giochi - Bollati Boringhieri editore
Ferdinando Colombo - Introduzione alla teoria dei giochi - Carocci editore
Roberto Lucchetti - Passione per Trilli: alcune idee dalla matematica - Springer-Verlag editore

Walter Caputo

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