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"FERTILITY DAY": OVVERO GLI ERRORI DA EVITARE IN UNA CAMPAGNA DI WEB MARKETING

Una campagna del Governo per invitare a far figli il prima possibile sta attirando molte critiche e commenti negativi in rete. Ma, quali sono i motivi che trasformano una campagna virale in un flop,  un boomerang per l'azienda che l'ha realizzata? 




La campagna di cui parliamo è stata promossa dal Ministero della Salute in vista del cosiddetto “Fertility Day”, previsto per il 22 settembre.

Stando alle informazioni pubblicate sul sito del ministero della Salute, il “Fertility Day” è una giornata dedicata alla sensibilizzazione sul tema della fertilità e sul rischio della denatalità, cioè della diminuzione delle nascite. 

Ad esempio Repubblica titola:  Polemiche sul 'Fertility Day' lanciato dal ministero della Salute: "Insulta chi non ha figli"
E sono stati avviate addirittura petizioni per delegittimare la Ministra della Salute Beatrice Lorenzin.


PERCHÈ LA CAMPAGNA È STATA UN BOOMERANG PER IL  MINISTRO DELLA SALUTE? 

L’iniziativa del “Fertility Day” è stata molto criticata online perché accusata di fare eccessiva pressione sulle donne affinché facciano figli il prima possibile: uno dei manifesti pubblicitari dell’iniziativa mostra infatti una ragazza che tiene in mano una clessidra, mentre accanto a lei c’è scritto “La bellezza non ha età. La fertilità sì”.


"FALLO PER LA TUA MAMMA". OVVERO: COME TI REALIZZO UN VIDEO VIRALE EFFICACE

In altri paesi le iniziative dedicate alla “fertilità” sono più spesso rivolte a chi soffre di infertilità, come in Irlanda e Nuova Zelanda). Ma ci sono anche esempi virali che si rivolgono ai più giovani come quello della compagnia di viaggi danese Spies Rejser.

Un fotogramma del primo Spot danese sull'incentivo alla fertilità 

L'esempio del successo di queste campagne è chiaro nel seguente video, in cui la compagnia di viaggi invitava i propri abitanti a riaccendere il desiderio sessuale con un viaggio. Scopo dell’iniziativa quello di unire le forze con «le aspiranti nonne nella lotta contro il basso tasso di natalità della Danimarca».

Il claim "FALLO PER LA TUA MAMMA, FALLO PER LA DANIMARCA" è stato creato propri da un’azienda di viaggi, la Spies, invitando la gente ad avere figli per compiacere i loro genitori e contribuire a invertire l’invecchiamento della popolazione.“Il sistema di welfare danese è sotto pressione. Non ci sono ancora abbastanza bambini, nonostante un piccolo progresso. E questo riguarda tutti noi. Ma coloro che soffrono di più sono forse le madri che non potranno mai sperimentare di avere un nipote,” recitava lo spot mostrando una anziana donna danese mentre immagina un suo futuro nipote.

Successo garantito anche per un motivo: non si fa pressione di genere e si sposta il problema sulla necessità di "evadere" dai propri recinti. Bravi! Per chi volesse vedere i video precedenti della compagnia, il link è qui.





Poco dopo questi spot, la città di Copenaghen produsse una propria campagna sempre puntando sulla fertilità.

Nove mesi dopo i rapporti suggerirono che la Danimarca era in una fase di baby boom con più di 1200 bambini nati in più rispetto all'anno precedente, secondo quanto riporta il sito The Local citando un rapporto del giornale danese Politiken.

Esempi di marketing virale efficaci, a cui il nostro anche il nostro ministero potrebbe ispirarsi.

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