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LA COMPLESSITÀ DEL PROBLEMA AGROALIMENTARE

Forse nel 2020 saremo 9 miliardi. Non sappiamo ancora esattamente come vincere la sfida malthusiana e - nel frattempo - il cambiamento climatico riduce la capacità produttiva delle aziende agricole. Non abbiamo una carenza globale di alimenti, eppure ci sono circa 840 milioni di persone che soffrono cronicamente la fame.

Sprechiamo troppo, spesso conosciamo determinati argomenti in maniera troppo superficiale e - nondimeno - pretendiamo di avere la soluzione. Quella soluzione a cui (combinazione) nessuno aveva ancora pensato.

Il problema agroalimentare è in realtà molto complesso. In particolare, se consideriamo l'agricoltura come un sistema di sistemi, esistono almeno tre livelli di complessità:
- le piante coltivate (sistema colturale);
- le piante e gli allevamenti (farming system);
- tutte le aziende agricole che si trovano su un determinato territorio (sistema agrario).

Partire dalla pianta non ci consentirà facilmente di trovare il modo ottimale di gestire il sistema agrario. E' meglio agire sulle relazioni fra gli elementi del sistema. Ci vogliono comunque molti dati e molto tempo. E la soluzione non è dietro l'angolo.


Occorre considerare la struttura dell'azienda agricola italiana, che è spesso di ridotte dimensioni e a conduzione familiare. Solo il 52% delle aziende agricole vende sul mercato; tutte le altre producono esclusivamente per l'autoconsumo. Il problema agroalimentare è quindi reso ancora più complesso dagli aspetti economici e giuridici. Ad esempio, l'agricoltura biologica è regolamentata, quella convenzionale no.


Inoltre l'agricoltura utilizza sempre più mezzi e prodotti acquistati all'esterno (dai macchinari ai fertilizzanti) e quindi - in ultima analisi - dipende strettamente dal petrolio. Il petrolio è un combustibile fossile destinato ad esaurirsi, e dalla sua dinamica dipende la nostra (in)sicurezza alimentare.

Stefano Bocchi ha analizzato in modo completo il problema agroalimentare nel libro "Zolle - storie di tuberi, graminacee e terre coltivate", pubblicato da Raffaello Cortina Editore. Nella zolla di terra c'è il nostro passato - bellissima a tal proposito è la storia dei Natufiani e delle graminacee - ma c'è anche il nostro presente e, soprattutto, il nostro futuro. Dobbiamo senza indugio incrementare l'educazione agroalimentare della popolazione.

Quanti sanno mangiare in modo equilibrato? Quanti si dedicano ad evitare gli sprechi e - nei limiti del possibile - ad autoprodurre? Siamo singoli individui e singole aziende, ma siamo anche un sistema. E in un sistema contano sia le singole parti che l'insieme di tutti i componenti.


P.s.: Se volete incontrare Stefano Bocchi lo trovate il 28 ottobre 2015 alle 18 a Milano, presso il Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia "Leonardo da Vinci".

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