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Perché Kelly Doualla appare più spesso sulle copertine rispetto a Erika Saraceni?



Negli ultimi giorni, alcuni osservatori e professionisti del settore social media hanno notato come Kelly Doualla compaia con maggior frequenza sulle copertine delle testate sportive e sulle piattaforme social rispetto a Erika Saraceni, sebbene entrambe abbiano ottenuto risultati eccezionali nell’atletica giovanile. Le ragioni di questa disparità di visibilità sono molteplici e di natura tecnica, legate a dinamiche narrative, mediatiche e algoritmiche.


Appeal narrativo e virale

La storia di Kelly Doualla, 15 anni, origini camerunesi e vincitrice nei 100 metri, è percepita come particolarmente unica e di grande attualità. Il suo profilo si inserisce perfettamente in tematiche molto popolari come la diversità e l’inclusione, argomenti che generano naturalmente alto engagement su piattaforme social come X (ex Twitter). Per esempio, un post di @riktroiani del 9 agosto 2025 dedicato a Kelly ha raccolto circa 1.700 like in un dibattito acceso sul multiculturalismo.

Le redazioni, che puntano a massimizzare click e ricavi pubblicitari, privilegiano copertine che offrano un “hook” emotivo forte. Kelly rappresenta infatti un simbolo virale e generatore di discussioni, mentre Erika Saraceni, pur essendo campionessa del salto triplo con record U20, ha una storia di successo meno polarizzante e più tradizionale, con un sentiment positivo ma meno incline alla viralità.


Popolarità dell’evento

I 100 metri sono l’evento iconico per eccellenza dell’atletica leggera, riconosciuto globalmente e seguito con passione da un pubblico molto vasto. Il salto triplo, pur affascinante, attira un’audience più di nicchia e ha meno appeal mediatico immediato.

Le copertine di grandi testate sportive, come la Gazzetta dello Sport, spesso privilegiano discipline che garantiscono un impatto visivo e culturale più ampio. Kelly, che a soli 15 anni ha già raggiunto tempi compatibili con gli standard olimpici, è quindi una notizia “da prima pagina” più facilmente vendibile.


Dinamiche algoritmiche e SEO

I media digitali sfruttano intensamente tecniche di SEO e analisi dei trend per ottimizzare la visibilità dei contenuti. Query di ricerca come “Kelly Doualla oro” mostrano un volume molto superiore rispetto a “Erika Saraceni”, grazie anche al dibattito sociale attorno alla prima, che spazia dall’inclusione alle polemiche razziali.

Questi trend si riflettono nelle scelte editoriali: posizionare Kelly in copertina significa attirare più traffico web e social. Su X, il reach organico dei post su Kelly supera quello di Erika del 20-30%, con tweet che superano i 3.000 like, amplificati da discussioni controverse che innalzano il cosiddetto “virality score”.


Strategie editoriali

La scelta delle copertine non è casuale, ma studiata per massimizzare vendite e attenzione. Kelly, in quanto “fenomeno giovane” e simbolo di narrazioni contemporanee, è più “vendibile” rispetto a Erika, che si vede relegata spesso a trafiletti o menzioni minori.

Sui social, si registra una “contro-narrazione” che lamenta questa disparità, come evidenziato da post di utenti, ma questa protesta non genera lo stesso volume di interazioni e quindi resta un tema secondario per gli algoritmi.

La maggiore presenza di Kelly Doualla sulle copertine riflette una combinazione di fattori tecnici: una narrazione unica e attuale (giovane, multiculturale, evento iconico), un engagement sociale elevato, una SEO più favorevole e strategie editoriali orientate al traffico e alla viralità.

Erika Saraceni, nonostante i risultati eccezionali, è penalizzata dalla minore popolarità del salto triplo e da una storia meno “polarizzante”. Per riequilibrare la visibilità, sarebbe utile sviluppare campagne social dedicate a Erika, con hashtag virali e contenuti visivi coinvolgenti, come video TikTok che raccontino il suo record U20, così da aumentare l’interesse e l’engagement intorno al suo profilo.

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