Il complotto di Obama per affossare Trump è una Fake News per distogliere l'attenzione
Un altro scandalo per distrarre: Trump e le storie che non fanno più notizia
Negli ultimi anni, Donald Trump – ex presidente degli Stati Uniti – è stato coinvolto in tantissimi scandali. Tra processi, accuse, parole forti e gesti discutibili, ogni settimana sembra esserci un nuovo titolo sui giornali. Ma non è tutto così semplice. Dietro a questa valanga di notizie, c'è chi pensa che ci sia una strategia ben precisa: distrarre l’opinione pubblica da temi molto più gravi. Uno di questi? I legami tra Trump e Jeffrey Epstein.
Epstein era un miliardario americano, morto in prigione nel 2019, accusato di aver organizzato per anni una rete di sfruttamento sessuale ai danni di ragazze minorenni. Aveva amici molto potenti: politici, attori, banchieri, nobili. Tra questi c’era anche Trump. I due si conoscevano da anni e frequentavano le stesse feste, le stesse case, gli stessi ambienti. Ci sono foto, video, testimonianze che lo dimostrano.
Perché allora di tutto questo si parla così poco? Perché i media preferiscono parlare di altri scandali, magari anche reali, ma meno pericolosi per chi sta davvero in alto?
Facciamo un esempio. Quando Trump è stato accusato di aver portato via documenti riservati dalla Casa Bianca, è partita una vera e propria tempesta mediatica. Quando poi è stato condannato per aver pagato il silenzio di una pornostar prima delle elezioni, non si parlava d’altro per giorni. Ma appena si tocca il tema Epstein – e il ruolo di certi personaggi molto potenti in quella storia – cala il silenzio. Tutto diventa improvvisamente vago, confuso, sfocato.
La verità è che il caso Epstein è uno dei più inquietanti degli ultimi decenni. Non si tratta solo di un uomo ricco che ha fatto cose orribili. Si tratta di un sistema. Un sistema in cui gente molto importante – ricca, famosa, influente – approfittava della propria posizione per sfruttare ragazze giovanissime. E in cui il silenzio era garantito con il denaro, la paura e le minacce.
Trump non è mai stato condannato per nulla legato direttamente a Epstein, ma le connessioni sono tante. E proprio per questo, secondo alcuni osservatori, è più comodo creare una nebbia intorno alla verità. Come? Riempendo i giornali di altri scandali. Alcuni reali, altri magari gonfiati ad arte.
Ogni volta che esce una notizia su Trump, su una causa, su una frase sbagliata o su un nuovo processo, si finisce per dimenticare il quadro generale. Si dimentica che, tra tutte le accuse e i processi, quello che fa davvero paura è il possibile coinvolgimento in una rete criminale di livello mondiale. Una rete che, ancora oggi, non è stata smantellata del tutto. E che tocca nomi che non si possono nemmeno nominare in televisione.
Molte persone si chiedono: com’è possibile che Trump, con tutto quello che si sa su Epstein, non abbia mai dovuto rispondere pubblicamente di quei rapporti? Com’è possibile che si sia parlato più della sua acconciatura o dei tweet che pubblicava, che delle sue frequentazioni con uno degli uomini più oscuri della storia recente?
Forse la risposta è semplice: fa più comodo così. Far parlare d’altro, creare sempre nuovi “casi”, nuove “bombe mediatiche”, per non lasciare spazio al vero scandalo. Perché quello, se venisse a galla fino in fondo, cambierebbe troppe cose. E coinvolgerebbe troppa gente.
In conclusione, ogni nuovo episodio su Trump – per quanto serio – va anche visto con occhio critico. Perché a volte il rumore serve proprio a coprire il silenzio sulle cose che contano davvero.
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