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PERCHÈ LA CAMPAGNA FERTILITY FAKE È UNA FARSA

E NON AIUTA LE DONNE E LE NEOAMME 

Domani a Roma si organizza il "Fertility Fake", un evento che in quanto a trasparenza e riconoscimento   sociale è pari forse solo al "Family Day". 


La prima cosa da chiedersi è: da chi è organizzata la campagna? 

È importante chiederselo, perché se la condividete, condividerete anche gli ideali di coloro che la propongono (e come vedremo non sono sempre condivisibili) 

Dovreste intanto sentire da lontano il tanfo di campagna marketing-politica. 
Spendete un po' del vostro tempo per cercare informazioni sul social ufficiali: non ci riuscirete!  

È QUESTA LA TRASPARENZA INVOCATA PER IL CITTADINO?

Non sapendo chi avesse organizzato questa farsa sono andato a fondo, e dopo numerose ricerche ho scoperto una cosa che non mi piace: perché personalmente amo la chiarezza, non mi piace essere preso in giro. 

Diciamo subito che la "signorina" Effe, presa a immagine della campagna, si presenta come "Sono al signorina e sono in attesa".  

SIGNORINA NEL VOCABOLARIO ITALIANO 

E qui piombiamo nel ridicolo. Provate a rivolgervi a una 18-30 enne con il termine "signorina". Come minimo vi identificherà come un sopravvissuto al Titanic! Siamo d'accordo che "signorina" sia un termine dell'epoca del giurassico? Si? Possiamo allora andare avanti. 

Dicevamo, questo è  il tutorial per partecipare al fertility fake! Che è ancora più triste di quello realizzato dalla Lorenzin!  Lo trovate qui https://www.facebook.com/SignorinaEffe/?hc_ref=PAGES_TIMELINE&fref=nf







Ne parla la Stampa ma di nuovo non viene soddisfatta la regola delle  5W del serio giornalismo: ovvero Who, Why, When, What, Where
Nell'articolo de LA BUSIARDA (così' chiamiamo noi piemontesi La Stampa) MANCA IL WHO! Il Chi!  Chi organizza la manifestazione? Ma soprattuto, quali interessi ha chi la organizza? 

Cercando e cercando finalmente un comunicato stampa da una agenzia ci informa che l'evento è organizzato da  Rete della Conoscenza (tranquilli il link è nofollow e non dà loro visibilità :-)  

Una domanda sorge spontanea: se l'avete  organizzata voi della Rete della Conoscenza, perché confondere il lettore e non vi dichiarate apertamente?

Nel "chi siamo" si scopre che: "La Rete è un’associazione di secondo livello (sic!) di rappresentanza sociale e di partecipazione politica, che coniuga l’ispirazione sindacale e l’ambizione di esprimere una soggettività politica di carattere generale".

Personalmente non mi sento rappresentato da quello che leggo nel loro statuto. Perché allora puntare su sentimenti ed emozioni condivise dagli italiani? Neppure a me piace come è stata condotta la campagna della Ministra Lorenzin. Ma perché dovrei condividere gli  interessi  di questa fantomatica "Rete della Conoscenza?" e dedicare il mio tempo partecipando ai loro eventi? Il loro comportamento ha un termine che non uso mai ma che stavolta è necessario: populismo.

La trasparenza? Pronti naturalmente al confronto, anche se il confronto andrebbe fatto a monte, senza nascondersi dietro una qualsiasi  "Signorina Effe". 





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