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LA CRITTOGRAFIA QUANTISTICA NON È UN MIRAGGIO

Quando, a fine Aprile, intervistammo Philip Zimmermann [qui], il creatore di Pretty Good Privacy (PGP), il pacchetto software di crittografia più usato al mondo, ci aspettavamo ci raccontasse delle ricerche in atto sulla realizzazione di una cifratura che facesse uso dell'entanglement quantistico. La sua risposta fu disarmante: "fun (divertente) ma attualmente non applicabile".

Forse Zimmermann non sapeva ancora che quarantun team di ricerca – provenienti da dodici paesi diversi – che hanno collaborato al progetto europeo SECOQC (Secure Communication based On Quantum Cryptography), stavano lavorato su un progetto che pochi giorni fa, a Vienna, ha finalmente dato risultati soprendenti, facendo comunicare tra loro una rete di sei computer attraverso collegamenti in fibra ottica.

Scrive Roberto Bovolenta:
"La crittografia quantistica è già diventata oggetto d’interesse da parte di alcuni istituti di credito a Londra, i quali stanno considerando l’idea di poterla utilizzare al più presto possibile per poter effettuare transazioni e riconoscimento clienti senza il rischio di sciagurate incursioni di hacker.
Chiaramente, oltre alle banche e alle compagnie di assicurazione, questa tecnica diverrà probabilmente dominio di chiunque disponga di un terminale, e potrà essere estesa anche alle comunicazioni telefoniche da fisso (sempre più rare ma ancora presenti, almeno negli uffici)".

Qui l'articolo: CRITTOGRAFIA QUANTISTICA: IL MESSAGGIO INVIOLABILE
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