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POLONIO NELLE SIGARETTE? SI, MA ANCHE TANTA ARIA FRITTA!

I giornali di mezzo mondo (soprattutto quelli italiani) si sono accorti con sgomento in questi ultimi giorni di Agosto che il fumo può far davvero male alla salute!

E lo hanno fatto in seguito alla segnalazione ANSA che avvertiva della presenza di un articolo che quattro ricercatori (Monique E. Muggli, Jon O. Ebbert e Channing Robertson del MayoClinic e Richard D. Hurt della Stanford University) hanno pubblicato sull'ultimo numero dell'American Journal of Public Health di September 2008, Vol 98, No. 9 (disponibile qui in PDF).

Nel tabacco ci sarebbero tracce di Polonio-210, notizia peraltro ben nota alle industrie produttrici da oltre 40 anni, che avrebbero cercato per tutto questo tempo di eliminare senza tuttavia riuscirci questo fastidioso elemento dalla loro produzione.

Non è però del tutto corretta la notizia riportata dall'ANSA (e replicata da molti giornali) che afferma:

"FUMO: NEL TABACCO POLONIO RADIOATTIVO" (sic)
(evidentemente per distinguerlo da quello "non radioattivo" :-(
il quale però non esiste
dato che i 25 isotopi che sono noti sono tutti altamente instabili.
E poi ...
"...che il fumo sia un vero attentato per la salute lo sanno tutti, ma che le sigarette contengano il polonio 210 (la stessa sostanza radioattiva usata per uccidere Alexander Litvinenko a Londra nel 2006) è noto solo a pochi 'addetti ai lavori'"
Peccato che la presenza di Polonio-210 nelle sigarette non sia una novità neppure al di fuori dei laboratori: oltre alle ricerche pubblicate su riviste scientifiche a partire dagli anni settanta, è sufficiente fare una piccola ricerca su Internet per dare uno sguardo ai giornali (anche solo in Italia) che da 10-12 anni a questa parte hanno presentato il problema.
[Qui un esempio di articoli pubblicati in Italia dal 1995 ad oggi].

Non si può certo dire che la stampa non ne fosse a conoscenza.

Benché l'atmosfera contenga tracce di PO-210 come prodotto del Radio-226 (sono elementi naturalmente presenti sulla crosta terrestre) la maggior parte del Polonio presente sulle foglie di tabacco deriverebbe dai fosfati usati con i fertilizzanti.

Anche qui non si può dire che la notizia ANSA e della stampa sia una novità: leggete infatti quello che documentava il Dott. Vincenzo Zagà nel 2007.

Già nel lontano 1968 la Philip Morris, sempre secondo l'articolo su AJPH, avrebbe verificato la presenza di 0.33–0.36 picocuries [pCi/g] per grammo di tabacco. Su www.pmdocs.com basta cercare con il termine Po-210.

L'articolo dei quattro ricercatori americani sembra voler ribadire piuttosto un altro concetto: 40 anni di ricerche non sono bastate a rendere sufficientemente nota l'informazione al pubblico.
Secondo gli studiosi sui pacchetti di sigarette dovrebbe infatti comparire la scritta "pericolo radiazioni".

Evidentemente non sembra sufficiente avere scritto sui pacchetti che "Il fumo uccide".
Il consumatore sembra debba anche avere il diritto sapere cosa lo ucciderà, oltre ai già noti 4-(methylnitrosamino)-1-(3-pyridyl)-1-butanone (NNK), 2-naftilammina, 4-amminobifenile, arsenico e cromo e altre 50 sostanze già potenzialmente cancerogene.

2 commenti

Sandro kensan ha detto...

Non ho capito se i 33 pcurie per grammo sono anche assorbiti da un fumatore oppure se sono solamente presenti nelle sigarette.

Comunque se si aspirassero 33pcurie/g per un pacchetto di sigarette al giorno e per un anno farebbero 4800 pcurie (circa 5 nci).

Secondo un sito l'Accumulo massimo nel corpo è di 6000-7000 nanoCi all'anno.
ref

Secondo te occorre dedurre che non c'è problema?

Sandro kensan ha detto...

Mi sa che ho sbagliato i conti, dovrebbero fare 482 nanocurie all'anno per un fumatore da un pacchetto di sigarette al giorno.

Siamo ancora a meno di 1/10 della quantità massima tollerabile, certo occorre considerare che ci sono da aggiungere molte altre fonti di radiazioni.