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"LA DANZA DELLE RANE": UN BEL ROMANZO DIVULGA LA SCIENZA

"La danza delle rane" - foto di Walter Caputo
Ho trascorso le ultime dieci sere a leggere: "La danza delle rane" a mio figlio. Non gli bastava un capitolo, anche se era tardi, anche se era stanco, voleva comunque ascoltare il più possibile. Non era tanto - o solo - per sapere come andasse a finire la storia, ma era proprio la storia in sé, troppo bella per rinviarne la lettura al giorno successivo. Ha colpito tanto mio figlio che ha 10 anni, quanto me che ne ho quasi 50. E sono trascorsi ormai più di 20 anni da quando leggevo praticamente solo letteratura, tantissima letteratura, di qualunque genere - da Dante all'ultimo autore esordiente - passando da grandi romanzi a piccoli racconti senza dimenticare le poesie. Anche oggi leggo molto, ma principalmente saggistica e divulgazione scientifica. Ogni tanto, però, non mi faccio mancare qualche romanzo ed ora che è passata la mezzanotte ed ho finito il bellissimo: "La danza delle rane" (scritto da Guido Quarzo ed Anna Vivarelli - illustrazioni di Silvia Mauri - e pubblicato da Editoriale Scienza), non posso fare a meno di scriverne. Voglio sintetizzare qui di seguito i motivi per cui si tratta di un gran bel libro. O almeno, voglio provarci.

Innanzitutto non è troppo lungo: in tutto 123 pagine in formato quasi tascabile sono praticamente perfette. Poi il tipo di carattere e la grandezza sono idonei per una lettura comoda, agevolata anche da illustrazioni molto particolari. L'apparato grafico è completato da una bella copertina, un po' retrò, ma anche allegra e moderna.

Ma veniamo alla storia: mi pare proprio che ci siano gli elementi essenziali. C'è lo scienziato, c'è il mistero, ma anche la difficile convivenza fra scienza e fede, le credenze in teorie senza capo né coda, la voglia di capire, scoprire e divulgare. La figura del giovanissimo assistente dello scienziato è in sé un percorso evolutivo. Antonio, assistente di Lazzaro Spallanzani, comincia semplicemente a scrivere nomi latini su piccoli pezzetti di carta, insomma aiuta a catalogare. Poi - anche grazie all'entusiasmo che lo contraddistingue - comincia a farsi le domande giuste, riesce a risolvere il mistero della cassa dei fossili, riceve in dono il suo primo libro. E non si può descrivere l'emozione che si prova quando ti regalano un bel libro e tu sei giovanissimo ed è proprio quello che vuoi leggere, è proprio ciò che segnerà il tuo percorso.

Ma ora mi rendo conto che vi sto dicendo troppo, e non voglio assolutamente togliervi il piacere della lettura, perché - per come è scritta - entrerete facilmente nella storia. E sarà un bel viaggio. Potrei anche dirvi che - tra il romanzo e la stretta attualità - si potrebbero scoprire diverse analogie, anche piuttosto interessanti. Ma sento che mi trasformerei in un pedante critico letterario, mentre sono solo un divulgatore scientifico, uno che ama la scienza. Sempre, anche quando è protagonista di un romanzo.

Walter Caputo
Divulgatore scientifico


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