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CERN: INIZIATE COLLISIONI RECORD A 13 TeV. È LA FISICA, BELLEZZA!

Fonte: DISTI 

I potenti motori di Lhc si sono riaccesi oggi 3 giugno 2015, con l’inizio del cosiddetto “run2”: dopo due anni di accurati test e complesse verifiche, nel large collider del Cern si può raggiungere ora un’energia record di 13.000 miliardi di elettronvolt (13 TeV), quasi il doppio dei 7 TeV che tre anni fa hanno consentito di stanare il bosone di Higgs.

Fisici al lavoro al CERN - xdrew / Shutterstock.com

A 100 metri di profondità, lungo il tunnel circolare di LHC, qualcosa come 100 miliardi di protoni organizzati in pacchetti corrono in direzioni opposte, ad una velocità prossima a quella della luce. Guidati lungo la pista magnetica con precisione infinitesimale, sono destinati a scontrarsi tra loro per produrre fino a 1 miliardo di collisioni al secondo, in corrispondenza dei sei apparati sperimentali.

Studiando gli eventi prodotti dai nuovi più energetici scontri, i fisici di tutto il mondo (1500 italiani, tra cui il prossimo Direttore generale del Cern Fabiola Gianotti) sperano di trovare nuove chiavi per penetrare nei segreti della natura e trovare risposte a grandi interrogativi: ad esempio, perché il nostro mondo è fatto di materia e non di antimateria? di cosa è composta la materia oscura, cinque volte più abbondante della materia ordinaria eppure del tutto sconosciuta?



Tutti temi, questi, al centro dell´attenzione del Seminario Nazionale di Fisica Nucleare e Subnucleare "Francesco Romano", che si aprirà domani ad Otranto e culminerà con la conferenza di Guido Tonelli l´8 giugno a Lecce (v. newsletters DISTI dell´ 8-4 e 1-6- 2015).


Mentre i due giganti Atlas e Cms hanno il compito di analizzare un gran numero di particelle diverse (ad essi si deve la scoperta del bosone di Higgs, l’unica mai osservata tra le 16 particelle previste dal Modello Standard), l’apparato Alicepunta invece i suoi occhi sulle collisioni tra ioni pesanti e Lhcb sui mesoni B. 

Nell’esperimento Totem (appena 3 metri e 3 kg di strumenti distribuiti però su mezzo km di lunghezza), è concentrato un ambizioso obiettivo scientifico: i suoi sofisticati telescopi e sotto-rivelatori sono stati progettati, infatti, per esplorare alcuni specifici aspetti della nuova fisica, anche oltre i confini dei suoi ben più imponenti compagni di ventura. Chiamati ´pozzetti romani´ per la loro forma e perché utilizzati per la prima volta da fisici romani negli ani ’70, gli apparati di Totem sono gli unici capaci di operare sia in senso verticale che in senso orizzontale nel vuoto dell’acceleratore. 

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