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SPAZIO: SERVE UNA CHIAVE INGLESE? TE LA SPEDISCO VIA EMAIL E LA STAMPI IN 3D

Houston abbiamo avuto un problema”: disse uno degli astronauti dell'Apollo 13 nell'aprile del 1970.

Magari l'equipaggio dell'Apollo 13 avesse avuto la fortuna di avere una stampante 3D: di sicuro avrebbero risolto il loro problema senza intoppi.

È il caso del comandante della Stazione Spaziale Internazionale Barry Wilmore, che nei giorni scorsi aveva bisogno di un attrezzo per compiere alcune esercitazioni con Samantha Cristoforetti e il nuovo robot. In condizioni normali gli sarebbe stato consegnato dopo mesi. Oggi però le tecnologie permettono di spedire un file alla velocità della luce, sottoforma di un  file CAD da stampare con una stampante 3D. 



Wilmore quindi ha dovuto aspettare pochi minuti e il suo problema è stato risolto prima di ogni prevision. Gli è arrivata via email e se l'è fabbricata con la stampante 3D.




Mike Chen, fondatore di "Made In Space", società che produce stampanti 3D, ha dichiarato: "Abbiamo sentito il comandante Wilmore dire alla radio che aveva bisogno di un pezzo specifico, quindi lo abbiamo disegnato con il Cad e inviato a lui via e-mail". Più veloce della luce. 

L'astronauta aveva installato la stampante 3D il 17 novembre e il 25 novembre hanno fabbricato il primo pezzo, una parte di ricambio per la stampante stessa.
In questo modo gli astronauti saranno più autosufficienti nelle future missioni spaziali di lunga durata, e nei futuri viaggi alla volta di Marte.
"La chiave a tubo che abbiamo appena fabbricato - ha aggiunto Chen - è il primo oggetto che abbiamo progettato a terra e inviato nello spazio via email".

Maggiori info sul blog NASA della missione.

Ricordiamo che anche la nostra Astronauta italiana Samantha Christoforetti, ora a bordo della Stazione Spaziale Internazionale, utilizzerà nei prossimi mesi una stampante 3D progettata dall'ESA nell’ambito della missione “Futura” dell’Agenzia Spaziale Italiana. 

Si chiama “Pop3D”, ed è  sviluppata e costruita in Italia grazie al finanziamento dell’ASI (Agenzia Spaziale Italiana) che fa parte di uno degli oltre dieci esperimenti a cui parteciperà l’astronauta italiana (tra questi c’è anche un esperimento chiamato “Isspresso” che permetterà di prendere il caffè a bordo, studiando la reazione dei liquidi ad elevate temperature e pressioni).

“Avrò l’onore di essere il tecnico di laboratorio e presterò le mie mani, i miei occhi e molto spesso farò da cavia per gli esperimenti dei nostri scienziati”- ha detto Samantha.





Si tratta di una grande opportunità per l'Italia e per le imprese italiane. La collaborazione con Made in Space e con ESA e NASA possono portare grandi vantaggi e ricadute in occupazione e in innovazione nel manifatturiero ma anche nel settore ingegneristico e medico.






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