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LA CHIMICA DEI RICORDI DI SCUOLA

Vi ricordate quando studiavate chimica alle superiori? Piaceri o dolori? Vi ricordate qualche aneddoto curioso?

La nona edizione del Carnevale della Chimica  ha come tema i nostri ricordi di scuola. Cosa ci è rimasto di quelle interminabili giornate passate sui banchi quando il professore o la professoressa insegnava la Chimica a noi studenti?

La domanda ho voluto rivolgerla  a un gruppo di amici, che dopo quelle lezioni hanno preso strade diverse, ma che nei loro ricordi è rimasto qualcosa... vediamolo!










Eleonora Rossi è architetto, lavora a Torino ed è titolare di habitat decor, un portale ecommerce di complementi di arredo di design.

Ho frequentato il liceo classico, e di chimica ho fatto solo un anno e pochissime ore, con un'insegnante pessima che non ci insegnava nulla e ci provava tutto tempo con i più belli della classe.
Passava quasi tutta la lezione a civettare con il fighetto della classe detto Checco... 
Chimica all'Università non l'avevamo nel programma. Quindi potrei dire che la mia esperienza come studentessa di chimica sia molto risicata. Anche se mi ricordo la tabella degli elementi e gli esercizi con le trasformazioni chimiche che mi venivano molto bene.Non avevamo un laboratorio, facevamo lezione in un aula apposita nello scantinato della scuola che però non aveva attrezzature, ma solo un poster con la tabella degli elementi e uno di geografia astronomica e qualche immagine di biologia (erano le tre materie di competenza della stessa insegnante e insegnate nella stessa maniera!).


Chiara Agresta è laureata in scienze naturali. Suo il blog L'albero dell'ecoscienza.

Il mio ricordo della chimica è legato al mio professore delle scuole superiori.
Ci fece fare un progetto, ricordo ancora il nome “Con la plastica è possibile”, riguardante la sua composizione chimica e tutti i suoi derivati. Ovviamente tutto cartaceo, al massimo con l’ausilio di cartelloni su cui attaccavamo foto.
Ci portava spesso in laboratorio, una cosa anomala per la nostra scuola, anomala proprio come lui, considerato da tutti un professore che “perdeva tempo” portandoci in laboratorio e mettendo troppa passione nell’insegnamento. Cercava di farci avvicinare al mondo della chimica divertendoci, coinvolgendoci attivamente in quello che era un argomento freddo, da imparare a memoria e tutto scritto, con poche immagini e pochi grafici.
Penso di essere stata fortunata ad incontrare un professore del genere, anche se all’epoca non apprezzavo ciò che faceva, lo consideravo anche io un professore strano.
Ma adesso, a distanza di anni, anche se ricordo ben poco dei legami chimici, ricordo però benissimo quali sono i derivati della plastica e tutte le cose che con questi si possono fare.
Ed ho una laurea scientifica.



Dante Bianchi è biologo, iscritto all'albo dei giornalisti e fondatore di Oxicoa, fabbrica di cioccolato di Torino.

Ho frequentato l’Istituto tecnico agrario. Stiamo parlando del 1994. Ricordo che in seconda superiore l'impatto della mia classe con la chimica fu traumatico: atomi, molecole, legami covalenti, orbitali... Concetti che richiedevano un buon grado di astrazione per ragazzi di 14-15 anni. Infatti il primo compito in classe fu disastroso.
Fortunatamente per me fu un po' più semplice. Quand'ero bambino trascorrevo molto tempo con Bruno, il mio unico cugino, che ai tempi frequentava l'Università alla Facoltà di scienze e per aiutarsi nello studio costruiva modellini di molecole con palline di cartapesta colorata che univa con lunghe bacchette di legno, come quelle degli spiedini. 
Io ebbi la fortuna di maneggiare gli atomi di Bruno e di giocare con quei manufatti. E così che familiarizzai presto con le parole molecola, carbonio, ossigeno, idrogeno. 
Fu un ingresso dolce nella chimica.



Claudia Terzaghi è laureata in Architettura ed Interior Designer. Appassionata, oltre che di design, anche di cinema, ne scrive sul blog Design e Mass Media.

Ho fatto chimica sia alle superiori sia in un corso al Politecnico.I ricordi delle superiori sono un po' labili. Chimica, al liceo scientifico, viene insegnata solo al quarto anno. Il problema della mia professoressa era che essendo laureata in biologia, non sapeva fare le reazioni chimiche nè a livello teorico con i calcoli nè tanto meno in laboratorio. Quindi purtroppo l'immagine di me con il camice, gli occhialini e le ampolle a fare "intrugli magici" sarà solo una fantasia...per di più di chimica non mi ricordo assolutamente nulla: il libro era un tomo di più di 300 pagine ma gli argomenti che abbiamo affrontato sono stati veramente pochi. Due anni dopo, sono approdata al Politecnico, corso di Materiali diviso in tre sezioni: Polimeri, Ambiente, Materiali per Architettura. La parte inerente ai polimeri era praticamente un corso ristretto di chimica, insegnato da Marta Rink, una donna che del suo lavoro sapeva moltissimo ma che spiegava in modo così difficile da far sembrare tutto molto molto complicato: struttura atomi, del polimeri, le catene, ecc. La signora Rink, nonostante sia laureata in chimica e abbia scritto parecchi libri è l'incubo di tutte le matricole, perchè il suo esame se passato con il 20 è già ringraziare il cielo.

Carlo Ferri è Ph.D. in Astrofisica e lavora presso l'Università di Barcellona. Il suo blog è Gravedad Cero.

mmmmhhhh.... chimica chimica....a dire il vero del liceo non ricordo gran cose... forse perchè mi piaceva molto la materia e alle interrogazioni e nei compiti in classe ottenenvo sempre dei buoni voti....

Dell'università invece... a parte il ricordo più fresco, ricordo la mia sorpresa quando scoprii che quello che si studiava all'università aveva poco a che vedere con quanto studiato al liceo!Fu il mio primo esame universitario.. e fui bocciato! Però fu anche l'unico che non riuscii a superare ;-) però immaginate il trauma! Comunque mi presentai al secondo appello e lo superai con gran soddisfazione, come dopo aver superato un'impresa!
L'aneddoto è che, stranamente, per la prima volta entrai in contatto con la fisica quantica, di cui avevo tanto sentito parlare e che non avevo "toccato" con mano, visto che si studia al III anno, per lo meno a Bologna... "conobbi" Schrödinger e così imparai cos'è una funzione d'onda.
Adesso, a posteriori, credo che la bocciatura mi abbia "fatto bene". Imparai realimente cosa vuol dire uno stato quantizzato di energia per un fotone, la famosa E=13.6 eV. che poi ho ritrovato mille volte non solo negli esami seguenti ma persino durante il mio dottorato, fino all'ultimo giorno in cui ho difeso pubblicamente la mia tesi di Ph.D.



Walter Caputo è laureato in Economia e in statistica. Insegna in corsi di contabilità e bilancio ed è autore di numerosi libri sull'argomento. Il suo blog personale è  paghecontributi.

Il punto è che non ricordo più ciò che ho fatto la settimana scorsa, figuriamoci cosa mi ricordo delle superiori! Tuttavia, benchè abbia fatto ragioneria, mi sembra di aver fatto qualcosa di chimica nel primo biennio. E, cosa strana, mi piaceva e la capivo, soprattutto grazie alla bravura dell'insegnante. 
Esattamente al contrario di ciò che è successo per matematica: in quel caso non la capivo a causa della docente. Tuttavia oggi insegno proprio matematica! 

Luigina Pugno è psicologa e psicoterapeuta. Membro della Associazione ECO

La Chimica la studiai quando frequentai il Liceo Scientifico .
Non capivo assolutamente nulla! L'unica cosa che capii erano le trasformazioni, in quel compito presi 9+ e mi salvai dall'essere rimandata a settembre.
Credo che insieme ad un 9 di fisica sia stato il voto più alto che io abbia mai preso.
Eppure di chimica e fisica non ricordo quasi nulla, ma ricordo di altre materie dove andavo in modo sufficiente.


Marco Cameriero, 16 anni. Studente di Liceo. Il suo sito web è www.marcosroom.it

Purtroppo ancora non facciamo Chimica, cominceremo l'anno prossimo. La mia esperienza quindi si riduce al pochissimo fatto alle scuole medie. Alle medie ho avuto la fortuna di avere un ottimo professore di Scienze e Matematica. Cravatte di Star Wars (ne avrò contate almeno una ventina diverse), sorriso sempre pronto e voce profonda.   Chimico per qualche anno in Canada prima di dedicarsi, per scelta, all'insegnamento.  Ed è stata una fortuna perché per lui l'insegnamento era ed è una vera missione. 
I tempi che imponeva alla lezione erano spesso: mezzora di spiegazionee successiva pausa che iniziava più o meno sempre con la stessa domanda:"Allora? Che mi dite? ". Se partiva la discussione l'ora scivolava via tra molte domande ma poche risposte; quelle le centellinava nella speranza che arrivassero da noi, sbagliate, bizzarre, assurde... poco importava purché ci si privasse. Se la discussione non partiva attendeva in silenzio cinque minuti e poi riprendeva la spiegazione o peggio le interrogazioni. Non c'è bisogno che dica che, guarda caso, eravamo sempre pieni di domande da fare! 
Non ricordo con precisione se fosse la prima o comunque una delle prime lezioni,ma l'approccio con la Chimica alle medie è avvenuto tramite Peter Parker e la visione di Spider-Man. Ottima soluzione per noi maschietti, un po' meno per le ragazze che per almeno una settimana si sono ritrovate sfilate di ragni sul banco (le più fortunate). Il mio approccio con la Chimica è stato quindi ottimo, pieno di curiosità accennate, fino ad ora, ancora non soddisfatte (III Liceo Scientifico...  tanto Latino, niente Chimica). 
E lo chiamano Liceo Scientifico...


Silvia Caruso è chimico farmaceutico. Ha fondato il portale ResVet.
e per l'occasione ha scritto un pezzo che parteciperà al Carnevale della Chimica.
"Chimica, perché studiarla? "



Claudio Pasqua, giornalista scientifico, tra le altre cose si diletta a scrivere articoli di matematica ricreativa su una rivista per ragazzi dai 10 ai 14 anni: MondoErre

Ricordo come fosse ieri le lezioni di stechiometria in quarta Liceo Scientifico. Anche perché poi ristudiai l'argomento al corso di chimica generale del Politecnico alcuni anni dopo. Ricordo che mi piaceva "far quadrare le formule": mi dava una sensazione di controllo sulla materia, come se avessi scoperto la chiave che regola l'universo. In quinta liceo studiai Astronomia. O meglio non la studiai perché sapevo già quasi tutto quello che c'era da sapere dall'eta di 9 anni, dal momento che l'Astronomia è stata la mia passione fin da ragazzo. Feci però conoscenza della natura delle trasformazioni chimiche all'interno delle stelle. 
La nostra insegnante del triennio era molto preparata e spiegava in modo eccellente. Era impossibile non capire. Si era laureata in chimica farmaceutica e ricordo che arricchiva le lezioni con esperimenti di laboratorio (il liceo scientifico Alessandro Volta aveva uno dei laboratori più attrezzati del Piemonte) invitando talvolta esperti per approfondire le tematiche in aula. Pesavamo le sostanze con le bilance di precisione, effettuavamo misure, rilievi ed analisi.  
Ma il periodo in cui feci per la prima volta  l'ingresso nel mondo della chimica (organica) fu  durante il secondo anno di liceo. La materia era biologia, che amai moltissimo, e la docente ci faceva disegnare a memoria le formule di struttura delle basi azotate, del gruppo fosfato, del deossiribosio, fino alla costruzione dell'acido deossiribunucleico: il DNA. Fu il mio primo impatto con la chimica, e la trovai affascinante: sapere che da quelle molecole veniva generata qualsiasi forma vivente sul nostro pianeta mi rendeva euforico. 
Fu grazie a questi meravigliosi docenti, e al sostegno dei miei genitori, che la mia passione per la scienza prese la giusta strada: furono loro a consigliarmi dove documentarmi. Da questo compresi  come la passione con cui viene insegnata sia determinante per farci innamorare di una materia di studio. Furono anni, per me,  di continue scoperte: le riviste l'Astronomia e Le Scienze. Gli anni, ero appena quattordicenne, in cui per la prima volta frequentai  conferenze di astrofisica (dove si parlava molto di chimica) che si tenevano presso la Camera di Commercio di Torino. Ricordo ancora i nomi di alcuni relatori: Marcello Fulchignoni, Pino Zappalà, Margherita Hack, Tullio Regge, Piero Galeotti. Tuttora attivi nella divulgazione. E' anche per merito di queste persone (appassionati docenti e insegnanti eccellenti) che Gravità Zero deve la propria nascita. 


PER FINIRE

E voi, c'è qualche ricordo curioso che avete piacere raccontare?
Lasciate il vostro ricordo scrivendolo nei commenti.

4 commenti

Walter Caputo ha detto...

Interessantissimo post!!! Bravo Claudio!!! Walter

Marco ha detto...

Concordo con Walter, è bello leggere le varie esperienze ed i percorsi personali che hanno contribuito a farci "intercettare" la Chimica. Anche questa è divulgazione, meno scientifica e più personale... ma ci vuole anche questo. In fondo, prima di tutto, siamo persone e come tali viviamo le emozioni che la Chimica e le Scienze in generale ci procurano; forse, manifestandole, possiamo riuscire a far avvicinare anche gli "scettici" verso questo meraviglioso mondo, che poi altro non è che il mondo in cui tutti noi viviamo.
Un salutone
Marco

PS:
ogni tanto torno nella speranza di leggere altre belle esperienze nei commenti

Unknown ha detto...

http://erafutura.blogspot.com/2011/09/lalchimia-scolastica-tra-humor-e.html

Saluti
Gabriele

Chiara Agresta ha detto...

bello l'articolo, un nostalgico tuffo nel passato.
è la nostra storia personale che fà di noi quello che siamo...e la scuola, l'apprendimento sono tappe importanti della nostra vita!!