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MATEMATICI DISTRATTI

"Al mondo ci sono tre tipi di persone: quelle che sanno contare e quelle che non sanno contare».

La frase è di Ian Stewart, autore di numerosi ottimi libri di giochi matematici, ed è solo una delle tante battute che circolano nel mondo dei “cervelloni”. La loro attività è da sempre avvolta in un alone di mistero. I grandi matematici fiutano i teoremi più belli, vedono quello che a molti rimane oscuro, immaginano nuovi percorsi. E nel nostro immaginario, sembrano persone dalle stranissime abitudini."
"Ricordiamo la proverbiale distrazione di Newton, che alzatosi dalla tavola per prendere una bottiglia di vino da offrire agli invitati, mentre andava verso la cantina si dimenticava cosa doveva fare e si richiudeva in camera a lavorare.

Si dice infatti che un matematico possa essere così assorto nella soluzione di un problema, da scordarsi addirittura se abbia già pranzato oppure no. E sono gli stessi matematici a divertirsi nel raccontare curiosi aneddoti basati sulle clamorose distrazioni dei loro colleghi. Uno dei miei racconti preferiti riguarda il grande matematico Norbert Wiener

Aveva appena traslocato e non ricordandosi quale strada prendere per tornare nella sua nuova casa, Wiener decise di chiedere informazioni a una ragazza che gli veniva incontro:

«Scusa fanciulla, non sai mica se oggi da queste parti c’è stato il trasloco di un professore di matematica?». «Sì papà, mamma mi ha mandato a cercarti, vieni che ti riaccompagno a casa»

I matematici hanno molto senso dell’umorismo e amano ideare sempre nuovi giochi e raccontare barzellette. Purtroppo per noi, le loro battute di spirito sono spesso troppo sottili. Vediamo se sei in grado di apprezzarne qualcuna.

NUMERI PER SORRIDERE

Il figlio di un logico torna a casa e racconta che è arrivato a scuola un nuovo compagno, ma è difficile parlargli, perché non sa una parola di italiano. «Ah sì? - chiede il padre sovrappensiero - Quale?».

Oppure la seguente:

Teorema: un gatto ha nove code.
Dimostrazione: nessun gatto ha otto code. Un gatto ha una coda in più di nessun gatto. Quindi un gatto ha nove code.

E ancora:

«Babbo, babbo, mi faresti il compito di matematica stasera?».
«No, figliolo, non sarebbe corretto».
«Beh, puoi sempre provare».

E per finire...

Durante una gita in campagna, un tizio vede un pastore che governa un gregge di pecore e si ferma a parlare con lui.

«Certo che non dev'essere facile accorgersi che manca una pecora, vero?».
«No, non è un problema. Basta contarle ogni tanto».
«Sì, ma sono così tante! Ad esempio, quante ce ne sono in quel gruppo là alla nostra destra?».
Il pastore si gira, dà un rapido sguardo, e risponde: «Settantanove!».
Il tizio si mette a contarle a una a una, e dopo un paio di minuti si gira e fa: «Perdinci, è proprio vero! Ma come ha fatto?».
«È semplicissimo. Ho contato il numero di zampe e ho poi diviso per quattro...»


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