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MATERIA OSCURA ALLA RIBALTA


L'Hubble Space Telescope non è solo un mezzo per scrutare le profondità dell'universo permettendo a chiunque di vedere spettacolose immagine di oggetti cosmici di una bellezza mozzafiato, ma è soprattutto un sofisticato strumento di ricerca in grado di fornire gli indizi necessari per comprendere la struttura e la natura del nostro universo.

Solo il 15 maggio dello scorso anno, venivano pubblicate le immagini di un ammasso di galassie un po' particolare. Mediante centinaia di fotogrammi, un gruppo di ricercatori che fanno capo a NASA, ESA e ad altri centri di ricerca statunitensi, hanno potuto ricostruire come un collage un immagine che ritrae il gruppo di galassie.
Per alcuni aspetti l'immagine potrebbe sembrare molto simile a tante altre, ma con una particolarità. Questa volta l'ammasso, all'esame spettrometrico, mostrava che molte delle galassie ritratte possiedono immagini multiple e distorte.
Questo effetto non è nuovo in astronomia e si chiama effetto "lente gravitazionale". La luce formata da fotoni, microscopiche quantità di energia, passando a fianco di astri massicci, buchi neri, galassie o nubi cosmiche dense, viene deflessa gravitazionalmente creando rispetto all'osservatore immagini multiple ingrandite o distorte della stessa galassia.

Utilizzando una tecnica nuova estremamente sofisticata, l'analisi delle galassie doppione ha permesso di ricostruire la densità, la distribuzione e la forma della materia gravitazionalmente attiva che ha prodotto le deviazioni dei raggi luminosi.

Il risultato è tanto spettacolare quanto sconcertante. Un anello circolare di "materia", altrimenti non visibile, circonda le galassie che formano il nucleo del cluster CL 0024+17. L'anello di materia, distante 5 miliardi di anni luce dalla Terra e con il diametro di 2.6 milioni di anni luce, formatosi durante lo scontro di due distinti ammassi di galassie riproduce il comportamento di un'esplosione.

Dapprima la materia che probabilmente circondava gli ammassi scontrandosi ha prodotto l'addensamento nella parte centrale dell'anello, poi gli strati esterni compenetrandosi hanno prodotto l'anello, in realtà una sorta di guscio sferico che viene visto come un anello solo per un gioco di proiezioni.

L'immagine dell'anello non è stata fotografata realmente (foto originale sotto) ma è stata ricostruita al computer, quindi sovrapposta all'immagine ottenuta con l'HST con un colore convenzionale bluastro (foto modificata sopra), quindi il colore che vediamo non è reale, anche se la materia lo è fino all'ultima particella.
Si ma, particella di cosa? Ovvio è materia oscura, la dark matter di cui abbiamo già parlato in un articolo del 30 aprile, i soliti WIMPs che possono essere qualunque cosa dato che non sappiamo cosa siano in realtà. Comunque la possiamo vedere attraverso l'occhio dell'HST e della ricostruzione matematica. Fantastica vero?

Di che cosa sia formata e come si sia formata non lo sappiamo di certo, si possono solo fare delle ipotesi come abbiamo già fatto nell'articolo del 2 aprile 2008; le ipotesi? Qualunque sia la teoria utilizzata, tutte le ipotesi sono comunque riconducibili a oggetti fisici cosiddetti "esotici", non visibili nello spettro elettromagnetico, con bassissima probabilità d'interazione con la materia ordinaria e osservabili solo grazie agli effetti gravitazionali che producono sulla materia circostante.

Materia che quindi c'è realmente e non è un'illusione, perché anche se attraverso l'elaborazione matematica, quindi indirettamente, possiamo osservarla, quello che però difficilmente si potrà fare anche in futuro è toccarla con mano. Forse quando entrerà in funzione l'LHC al CERN di Ginevra, i test ad altissima energia potranno aiutarci a capirne l'origine, altrimenti, almeno per ora rimarranno uno dei tanti misteri del nostro cosmo.



1 commento

Annarita ha detto...

"Forse quando entrerà in funzione l'LHC al CERN di Ginevra, i test ad altissima energia potranno aiutarci a capirne l'origine, altrimenti, almeno per ora rimarranno uno dei tanti misteri del nostro cosmo"

Allora non ci resta che aspettare l'entrata in funzione dell'LHC al CERN di Ginevra, sperando che riesca a svelae quello che al momento rimane un mistero.