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"Grazie" ai vandali si torna a parlare di Foibe a Bussoleno: chi è Norma Cossetto e perché una panchina a lei dedicata

"Si sarebbe tornato a parlare di Foibe soltanto il prossimo 10 febbraio, grazie a quanto accaduto il tema è invece tornato di attualità in paese": è la considerazione del sindaco di Bussoleno Antonella Zoggia. E invece anche oggi, 22 gennaio, si può tornare a parlarne. Tanto che "grazie" ai vandali la panchina è ora finita su La Stampa nazionale, e tutti possono conoscere la vicenda della giovane italiana torturata dalle milizie partigiane slave. 



E sì perché se c'è un risvolto positivo in questa triste vicende è che i vandali in questo caso hanno fatto un grosso favore a Bussoleno, tanto da fare da cassa di risonanza e finire su La Stampa: se si voleva nascondere un simbolo delle foibe e dei crimini e delle responsabilità dei partigiani del dittatore Tito durante la fine della seconda guerra mondiale, come si sa, in questi casi, l'episodio virale crea un fenomeno a catena. E ha riacceso il dibattito sulle Foibe e sulle responsabilità. 

La panchina dedicata a Norma Cossetto, 23 enne vittima dei partigiani di Tito


Norma Cossetto è morta nella notte tra il 4 e il 5 ottobre 1943. Fu vittima dei partigiani di Josip Broz Tito, torturata, violentata e gettata in una foiba, diventando un simbolo delle sofferenze subite da molti italiani in Istria e Venezia Giulia durante e dopo la Seconda Guerra Mondiale.

Il recente atto di vandalismo sulla panchina commemorativa dedicata a Norma Cossetto a Bussoleno, avvenuto pochi giorni dopo la sua inaugurazione, ha riacceso l'interesse e il dibattito intorno alla tragedia delle Foibe e alla figura di Norma Cossetto, simbolo delle sofferenze patite da migliaia di italiani tra il 1943 e anche ben dopo il 1945. Come riportano molti giornali d'epoca 



Questo gesto deplorevole dimostra come la memoria delle vittime delle Foibe, nonostante gli sforzi di commemorazione e sensibilizzazione, continui ad affrontare ostacoli, tra cui il negazionismo e l'indifferenza. 

Norma Cossetto, studentessa universitaria istriana, fu torturata, violentata e gettata in una foiba dai partigiani di Josip Broz Tito nella notte tra il 4 e il 5 ottobre 1943, diventando emblematica delle angosce e delle sofferenze vissute dalle donne dell'Istria e della Venezia Giulia in quegli anni. 

Nella foto: Norma Cossetto, medaglia d'oro al valore civile della Repubblica italiana 

Le vittime delle foibe, legate tra loro con fili di ferro ai polsi e fucilate prima di essere gettate nelle cavità carsiche, rappresentano un capitolo doloroso e complesso della storia italiana, a lungo trascurato o ignorato​​​​. 

L'Italia commemora ogni anno il 10 febbraio il Giorno del Ricordo, istituito nel 2004 per onorare le migliaia di vittime delle foibe e dell'esodo giuliano-dalmata. Questa ricorrenza aiuta a ribadire il valore della pace e l'importanza della memoria storica. 

Tuttavia, eventi come il vandalismo della panchina dimostrano che la battaglia contro l'ignoranza e l'insensibilità, nonché il compito di preservare la verità storica e onorare la memoria delle vittime, sono ancora attuali e necessari. 

Il sindaco di Bussoleno, Antonella Zoggia, ha evidenziato come il silenzio, il negazionismo e l'indifferenza siano ostacoli ancora da superare nell'affrontare questa tragedia nazionale. La decisione di dedicare una panchina a Norma Cossetto, oltre a quella già esistente dedicata alla Violenza di Genere, rappresenta un simbolo di pace e armonia del ricordo, nonché un invito alla comunità ad attivarsi nella conservazione della memoria e nella promozione della conoscenza​​. 

Questo episodio sottolinea l'importanza di continuare a parlare delle Foibe e di affrontare con coraggio e determinazione ogni forma di negazionismo o minimizzazione delle tragedie storiche, al fine di costruire un futuro fondato sul rispetto, sulla conoscenza e sul riconoscimento di tutte le vittime delle violenze politiche e ideologiche del XX secolo.


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