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COME FUNZIONA LA FATTURAZIONE ELETTRONICA B2B?



Per tutti i privati in possesso di partita Iva che risiedono nel nostro Paese, quella che debutterà a partire dal prossimo 1° gennaio sarà una novità di grande rilievo: si tratta, come ormai molti già sanno, dell'obbligo di fatturazione elettronica. Dal punto di vista tecnico, ciò vuol dire che dal prossimo anno per ogni fattura sarà necessario generare un file in formato Xml, cioè eXtensible Markup Language, in base al formato FatturaPA che già attualmente deve essere utilizzato per l'emissione di fatture elettroniche che sono destinate alla pubblica amministrazione. Sia la trasmisssione delle fatture che la loro ricezione si basa sul Sistema di Interscambio, piattaforma istituzionale da cui non si può prescindere.

Gli impegni delle imprese
Sarà facoltà delle imprese decidere se utilizzare o meno il portale pubblico messo a disposizione dall'Agenzia delle Entrate per segnalare quali canali vorranno sfruttare per la ricezione delle fatture. Non si tratta, però, di un obbligo, dal momento che le aziende saranno sempre libere di avere accesso al proprio cassetto fiscale in cui saranno disponibili le fatture che competono loro. Il Sistema di Interscambio per ciascuno dei file che vengono elaborati fornisce un codice alfanumerico di tipo hash attraverso cui i singoli documenti possono essere contrassegnati in modo univoco. Non sono valide le fatture che non rispettano queste prerogative (per esempio non sono state emesse in formato Xml): anzi, non devono proprio essere considerate come emesse.

Come ci si deve comportare in caso di errori
Per ridurre a zero il margine di rischio di errori è consigliabile cliccare sul link https://www.teamsystem.com/store/fatturazione-e-contabilita/reviso/. A volte, tuttavia, gli errori sono indipendenti dalla propria volontà o dalle proprie distrazioni: può capitare, per esempio, di ricevere una fattura che in realtà è destinata a un'altra impresa. In questo caso, non si ha nulla di cui preoccuparsi e ci si può limitare a ignorarla, fermo restando che per educazione potrebbe essere utile contattare il fornitore per renderlo edotto dello sbaglio in cui è incappato. In altre circostanze, invece, a non essere corretti potrebbero essere direttamente i contenuti della fattura: in questo caso il discorso è un po' più complicato, perché la fattura in questione ormai è stata emessa, e quindi non si può far altro che rimediare con una nota di credito o con una nota di debito, a seconda della situazione.

Perché la fatturazione elettronica conviene?
Si calcola che per ogni fattura il ricorso al SdI dovrebbe garantire un risparmio medio compreso tra i 7 e i 12 euro, ipotizzando di prendere come riferimento un'azienda di dimensioni medie che ogni anno ha a che fare con circa 3mila fatture, tra quelle ricevute e quelle prodotte. Il risparmio dipende in modo particolare da una maggiore efficienza, ma soprattutto dal fatto che procedure più rapide e più snelle consentono di utilizzare meno manodopera, come avviene sempre quando si parla di dematerializzazione della gestione dei documenti. Le imprese, per altro, possono cogliere questa occasione al volo per incrementare l'efficienza del ciclo attivo e del ciclo passivo.

L'importanza delle fatture
Per ciò che riguarda il ciclo attivo, le fatture che vengono emesse sono correlate ad altri documenti, come per esempio quelli di trasporto; per ciò che riguarda il ciclo passivo, invece, le fatture che vengono ricevute sono correlate alla fornitura di un servizio o di un prodotto, e di conseguenza possono coinvolgere informazioni relative allo stato dei servizi. Come si può intuire, quindi, non sono pochi i motivi per i quali vale la pena di digitalizzare un ampio percorso in cui le fatture costituiscono una tappa fondamentale ma non esclusiva. Migliorare la velocità e l'efficacia delle procedure deve essere un obiettivo per tutte le aziende.

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