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GLASSUP, LA SFIDA ITALIANA AI GOOGLE GLASS


Gli occhiali cibernetici della startup italiana sono pronti per il mercato e sono appena stati lanciati su Indiegogo


Avete presente i Google Glass? Bene, Google non è l'unica a lavorare su un progetto del genere. Fra quelli che dovremo chiamare competitor c'è anche la startup l'italiana GlassUp, co-fondata da Francesco Giartosio, ex manager con alle spalle esperienze in Fiat e Ducati e già fondatore di Contipronti.it, Gianluigi Tregnaghi, ottico che ha lavorato al progetto di realtà aumentata per il parabrezza della Lancia, e Andrea Tellatin, già impegnato con l'azienda che produce lo smartwatch i'm Watch. GlassUp realizza degli occhiali che permettono di ricevere informazioni visualizzandole davanti a noi, come fanno anche gli Epson Moverio, ma offrendo all'utente un'esperienza poco differente da quella di indossare un normale paio di occhiali e garantendo la compatibilità con iOS, Android e Windows Phone. " Attualmente stiamo definendo alcuni particolari del prototipo che sarà disponibile nel giro di qualche settimana - spiega Giartosio - nonostante ciò, sia al CES di Las Vegas che al Cebit di Hannover abbiamo riscosso parecchio interesse”. Giartosio e soci ci lavorano dal 2011 e attualmente hanno un gruppo di una ventina di persone impegnate sul progetto. I GlassUp saranno venduti a 299 euro.




Quando sarete pronti per il mercato?

"Stiamo lavorando all'industrializzazione. Abbiamo appena lanciato una campagna su Indiegogo chiedendo 150 mila dollari”.

Quindi siete in cerca di un finanziamento?

"Finora abbiamo sostenuto da soli le spese investendo circa 150 mila euro più il nostro tempo, ma per la produzione abbiamo bisogno di un investimento iniziale di circa 400 mila euro”.

Produrrete solo l'occhiale o anche le applicazioni?

"Pensiamo di lanciare inizialmente qualche applicazione come quelle per traduzioni simultanee, lettura di SMS ed email e visualizzazione di didascalie quando ti avvicini a un oggetto per esempio in un museo. Successivamente lanceremo una piattaforma aperta a sviluppatori di terze parti. Il sistema operativo sarà Android".

Perché i vostri occhiali dovrebbero essere meglio di quelli di Google?

"Quando Google ha presentato i suoi in effetti siamo stati lì lì per mollare tutto, ma poi abbiamo lavorato sulle differenze. I Glass ti costringono a guardare da una parte, mentre con i nostri occhiali puoi continuare a tenere lo sguardo davanti a te e visualizzare le informazioni sugli abiti della persona che hai davanti. Questa è una tecnologia che abbiamo brevettato. L'ergonomia poi è cruciale e noi puntiamo molto su questo aspetto. Inoltre proiettiamo messaggi monocromatici su sfondo trasparente e quanto consente di ridurre costo e consumi".

Chi sono gli altri competitor?

"Diverse aziende hanno annunciato prodotti simili, ma ancora non li abbiamo visti. Per ora sul mercato ci sono Recon Instruments, che produce occhiali per sciatori, ed Epson con i Moverio".

Che differenza c'è con questi?

"Il sistema ottico è diverso e il nostro prodotto è molto più leggero. I GlassUp pesano circa 50 grammi contro i 30 grammi di un paio di occhiali normali”.

A differenza dei Glass i vostri occhiali sono comprensivi di lente. Possono essere sostitutivi di occhiali graduati?

"Stiamo lavorando su lenti graduate con alterni risultati. Credo che riusciremo a gestire leggere miopie, ma non l’astigmatismo".

Quanto vale il mercato e a quale fetta puntate?

"Forrest Research ha ipotizzato un mercato di mezzo miliardo di dollari nel 2015, sia per quanto riguarda la parte consumer che quella professionale. Noi puntiamo al dieci per cento di questo mercato: crediamo di poter vendere 50 mila pezzi quest'anno e arrivare a un milione nel 2015, con ricavi intorno ai 200 milioni di euro".

Che tipo di app pensate che si possano usare con i vostri occhiali?

"Fra le applicazioni più attese ci sono quelle per gli sportivi e poi esistono diverse nicchie da soddisfare. Ogni giorno ci chiamano imprese per dotare i propri carrelisti o magazzinieri di questi dispositivi. Ci chiamano medici, musei e teatri, insomma c'è molta curiosità e attenzione al fatto di poter usufruire di certe informazioni tenendo le mani libere”.

Avete avuto contatti con Google?
"Dopo che siamo stati al CES ci hanno chiamato chiedendoci di cambiare nome e minacciando di farci causa, ma siamo convinti che glass sia una parola descrittiva e quindi che la possiamo usare. Chiaramente non potremmo permetterci di andare in tribunale contro di loro. Per ora però andiamo avanti con questo nome".

Un'ultima curiosità: ma come ti è venuta l'idea?

"Sono sempre stato appassionato di interfacce uomo-macchina e non riuscivo a capacitarmi della necessità di tirare fuori il telefonino ogni cinque minuti".




1 commento

Francesco Giartosio ha detto...

Grazie! Bell'articolo, chiaro e preciso. Per qualsiasi altro chiarimento siamo a disposizione.

Francesco Giartosio
CEO, GlassUp