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FRANCO PACINI E IL MOUNT GRAHAM

E' mancato Franco Pacini
Pur conoscendolo dalla mia giovinezza, lo ricordo principalmente per aver contribuito alla costruzione del più grande telescopio ottico su singola montatura mai realizzato, inaugurato in Arizona all'Osservatorio di Monte Graham.

Il tutto fu legato a una controversia con i legittimi proprietari del luogo: gli Apache.

Mount Graham è una montagna da sempre usata dagli Apache per cerimonie religiose collettive e per pratiche spirituali individuali. Ha quindi un ruolo centrale e fondamentale nella cultura e nella religiosita’ Apache.

Ma non solo: il governo americano ha selettivamente espropriato le terre dei nativi, relegandoli in riserve di estrema e dubbia (per le libertà civili) povertà ambientale.

Ebbi modo di incontrare, nel 1993, Ola Cassadore, Portavoce ufficiale del Consiglio Tribale degli Apache San Carlos e Presidente della Apache Survival Coalition, con il marito Mike Davis, Executive Director della Apache Survival Coalition. E anzi ebbi modo di trasportare sulla mia auto alcuni esponenti degli shamani, così come ingenuamente gli italiani li consideravano (in realtà erano autentiche e importanti figure politiche).

La loro visita ebbe lo scopo di sensibilizzare il pubblico italiano sul problema dei diritti di questo popolo e di incontrarsi con varie personalità politiche per chiedere il blocco dei fondi destinati all'osservatorio. Furono mobilitate tutte le forze a sostegno della loro causa e sono avvenuti importanti incontri con un ampio ventaglio di forze politiche italiane.

Avete presente il film "Avatar"? Successe qualcosa di simile in quei luoghi...

L'asettico comportamento di come alcuni astrofisici italiani trattarono il problema e di come  razionalmente e con passione i nativi rivendicarono i loro diritti non mi lasciarono indifferente.



2 commenti

noquarter ha detto...

La costruzione dell'osservatorio e la controversia con i Nativi mi ha interessato a suo tempo.. mi chiedevo poi come ci si e' mossi e che trattativa c'e' stata..
Andrea

Anonimo ha detto...

Il problema dell'emarginazione dei nativi americani negli Stati Uniti è ampiamente sottovalutato a tutti i livelli, anche e soprattutto nelle informazioni che ci giungono sulla stampa. Un tuo libro sull'argomento, incentrato su questa avvincente storia concreta e reale, da te vissuta in prima persona, potrebbe essere un grande contributo per una presa di coscienza e sensibilizzazione a livello internazionale verso i diritti dei nativi americani superstiti.
Prisco