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LA PIÙ GIOVANE MILLISECOND PULSAR MAI SCOPERTA

Cento Pulsar scoperte da Fermi. Scoperta la più giovane millisecond pulsar.

Foto: credits NASA 
Un team internazionale di scienziati, usando il telescopio spaziale Fermi, ha scoperto una sorprendentemente potente millisecond pulsar che sfiderebbe le teorie esistenti su come si formano questi oggetti cosmici. 

Allo stesso tempo un altro team, che opera con il satellite Fermi, ha sviluppato una nuova e più efficiente tecnica di analisi dei dati ottenuti con il satellite della NASA, trovando nove nuove gamma-ray pulsar.

Una pulsar è una stella di neutroni ed è la cosa più vicina ad un buco nero che gli astronomi possono osservare direttamente, capace di schiacciare mezzo milione di volte la massa della Terra in una sfera non più grande di una città. La materia è così compressa che è come se una teiera pesasse come il Monte Everest.

Ma il risultato ottenuto dal team di Fermi è anche un altro. Con questa salgono a quota 100 le Pulsar individuate dal telescopio della Nasa a cui contribuiscono sia l’Agenzia Spaziale Italiana, che l’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare che l’Istituto Nazionale di Astrofisica, in particolare quest’ultimo, proprio nell’analisi dei dati.

“In poco più di tre anni – ricorda Patrizia Caraveo direttrice dell’INAF-IASF di Milano e Responsabile INAF per la missione Fermi - l’astronomia gamma è passata da 7 a un totale 100 pulsar. E la crescita non accenna a diminuire”.  
“Oltre al numero – continua Caraveo - è cresciuta anche la diversità. I 100 pulsar di Fermi sono equamente divisi tra pulsar radio normali, pulsar radio velocissimi e pulsar gamma non rivelati in radio. Gli ultimi 9 pulsar solo gamma ad aggiungersi alla lista sono stati scoperti dal gruppo che utilizza il sistema di calcolo distribuito Einstein at home e può contare su notevoli potenze di calcolo”.
Le pulsar hanno come caratteristica il combinare insieme l’incredibile densità con una rotazione estrema. Le più veloci sono le millisecond pulsar che arrivano a 43.000 rotazioni per minuto.

Le millisecond pulsar si pensa raggiungano tali velocità di rotazione perché collegate gravitazionalmente, in un sistema binario, con una stella normale. Durante parte della loro vita stellare, il gas emesso dalla stella normale fluisce alla pulsar che, per la continua spinta che la forza di tale impatto le fornisce, aumenta la sua velocità di rotazione.

Le pulsar emettono un potente fascio di energia – dalle onde radio ai raggi gamma – grazie al forte campo magnetico e alla velocità di rotazione. Questo fascio di energia è prodotto dalla rotazione e questa alimentata dal flusso di gas della sua compagna, quando questo viene meno, dovrebbe rallentare.

Tipicamente le millisecond pulsar hanno un’età di miliardi di anni o più, un’età comparabile a quella delle stelle normali. Ma il team di Fermi, nello studio che appare su Science di questa settimana, ha rilevato una brillante, energetica millisecond pulsar di soli 25 milioni di anni.

L’oggetto, chiamato PSR J1823−3021A, giace dentro NGC 6624, un assemblaggio sferico di antiche stelle chiamato ammasso globulare, uno di circa 160 oggetti simili orbitanti nella nostra galassia. L’ammasso ha circa 10 miliardi di anni e si trova a 27mila anni luce dalla Terra nella costellazione del Saggitario.

Il Large Area Telescope (LAT) di Fermi ha mostrato come 11 ammassi globulari emettono raggi gamma che gli astronomi ritengono possano essere spiegati come l’insieme di emissioni emesse da dozzine di millisecond pulsar, ma che sono troppo deboli perché Fermi possa individualmente individuarle. Questo però non è stato vero per NGC 6624.

“È incredibile come tutte le emissioni di raggi gamma provenienti da questo ammasso siano prodotte da un singolo oggetto che si deve essere formato molto recentemente se ci si basa sulla rapidità della sua emissione di energia. È come trovare un bambino in una casa di riposo”, dice Paolo Freire, primo autore dello studio, del Max Planck Institute per Radio Astronomia di Bonn, in Germania.
“Dobbiamo tenere la mente aperta perchè sono sicura che le sorprese non mancheranno – aggiunge Patrizia Caraveo -. Tutti possono contribuire. Scaricando Einstein@home (che utilizza la potenza di calcolo dei nostri PC quando noi  non li utilizziamo) potrebbe essere proprio il nostro PC a fare la prossima scoperta”. 
Fonte:  Ufficio Stampa INAF 


Il cielo di pulsar visto da Fermi: www.nasa.gov/externalflash/fermipulsar


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