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ALL'ETÀ DI 101 ANNI MUORE EUGENIA SACERDOTE DE LUSTIG

Nata a Torino nel 1910, era cugina del Premio Nobel Rita Levi-Montalcini.


Non ha mai dimenticato ciò che suo padre era solito ripeterle quando era piccola: Eugenia vuol dire “la ben nata”.
Questa donna ha mantenuto fede al suo nome, rivoluzionando la lotta alla poliomielite nel mondo: un lavoro che le ha permesso di salvare la vita, direttamente e indirettamente, a milioni di bambini.

E proprio come per la cugina, la sua passione fu la scienza.

Decise di iniziare i suoi studi nel 1929, quando le donne non avevano accesso all'istruzione superiore. Perciò frequentò il Liceo Femminile, unico modo per accedere all’Università, costretta a studiare privatamente tutte le discipline scientifiche, studiando anche 12 ore al giorno fra matematica, scienza, chimica, fisica.

Grazie al suo impegno e alla sua passione venne selezionata a far parte del dipartimento di istologia presso l'Università di Torino, dal celebre professor Giuseppe Levi.

Ma nel 1939, il fascismo costrinse a fuggire dal Paese lei, il marito e la figlia, e a stabilirsi in Argentina.

Già nella cattedra di Istologia, Università di Buenos Aires, cominciò a sperimentare la coltivazione di cellule in vitro. Questa tecnica permise lo studio di diversi tipi di virus e tumori, e nel 1959, divenne fondamentale per controllare l'epidemia di poliomielite. Un lavoro, il suo, che è sfociato in oltre 180 pubblicazioni scientifiche.

Dopo essere andata in pensione, ha continuato le sue ricerche fino a pochissimi anni fa come ricercatrice del CONICET (Consiglio Nazionale per le Ricerche Scientifiche e Tecniche).

Per la sua ricerca le sono stati riconosciuti premi come "Donna dell'Anno della Scienza" (1967), Alicia Moreau de Justo (1988), Hipócrates a la Medicina (1992), e una menzione speciale nella scienza e nella tecnologia Konex Foundation (2003) oltre che di essere onorata come "Cittadino della Città di Buenos Aires" (2004).

L'ultimo riconoscimento arriva appena undici giorni prima della sua morte: dal Senato della Repubblica Argentina. La Medaglia del Bicentenario, il più alto riconoscimento dello stato alla sua carriera scientifica.

Una delle frasi che amava ripetere, sorridendo con magnanimità: "Sono stata cacciata via molte volte dai posti nei quali lavoravo». Dimostrando così di non avere solo sconfitto la poliomielite, ma anche la stupidità umana.

PER APPROFONDIRE


Una recente biografia di Silvia Caruso su Eugenia Sacerdote de Lustig

La sua biografia su Enciclopedia delle donne

Così la ricorda il figlio su:

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