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I NEUTRINI BATTONO IN VELOCITA' LA LUCE? SEMINARIO ALLA SCUOLA DI OTRANTO

Il risultato è talmente clamoroso da richiedere nuove indagini e misure indipendenti.
Se ne discute nel Seminario di Fisica in svolgimento ad Otranto in questi giorni.

Il CERN ha ufficialmente confermato il risultato ottenuto dall’esperimento CNGS (Cern Neutrino Gran Sasso): l´esperimento consiste nel lanciare un fascio di neutrini prodotto dagli acceleratori del CERN verso i Laboratori Nazionali (facility underground più grande e importante del mondo)) del Gran Sasso dell’INFN dove, dopo un viaggio sotterraneo di 730 km, sono raccolti e analizzati dai rivelatori dell´apparato "Opera".

Se i neutrini viaggiassero alla velocità della luce impiegherebbero 2,4 millesimi di secondo per coprire la distanza (appunto 730 KM) che separa il CERN di Ginevra dal Gran Sasso. Ma i dati raccolti negli ultimi tre anni dimostrano che i neutrini percorrono tale distanza in un tempo più breve (circa 60 miliardesimi di secondo): ciò prova che essi viaggiano ad una velocità superiore, sia pure di poco, a quella della luce.

Come osserva Sergio Bertolucci, Direttore scientifico del CERN, il risultato è talmente clamoroso da apparire incredibile: proprio per questo occorre ora un´ indagine più ampia, condotta con misure indipendenti, per essere assolutamente sicuri che non vi siano altre spiegazioni: "Una conferma del risultato potrebbe cambiare la nostra visione della Fisica".

Ma intanto la comunità scientificA è in gran fermento e in attesa della presentazione ufficiale dei dati che avverrà oggi al CERN.

Si intensifica la gara con gli scienziati americani che ripeteranno le misure in un esperimento tra il Fermilab di Chicago e un laboratorio underground vicino al confine canadese: il risultato è atteso tra circa tre anni.





COME COMUNICA LA SCIENZA? 

Lunedì 26 settembre sempre al Seminario di Fisica della Scuola di Otranto si prosegue con i temi legati alla comunicazione scientifica e all'Outreach.

Elisabetta Durante (DISTI, UGIS, ITWIIN) introduce e coordina gli interventi di Beatrice Bressan (CERN) e Claudio Pasqua (Gravità Zero e Università di Milano)

  • “Il ricercatore comunicatore. Una sfida strategica per l´economia e la società"
  • Cambia il ruolo del ricercatore nella societa´ della conoscenza: tra i suoi compiti, anche quello di comunicare.
  • Attraverso la comunicazione passa la valorizzazione degli skills e dei risultati della ricerca, il knowledge & technology transfer, il finanziamento dei progetti.
  • Lo spettro delle applicazioni e delle ricadute tecnologiche (il caso della Fisica e del CERN)
  • “Web e Web 2.0: luogo della comunicazione scientifica”
  • Le nuove opportunita´ offerte dal Web e Web 2.0. E rischi connessi...


Beatrice Bressan: Gli elementi della comunicazione che intervervengono a rendere il messaggio scientifico e technologico corretto, diversificato ed adattabile a diversi recipienti sono già noti nell’ambito di varie discipline. Ciò che resta ancora materia di indagine è l’utilizzo adeguato di questi in modo da soddisfare una strategia di comunicazione mirata ed efficace nel trattare i contenuti delle scienze, quale la fisica, talvolta ardui e poco atti alla fluidità del linguaggio, benché carichi di contenuto concettuale, filosofico e scientifico. La teoria del trasferimento della conoscenza, ben nota negli ambienti economico-commerciali, è stata integrata e applicata alla strategia di comunicazione adottata nei settori del trasferimento tecnologico dei centri di ricerca scientifica come il CERN, apportando elementi innovativi in tale approccio.
Si tratta di una teoria, sviluppata nell’ambito di lavori di ricerca, volta a modellizare il processo della conoscenza tecnologica e scientifica, dall’apprendimento individuale allo scambio in un contesto organizzativo (creazione, acquisizione e trasferimento), al fine di analizzare l’impatto benefico sulla società. Tali studi evidenziano che il processo sociale, incoraggiando la progressione evolutiva dei processi scientifico e tecnologico, rappresenta uno degli elementi chiave nelle procedure di apprendimento e così facendo mette le basi per creare nuova conoscenza e innovazione. Il modello del processo di conoscenza così come sviluppato può essere considerato universalmente applicabile.
Diverse sono le conseguenze e le trasformazioni derivanti dalle ricadute tecnologiche legate alla ricerca fondamentale che hanno cambiato la vita. Si pensi all’impatto sociale e politico senza precedenti del WWW. Nell’era elettronica ogni adattamento deve tener conto della relazione dinamica che intercorre tra gli sviluppi tecnologici e la varietà dei fattori strutturali e psicosociali che operano in modo interdipendente al di là del contesto. Le nuove tecnologie di comunicazione lanciano altre sfide all’adattamento ed influenzano il linguaggio, la cultura e le relazioni interpersonali. Internet e le sue applicazioni hanno rivoluzionato l’acquisizione della conoscenza nonché il processo comportamentale, educativo e di socializzazione.



Claudio Pasqua: L'evoluzione del mondo digitale ha portato la nostra società a dover affrontare una sfida nuova e complessa. E' dai tempi di Gutenberg che non assistiamo a una rivoluzione così radicale nel modo di comunicare l'informazione.
Dal punto di vista di chi fa ricerca la rivoluzione digitale implica, in tempi rapidi, un cambiamento epocale del modo con cui comunicare il proprio lavoro e fare outreach. Un modo che vede la relazione e l'interazione al centro di uno scambio di messaggi bilaterali costanti. Un vero e proprio dialogo che mette il ricercatore e la sua organizzazione nella condizione di aprirsi a un mondo in cui le parole chiave sono ascolto, partecipazione, interazione, velocità e trasparenza.
Le decisioni importanti che riguardano il lavoro di un ricercatore sono sempre più spesso il frutto di una complessa negoziazione con una serie di soggetti sociali: politici, imprese, associazioni, gruppi di influenza e i media.
Spesso tali decisioni sono sottoposte all'attenzione del grande pubblico, le cui opinioni si riflettono sulle decisioni dei politici. La qualità della comunicazione della scienza è dunque sempre più spesso il fattore determinante per il successo di un settore di ricerca e misura il successo di qualunque iniziativa o progetto. Oggi comunicare con la società è diventata una necessità. Come siamo arrivati a questo punto? Come è cambiato il ruolo del ricercatore e del divulgatore? E cosa si intende esattamente per "comunicare" all'alba del XXI secolo?




Programma generale del Seminario

  • SuperB factory (La macchina - La fisica - Le applicazioni)
  • Fisica ad LHC
  • Applicazioni della Fisica alla Medicina
  • Tecniche nucleari per la protezione ambientale
  • Tecniche nucleari per i beni culturali
  • Astrofisica Particellare
  • Fonti energetiche: stato, prospettive e progetti futuri
  • Comunicazione scientifica,Relazioni con media, pubblico e imprese


Docenti:
Marco Anni, Beatrice Bressan, Roberto Cingolani, Roberto Bellotti, Elisabetta Durante, Marcello Giorgi, Paolo Giubellino, P. A. Mandò, Marcello Maggi, Antonio Masiero, Victor Peskov, Claudio Pasqua, Pantaleo Raimondi, Alberto Rotondi.

Il Seminario Nazionale di Fisica Nucleare e Subnucleare svolge un ruolo pionieristico nell´affrontare sia tematiche scientifiche di base sia argomenti di interesse applicativo,socio-economico ed industriale. Il Seminario, noto anche come Scuola di Otranto, adotta un approccio interdisciplinare e sensibilizza i giovani ricercatori sull´importanza crescente della comunicazione scientifica e della valorizzazione economica dei risultati di ricerca (in particolare, attraverso il trasferimento di conoscenze e tecnologie al mondo produttivo e la creazione di start-up).

Nella foto, la copertina del libro "Knowledge Management in an International Research center" di Beatrice Bressan

1 commento

Giordano ha detto...

Cara Redazione,
la mia diffidenza alle teorie della relatività l’ho mostrata in tempi ancora non sospetti fin dal 2008, ma sono convinto che questa notizia cambierà poco o nulla nella comunità scientifica.

Purtroppo in tutti questi anni si è pensato bene di amplificare solo il grande genio di Einstein questo alla massima potenza, (forse per coprire le forti contraddizioni, le gravi carenze di logica delle teorie), infatti ad ogni nuova ed importante scoperta ci si sgomita nell’affermare per primi “questa scoperta è in accordo con le teorie relativistiche” come se l’Universo per funzionare dovesse essere prima approvato dalle teorie della relatività e non viceversa.

Con Einstein purtroppo siamo usciti dai binari della logica scientifica, ma dubito fortemente che questo piccolo sobbalzo ci faccia tornare la ragione, per comprendere la fisica bisogna prima capire la meccanica dei singoli fatti e solo dopo si può pontificare delle teorie strabilianti. www.lafisica.info

Voi ricercatori che amate anche divulgare avete un compito importante da svolgere, dovete verificare prima se le teorie che vengono esposte rispettano i principi scientifici consolidati, altrimenti si devono informare i lettori delle contraddizioni emerse e che le teorie sono ancora da verificare.

Il vostro lavoro se viene fatto bene è fondamentale per un sano progresso, ma solo se eseguito con imparzialità e competenza.
Buona conoscenza a tutti