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LA "FINE DEL MONDO" E' VICINA, AL FESTIVAL DELLE SCIENZE DI ROMA


Don’t worry about the world coming to an end today.
It is already tomorrow in Australia
(Charles M. Schulz)

Guida all’Apocalisse. Sì, perché l’idea che il mondo finirà è radicata nella cultura umana da sempre. E ne attraversa la storia, dalle profezie di Nostradamus alle previsioni del cosmologo Brandon Carter, secondo il quale la storia dell’umanità non sarebbe affatto all’inizio: semmai oltre la metà.

Ma se la Fine è certa, resta solo da capire: quando? Perché a spazzare via la specie umana potrebbe pensarci il Sole – che esaurirà il combustibile tra cinque miliardi di anni – o un qualche anonimo asteroide. Ma non si deve sottovalutare la capacità dell’uomo di distruggersi con le sue mani: riscaldamento climatico, guerra nucleare, attacco terroristico. Senza dimenticare il primo “appuntamento” da superare (e scongiurare): il 21/12/2012 (che secondo i Maya è l’ultimo giorno del calendario).

Tra analisi scientifiche, un pizzico di superstizione e una dose di salutare ironia, prende il via la sesta edizione del Festival delle Scienze, in programma da giovedì 20 a domenica 23 gennaio 2011 all'Auditorium Parco della Musica di Roma. Prodotto dalla Fondazione Musica per Roma, in collaborazione con Codice.

Idee per la Cultura e in partnership con Telecom Italia, il Festival propone lezioni magistrali, incontri, dibattiti, aperitivi scientifici, eventi per le scuole, mostre, spettacoli per esorcizzare le previsioni più pessimistiche con i grandi nomi della ricerca scientifica italiana e internazionale.

Ma anche per discutere con filosofi, storici e scrittori sul perché ci affascina tanto l’idea della catastrofe. Dal fisico Brandon Carter (conosciuto per i suoi studi sulle proprietà dei buchi neri) ai filosofi John Leslie (difensore della più ottimistica possibilità secondo cui l’uomo sopravviverà a lungo, e magari emigrerà in altre galassie prima che la Terra diventi inospitale) e Remo Bodei al direttore scientifico dell’Istituto nazionale per le malattie infettive Spallanzani di Roma Giuseppe Ippolito, alla docente di Fisica ad Harvard Lisa Randall, al geofisico dell’University College di Londra Bill McGuire, al biologo e ambientalista Bill Streever, al fisico teorico del Cern Gian Francesco Giudice fino agli scrittori Ian McEwan, Alan Weisman, autore di “The World Without Us” e Stefano Benni, ci aiuteranno a comprendere, una volta per tutte, questo misterioso senso dell’uomo per la fine.

Anche in musica: si potrà ascoltare per la prima volta in Europa, infatti, la voce di Tashi Lama, Maestro Cantore ufficiale del Dalai Lama. E in mostra: per provare l’ebbrezza di sfuggire a eruzioni vulcaniche in 3D, vibrare insieme ai terremoti, improvvisarsi doppiatori dei più famosi film “catastrofici”, sperimentare bizzarre “patamacchine” ecologiche e case intelligenti, e dare un’occhiata ai pianeti più simili al nostro.



PREMIO "LA CATTIVA SCIENZA IN TV"

In occasione del Festival delle Scienze di Roma il gruppo «(Cattiva) Scienza in TV» ha indetto un concorso a premi. I premi, visibili in questa pagina verranno consegnati durante l'evento che si svolgerà Venerdì 21 gennaio 2011 allo spazio BArt, alle ore 18.30 Fondazione Musica per Roma.

Il gruppo «(Cattiva) Scienza in TV» in modo ironico e divertente ha come obiettivo smascherare chi, sul piccolo schermo, cerca di utilizzare la nostra credulità popolare spacciandosi per portatore di contenuti scientifici.

Questo gruppo, nato e sviluppatosi sul web, è formato da centinaia di blogger, cittadini, genitori, insegnanti, ricercatori, scienziati e giovani che desiderano lanciare un messaggio positivo:

“chiediamo più chiarezza in certe trasmissioni che spacciano per misteri e per fenomeni inspiegabili quelli che non sono altro che bufale o credenze popolari da baraccone”.

Il gruppo ha recentemente indetto un concorso aperto a tutti in cui segnalare gli eventi che rientrano in queste categorie: l’aperitivo scientifico sarà l’occasione per premiare i vincitori e discutere di queste tematiche con i presenti.

Verranno proiettati video divertentissimi come questa storica "gaffe linguistica" del TG1 (in redazione avevano tradotto "blast off" come "esploso" invece che "decollato")




3 commenti

laperfidanera ha detto...

E la gaffe di dire che la notizia dello scoppio "purtroppo" era sbagliata?

Redazione Gravità Zero ha detto...

Vero! :-)))
Gaffe nella gaffe! :-)

Marco ha detto...

Io credo che "questo misterioso senso dell’uomo per la fine"
sia la versione ampliata della meno misteriosa certezza
della fine biologica e fisica di ognuno di noi (o trasformazione?...); della morte.
Forse il credere che comunque tutto quello a cui rinunciamo morendo
potrà essere goduto per poco tempo ancora da altri,
allevia il nostro timore di non esserci più.
Se noi siamo destinati alla fine, perchè non dovrebbe
esserlo l'intera specie umana? (sano egoismo?)
E' un po' il discorso del "mal comune mezzo gaudio".
Un cosa è certa, a parte la mia considerazione "bizzarra",
che l'argomento riscuote, come ha sempre fatto, molto interesse;
sarà quindi interessante ed istruttivo sentire il parere
degli illustri ospiti che parteciperanno all'iniziativa.

Per la divulgazione scientifica in TV, forse l'atteggiamento migliore
è proprio quello che si propone di avere (Cattiva) Scienza in TV;
segnalazione delle "bufale" e tante, tante sonore risate.
Con la speranza, magari, che qualche dirigente, ridendo un po' meno,
decida di mettere da parte l'interesse economico, e metta in primo
piano quello della "reale" cultura scientifica.

Un salutone
Marco