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CONGRESSO USA: SI ALLA RIFORMA SANITARIA


L'America ha aspettato da più di un secolo questa grande riforma sanitaria. La Camera dei Rappresentanti ha approvato per 216 voti a favore (tre più dei 219 necessari) e 212 contrari il progetto di legge che aveva ricevuto già il "via libera" dal Senato a dicembre.

La vittoria di queste ore fornisce ad Obama uno strumento per muoversi dentro la miriade di interessi economici della società americana nel settore sanitario. La misura, un obiettivo rincorso da numerose amministrazioni da quasi un secolo (se ne discuteva dalla presidenza di Thedore Roosevelt), richiede adesso solo la firma di Obama per trasformarsi in legge.

La riforma estenderà i servizi sanitari a 32 milioni di statunitensi grazie all'allargamento del raggio di azione dei programmi di salute pubblica (Medicare, finora limitato ai cittadini con reddito al di sotto della soglia di povertà) e grazie ai sussidi alle famiglie che non possono acquistare polizze assicurative private. Il 95% dei quasi 300 milioni di cittadini americani disporrà dunque di una copertura sanitaria.

C'è anche Nancy Pelosi dietro alla riforma sanitaria d'America. La Speaker della Camera, nata a Baltimora, in Maryland, nel 1940, ma di origini abruzzesi, è la prima donna d'America a salire alla terza carica dello Stato. Alla Speaker della Camera dei rappresentanti Usa applausi in questa giornata arrivano anche dal premio Nobel Paul Krugman




Obama e il suo team, insomma, è riuscito su un terreno dove da mezzo secolo tutti i presidenti erano stati sconfitti. Ha affrontato e combattuto una piaga sociale, che vede l'America molto più indietro degli altri paesi ricchi per la qualità delle cure mediche offerte all'insieme della popolazione

Cosa rende possibile questa legge?

La legge rende accessibile una copertura assicurativa al 94% (il 95% con l'emendamento) dei cittadini non anziani, di fatto rendendo possibile il servizio medicaid e offrendo sgravi fiscali senza i quali molte persone troverebbero difficile ottenere un'assicurazione.

Obbligo di acquisto di una copertura sanitaria.
E' fatto obbligo di acquistare una copertura sanitaria individuale, pena una multa di 750 dollari oppure - se la cifra dovesse risultare maggiore - del 2% dei redditi entro il 2016 (695 dollari e il 2,5%, con l'emendamento).

Obbligo per i datori di lavoro.
Il testo del Senato non lo include, ma richiede alle aziende con 50 o più impiegati di contribuire alla spesa se questa è a carico dei contribuenti. L'emendamento prevede per le stesse imprese una tassa annuale di 2mila dollari, ma applicabile solo a partire dal 30simo impiegato.

Aborto.
La copertura assicurativa può includere l'interruzione di gravidanza, ma come un servizio a parte per il quale si paga in modo separato; non è previsto alcun emendamento.

Finanziamento.
La copertura finaziaria alla legge è assicurata dai tagli al programma medicare e a nuove tasse, comprese quella sulle coperture assicurative che superano i 23mila dollari per una famiglia di quattro persone, nonché le coppie con un reddito superiore ai 250mila dollari l'anno. L'emendamento ritara l'impatto fiscale ma prevede anche una tassa sugli investimenti del 3,5% sempre per le coppie con un reddito superiore ai 250mila dollari l'anno.

Medicaid.
Il servizio per i cittadini indigenti verrebbe ampliato fino a coprire chiunque guadagni meno del 133% della soglia di povertà a livello federale (circa 29mila dollari l'anno per una famiglia di quattro persone). L'emendamento viene incontro alle esigenze dei governi statali aumentando il contributo federale alla copertura dei costi.

I primi effetti di questa riforma colpiranno gli abusi più odiosi delle assicurazioni. Alle compagnie assicurative sarà di fatto vietato rescindere una polizza quando il paziente si ammala, una pratica fin qui tristemente consueta. Sarà illegale rifiutarsi di assicurare un bambino invocando le sue malattie pre-esistenti.

Una vittoria che sembrava perduta in quanto solo due mesi fa la riforma sembrava condannata, quando i democratici persero un'elezione fondamentale nel seggio senatoriale del Massachusetts che era stato di Ted Kennedy.

Ma proprio le compagnie assicurative hanno permesso ad Obama di riaprire uno sbocco di vittoria: un rincaro del 39% delle tariffe imposto dal gigante assicurativo Blue Cross in California un mese fa è diventato il pretesto di un sistema dannoso e perverso.
Da qui è cominciata la riscossa di Obama, che ha accusato i repubblicani di essere al servizio di un capitalismo sanitario che accumula profitti speculando sulle sofferenze dei cittadini.


Diventeranno così fuorilegge anche i tetti massimi di spesa, utilizzati dalle assicurazioni per rifiutare i rimborsi oltre un certo ammontare (che danneggiava pazienti con patologie gravi che richiedevano terapie costose, come il cancro).

I genitori avranno il diritto di mantenere nella copertura della propria assicurazione sanitaria i figli fino al compimento del 26esimo anno di età, una norma particolarmente attesa in una fase in cui i giovani stentano a trovare un posto di lavoro (e quindi non hanno accesso all'assicurazione che di solito è connessa a un impiego stabile).

E' stata una giornata epocale assistere al momento in cui i deputati democratici che si sono abbracciati e sentire il discorso di Nancy Pelosy che annunciava la vittoria. Tutti abbiamo festeggiato quando è stato raggiunto il "numero magico", 216, e urlato: "Yes we can".



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