PIRAMIDI: SCELTA ARCHITETTONICA O NECESSITÀ COSTRUTTIVA?
Solitamente faccio in modo che un viaggio non si esaurisca al solo aspetto turistico o culturale, ma che dal punto di vista scientifico diventi un'occasione per raccogliere materiale per articoli come questo. Questa volta per pura combinazione il mio interesse è ricaduto sulle piramidi, non sui solidi geometrici in senso stretto, ma bensì sulle piramidi egizie, le tombe dei faraoni dell'antico Egitto.
Mi trovavo alle dieci del mattino sull'altopiano di Giza proprio davanti alle piramidi di Chefren, Cheope e Micerino. Un'esperienza emozionante. Ma il mio carattere curioso e avventuroso non mi ha mai consentito di fare il semplece turista. Da piccolo, sulla spiaggia come tanti altri bambini, mi piaceva fare castelli e costruzioni usando secchiello e paletta ma anche piccoli mattoncini di sabbia costruiti con una formina meccanica. Dopo averla riempita con sabbia umida compressa, si posizionava la formina su una superficie piana e premendo su un pulsante a molla, ecco pronto il mattoncino. Giro dopo giro si potevano costruire muri, torri e piramidi. Quando il muro della torre o della piramide si asciugava al sole, pian piano i mattoncini si disgregavano facendo cadere la sabbia che si disponeva spontaneamente su un piano inclinato con sempre lo stesso angolo.
L'angolo formato dal piano di caduta della sabbia con la verticale si chiama angolo di attrito ed è caratteristico della composizione minerale del terreno, delle dimensioni dei suoi componenti e della quantità di umidità. Nel deserto intorno a El Giza, il terreno come in molte altre zone ha una composizione ricca di silicati e calcare, per cui ad eccezione del calcare che in una spiaggia è poco presente, il piano inclinato su cui scivola il materiale di disgregazione è molto simile a quello formato della sabbia di una normale spiaggia che ha col piano orizzontale un angolo di frana costante. Uno dei metodi comunemente ipotizzati per spiegare la tecnica di trasporto dei blocchi che compongono una piramide è quello della rampa.
Si ipotizza che con metodi per il tempo sofisticati, verificati proprio lo scorso anno presso il Politecnico di Torino, i blocchi di 32 tonnellate di cui sono fatte le piramidi venissero trasportati lungo una rampa con pendenza costante. Man mano che la piramide saliva in altezza anche la rampa saliva e si allungava per mantenere costante la pendenza (immagine a fianco). Ora questo metodo può sicuramente essere funzionale ma non spiega il perché della forma delle piramidi. Se ipotizziamo invece che la rampa fosse larga quanto il lato di base della piramide, ecco una possibile soluzione al problema della forma.Dato che il coefficiente d'attrito del terreno consentiva in sicurezza di salire e caricare le sponde della rampa solo se i pendii a lato della rampa mantenevano un angolo costante col terreno di poco inferiore all'angolo di frana caratteristico di quel terreno, la costruzione funebre del faraone non avrebbe potuto essere diversa, in quanto la forma piramidale è determinata dall'angolo rispetto al terreno con cui i pendii della rampa dovevano essere mantenuti.
Non potendo avere una macchina del tempo per verificare questa ipotesi ho elaborato un modello per verificare almeno la correttezza dell'idea. Per far questo mi servivano delle misure attendibili. Dato che alcuni sostengono che le piramidi di Giza rispettino le proporzioni auree, per prima cosa ho calcolato alcuni parametri che caratterizzano una ipotetica piramide aurea. Perché una piramide sia aurea occorre che il triangolo corrispondente alla sezione trasversale massima della piramide sia tale da avere le seguenti proporzioni
(l+h) : l = l : h
Il rapporto l : h identifica un numero irrazionale F che vale circa 1,618 detto rapporto aureo. Esaminiamo ora il problema da un punto di vista matematico e fisico.
2) Ora chiediamoci di quanto sono effettivamente inclinati i lati delle piramidi di El Giza e Saqqara. Da misurazioni rigorose fatte da archeologi le misure riportano con alcune differenze un valore angolare di circa 52° pari ad un C = 1,280. Le misure fatte da me sulla base di ricostruzioni matematiche e geometriche seppur imperfette, a partire dalle immagini fotografiche scattate, danno come valori dell'angolo di frana e del coefficiente di attrito:
b) piramide di Chefren 53,78° C = 1,365

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