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GOLDACRE E LA LOTTA ALLE BUFALE SCIENTIFICHE


Consapevolezza.

Questa sembra essere la parola chiave per Ben Goldacre, giornalista della carta stampata, che, dopo la laurea in medicina a Oxford e una breve carriera accademica, ora si dedica a tempo pieno al giornalismo scientifico, tenendo da anni una seguitissima rubrica sul quotidiano inglese The Guardian, intitolata La cattiva scienza.


Così, nel corso del tempo, Goldacre si è specializzato nello scovare gli errori della scienza, i suoi conflitti di interesse e i modi in cui le aziende farmaceutiche, cosmetiche, i nutrizionisi da salotto televisivo e i santoni new age ci vendono le loro pretese verità.

La sua esperienza è stata poi riversata nel suo libro dal titolo "La cattiva scienza" (Bruno Mondadori, 304 pagine), che è appunto il frutto del suo lavoro quotidiano sul Guardian e sul suo divertente blog, badscience.net.

Questo lo stuzzicante indice del libro:
1. L’argomento
2. Brain Gym
3. Il complesso Progenium XY
4. L’omeopatia
5. L’effetto placebo
6. L’assurdità del momento
7. «Scoperta la pillola capace di risolvere un complesso problema sociale»
8. La medicina tradizionale è malvagia?
9. Come i media favoriscono la disinformazione scientifica
10. Perché le persone intelligenti credono alle cose stupide
11. Le cattive statistiche
12. Gli allarmismi sanitari
13. La bufala mediatica del vaccino trivalente

Le storie raccontate sono certamente divertenti e ironiche, senza però mai perdere il loro contenuto di denuncia nei confronti di errori, ma anche di veri e propri inganni.

Insomma, nel suo libro Goldacre non fa altro che spiegare ai suoi lettori come si fanno scienza ed informazione di qualità.
"La cattiva scienza", infatti, non è solo un viaggio giornalistico, ma anche un'esortazione a leggere le notizie di scienza ed a guardare le pubblicità, ad ascoltare un programma televisivo o una lezione scolastica con spirito critico, in quanto finalmente consapevoli dei meccanismi della buona scienza.

Goldacre invita inoltre i suoi lettori a partecipare sempre all'informazione scientifica, magari scrivendo in prima persona su un blog, per discutere con il prossimo di scienza e per imparare finalmente a conoscere ed a raccontare il lavoro dei ricercatori.

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