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COS’È LA STATISTICA ?

La statistica trova il fondamento della propria esistenza nell’utilità che fornisce, soprattutto nel dare supporto alle decisioni, tramite la trasformazione dei dati in informazioni. Detto in altre parole, la statistica è utile per prendere buone decisioni, ed è per questo motivo che viene utilizzata pressoché dappertutto ed è stata inserita nella maggior parte dei corsi universitari.

Prima che i dati possano essere elaborati e quindi da essi si possano estrarre informazioni, è necessario raccoglierli in maniera opportuna. Per far ciò esistono due metodi principali:
- le indagini censuarie (effettuate su tutta la popolazione, appartenenti al ramo della statistica detto “statistica descrittiva”, forniscono risultati certi, salvo errori nella fase di raccolta o di elaborazione dati);
- le indagini campionarie (effettuate su un sottoinsieme della popolazione definito “campione”, appartenenti al ramo della statistica detto “statistica inferenziale”, forniscono risultati probabilistici).

Come vengono create quindi le “statistiche ufficiali” ? Presso l’anagrafe di ogni comune sono registrate le caratteristiche demografiche di base della popolazione ivi residente. Tali caratteristiche, suddivise fra dati di flusso (rilevazione di nascite, morti, matrimoni, immigrazioni, emigrazioni) e dati di stock (ammontare della popolazione), danno luogo a dati disaggregati territorialmente secondo i principali caratteri demografici e sociali, dati che alimentano la produzione di statistiche ufficiali.

Il censimento rappresenta l’altro elemento centrale della statistica demografica. Il primo censimento italiano risale al 1861 e da allora i successivi hanno avuto luogo con sostanziale cadenza decennale. La responsabilità delle operazioni di rilevazione – prima attribuita alla Direzione Generale della Statistica – è, dal 1926, stata trasferita all’ISTAT, Istituto centrale di statistica.Non solo lo Stato o gli enti pubblici raccolgono ed elaborano dati a beneficio dell’intera collettività, esistono anche grandi aziende private che commissionano indagini (soprattutto campionarie) a società (private) specializzate nella raccolta e nell’elaborazione di dati statistici.

Esistono due principali partizioni della statistica: la statistica descrittiva e quella inferenziale.
La statistica descrittiva ha come obiettivo la descrizione di fenomeni che riguardano intere popolazioni. Si tenga conto che una popolazione non è soltanto l’insieme dei circa 60 milioni di italiani, ma anche l’insieme costituito soltanto dagli studenti iscritti al corso di laurea in Scienze Statistiche, presso la Facoltà di Scienze Politiche dell’Università degli Studi di Torino (che, non so se lo sapete, sono pochissimi). La statistica descrittiva – nella fase di elaborazione dei dati – si avvale di strumenti matematici che rappresentano indicatori sintetici della popolazione esaminata.

La statistica inferenziale ha come obiettivo l’inferenza, cioè estendere informazioni campionarie alla popolazione da cui è stato estratto il campione. Ha quindi il pregio di condurre analisi su campioni più o meno piccoli, facendo risparmiare in questo modo tempo e denaro, ma ha il difetto di fornire risultati non certi, ma soltanto probabilistici.

I principali strumenti matematici tipici della statistica inferenziale sono:
- la verifica di ipotesi (che consiste nel sottoporre a falsificazione un’ipotesi di ricerca su una determinata caratteristica della popolazione);
- gli intervalli di confidenza (che consistono in intervalli entro i quali – con un buon livello di probabilità – ricade il parametro ignoto della popolazione che si vuole conoscere).

La statistica è quindi una materia scientifica costituita da un insieme di metodi matematici, il cui fine è ottenere informazioni più o meno certe, ma comunque in grado di fornire indizi validi ai fini statali, sanitari, commerciali, ecc. (l’elenco sarebbe piuttosto lungo e noioso, tanto è vero che la statistica è ormai dappertutto).

Lo statistico si limita a fornire i dati raccolti all’organo che li ha richiesti, dando anche il necessario supporto per l’interpretazione dei dati stessi. Sarà comunque l’organo che ha commissionato la ricerca che alla fine dovrà prendere una determinata decisione sulla base di quei dati. A tal fine potrà avvalersi del supporto di un esperto del problema che è stato sottoposto ad indagine. Dato che spesso vengono realizzate indagini campionarie, e quindi sia lo statistico che l’esperto del problema, che l’organo che ha commissionato la ricerca sono costretti a lavorare su dati probabilistici (e quindi non deterministici), è necessario – ai fini della genuinità dei risultati della ricerca – che tutti i soggetti coinvolti siano onesti, evidenziando tutti i limiti dei metodi statistici, per poter pervenire ad una corretta interpretazione dei dati.

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