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Tre aggettivi per Darwin: Intervista a Stefano Moriggi



Dopo aver seguito la trasmissione di Gianluca Nicoletti di ieri e di oggi (vedi post Melog 2.0: Darwin Day), ho contattato Stefano Moriggi per fargli alcune domande sia su Darwin, sia sulla Filofia della Scienza.
Ecco la trascrizione dell'intervista.



- Tu sei un filosofo della scienza, che cosa ti affascina di più della scienza e della filosofia?
Mi affascina il fatto che, proprio perche', ciascuna a suo modo, sono due "indagini del vero", scienza e filosofia insegnano a immaginare il possibile. Educano all'irrequietezza, insegnano a non accontentarsi delle apparenze e decostruire pericolose tentazioni idolatriche. Mostrano che conoscenza e liberta' non possono esistere l'una senza l'altra e che entrambe sono un compito infinito da realizzare...
- Potresti spiegarci intanto che cos'è la filosofia della scienza?
Non vorrei sembrare un "riduzionista" dell'ultima ora, ma la filosofia della scienza e' la filosofia, e non certo perche' esaurisca in se' temi e problemi che possono essere oggetto di una riflessione teoretica. Credo piuttosto che nessun discorso sull'essere - nessun abbozzo di ontologia - sia nemmeno pensabile senza tener conto.del sapere (la scienza, appunto) che meglio di ogni altro indaga l'essente, la natura delle cose. Trascurare questa prospettiva consente al piu' di fare storia della filosofia...

- In un libro di Gaarder, "C'è nessuno?", un bambino chiede ad un extraterrestre che è da poco arrivato nel suo giardino perchè continua a inchinarsi quando gli domanda qualcosa e non quando gli risponde e questi dice : "Una risposta non merita mai un inchino: per quanto intelligente e giusta ci possa sembrare, non dobbiamo mai inchinarci a una risposta. [...] Non devi mai piegarti davanti a una risposta. [...] Una risposta è il tratto di strada che ti sei lasciato alle spalle. Solo una domanda può puntare oltre". Secondo te, è più importante la domanda o la risposta?
Direi l'intuizione, che in qualche senso compendia la costanza del domandare e l'azzardo della risposta. Certo, non basta! Le idee sono un po' come degli strumenti con cui cerchiamo di comprendere il mondo e anche di modificarlo, con tutta la responsabilita' che cio' comporta. E come tutti gli strumenti sono perfettibili, migliorabili... Diceva bene Diderot, quando sosteneva di non innamorarsi troppo delle nostre idee. Prima o poi, potremmo vederci costretti anche ad abbandonarle per altre. Questo, ovviamente, non accade ne' x caso ne' per gioco. La ricerca scientifica e la riflessione filosofica chiedono rigore e creativita'. Hanno un che di "artigianale", almeno in questo....

- Ho seguito con interesse il tuo intervento su Melog 2.0, a proposito di Darwin. Quest'anno sentiremo parlare spesso di evoluzione, visto che è "l'anno di Darwin", e tu probabilmete te lo sentirai chiedere all'infinito fino a non poterne più, però te lo domando lo stesso: che cos'è per te l'evoluzione?
Evoluzione, se (e solo se) accompagnata dall'aggettivo "darwiniana", e' termine che, per dirla con Ernst Mayr, rimanda a quel "lungo ragionamento" che spiega la selezione naturale in termini scientificamente attendibili. Senza quell'aggettivo, il sostantivo rimane invece in balia di pericolose interpretazioni, piu' o meno religiose ma comunque ideologiche, che non possono ambire per nessuna ragione a un qualche riconoscimento di scientificita'.
- Se dovessi descrivere Darwin in 3 aggettivi/parole, quali sceglieresti?
Audace, tenace e paterno
- Perchè?
I primi due aggettivi riassumono il suo essere scienziato. L'audacia di "idee pericolose" e la tenacia di fare della propria ricerca il lavoro di una vita, tra mille difficolta' e impedimenti, incarnano nella figura di Charles un archetipo di quell'idea di scienza (e di filosofia) di cui si parlava prima. Quanto al al "paterno", come ha ben mostrato Randal Keynes nel suo "Casa Darwin" (Einaudi), Charles fu padre attento e amorevole. Amava vedere I propri figli giocare per casa mentre lui sezionava cirripedi cercando conferme a quell'intuizione che lo rese grande per sempre...

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Stefano Moriggi
Nato a milano il 21 agosto '72, ha (ancora per poco) residenza a Monza. Dopo aver per anni giocato a hockey su pista nella massima serie, passa a cose piu' frivole. Filosofo della scienza, si e' formato presso le universita' di Milano, Heidelberg e Gottinga. Membro dell'International School for the Promotion of Science, e' consulente scientifico del Piccolo Teatro di Milano. Gia' docente di filosofia della. scienza all'Universita' di Brescia (Facolta' di Medicina), di Foundation of Probability presso la European School of Molecular Medicine (SEMM), di Metodologia della ricerca e di Metodologia delle scienze sociali presso l'Universita' di Parma (Facolta' di Economia) svolge attivita' di ricerca presso l'universita' di Milano e di Sao Paulo (Brasil), ove e' anche membro del comitato scientifico di referaggio della rivista "Cognitio", rivista ufficiale del Centro Estudos do Pragmatismo.

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