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BRUNO ROSSI - UN PADRE DA NON DIMENTICARE


Rossi? Un cognome comune; anche Bruno è un nome come tanti e di Bruno Rossi ne è pieno il mondo, ma Bruno Rossi non è stata una persona comune.

Conobbi Bruno Rossi ad Erice nel luglio del 1982 in occasione di una summer school di fisica della radiazione cosmica. Ad un tavolino di un caffè c’erano Piero Galeotti, mio collega e professore di Torino ed un’altra persona. All’epoca ero un pivellino, laureato da poco e piuttosto timido. Mi avvicinai a Piero perché a colpo d’occhio il suo era l’unico volto amico in zona. Mi invitò gentilmente a sedermi. Per educazione mi rivolsi alla persona seduta al suo fianco e mi presentai. Con un sorriso che mai dimenticherò, allungando la mano mi rispose: “… piacere Bruno Rossi”. Sentii un tonfo al cuore e caddi sulla sedia. Per un giovane ricercatore che sceglie la radiazione cosmica come settore di studio e di ricerca, sentir parlare di Bruno Rossi è come per il resto del mondo sentire parlare di Albert Einstein.

Sino ad allora avevo studiato e ristudiato il suo libro di fisica della radiazione cosmica, una pietra miliare del settore. Non sapevo cosa dire. Cercai il più possibile di essere naturale ma ci riuscivo molto poco. Fu proprio Bruno Rossi ad aiutarmi, con una affabilità e una cordialità che mai dimenticherò, mi rivolse la parola chiedendomi a cosa stavo lavorando. Passammo quasi un ora a parlare di astronomia neutrinica, raggi cosmici ed esperimenti. La sua compagnia mi metteva a perfetto agio, mi sembrò di conoscerlo da sempre, la sua gentilezza e la sua umiltà furono per me il dono più prezioso che potessi ricevere, un dono e un insegnamento che porterò sempre con me.

Tra pochi giorni, il 21 di novembre, ricorre il quindicesimo anno dalla sua scomparsa. Proprio come feci in occasione della sua morte avvenuta nel 1993, organizzando un corso di astrofisica in suo onore, vorrei questa volta tramite gravità-zero lanciare una serie di commemorazioni per ricordare un uomo che meritevole di un premio Nobel che mai ebbe, forse perché colpevole di aver anche se per poco e a malincuore collaborato con Enrico Fermi ed Emilo Segrè al progetto Manhattan, è stato il padre e l'iniziatore di un settore della ricerca cosmologica, l'astronomia X, senza il quale poco ora sapremmo del nostro Universo.

Bruno Rossi nacque a Venezia il 13 aprile del 1905, lavorò prima all’osservatorio di Arcetri come astrofisico poi nel 1932 divenne professore di fisica all'Università di Padova. Nel 1938 con l’introduzione delle leggi razziali fu costretto ha lasciare l'Italia. Prima fu ospite di Niels Bohr in Danimarca, poi andò Inghilterra e infine negli Stati Uniti dove collaborò con molte perplessità al progetto Manhattan. Con la conclusione della seconda guerra mondiale e l’inizio della corsa agli armamenti nucleari, dichiarò apertamente la sua opposizione all’uso bellico della scienza, una opposizione che negli anni ottanta divenne una netta opposizione al progetto di "scudo spaziale" voluto da Ronald Reagan e purtroppo ora in fase di realizzazione.

Insegnò sino al 1970 al MIT occupandosi di astrofisica dei raggi cosmici e nel 1959 chiamò a lavorare con se Riccardo Giacconi. Con Giacconi iniziarono i primi studi di astronomia X che sfociarono nella messa in orbita del satellite Uhuru e del telescopio orbitante a raggi X Einstein.

Nel 1974, chiamato a Palermo da Livio Scarsi, rientrò in Italia all’università di Palermo, dove ricoprì la cattedra di complementi di fisica generale. Nel 1976 gli fu assegnato il Premio Rumford dall'American Academy of Arts and Sciences per gli "studi sulla natura e l'origine dei raggi cosmici". Dalla sua morte, in suo onore la divisione di Astrofisica delle Alte Energie della American Astronomical Society assegna ogni anno il Bruno Rossi Prize, inoltre in onore del nonno dell'astronomia a raggi X, il satellite X-ray Timing Explorer prenderà il nome di Bruno Rossi.

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1 commento

Annarita ha detto...

Post significativo in onore di uno staordinario scienziato e grandissimo uomo.

Grazie di cuore, Massimo:)