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GIOVANI RICERCATORI AL CERN PREOCCUPATI PER IL LORO FUTURO


Altro che buco nero! Qui i buchi (veri) li vediamo solo nelle finanze della povera ricerca italiana, sempre più penalizzata e che non permette ai giovani più promettenti di lavorare e creare così opportunità per le future generazioni. Così i migliori sono costretti a emigrare all'estero, dove sono più ben pagati e apprezzati. E' in questo modo che l'Italia perderà, come ha già fatto in passato, le eccellenze in ogni settore della ricerca!
"Siamo preoccupati per il nostro futuro perché in Italia siamo penalizzati".
Questa, infatti, è l'affermazione dei giovani che, in diretta dal Cern, in occasione dell'avviamento del Large Hadron Collider, hanno rappresentato gli oltre 300 loro colleghi italiani che lavorano al Centro di ricerca ginevrino e che hanno contribuito all''impresa dell'importante acceleratore.

Giovani aspiranti scienziati che denunciano la loro condizione di eterni precari perché in Italia, da anni, non si fanno concorsi per ricercatori. A penalizzarli ancora di più sono i pochi fondi destinati alla ricerca, i tagli agli organici e il fermo di molte ricerche.

Hanno quindi colto l'occasione di questo evento per rivolgere un appello alle autorità italiane.

"Non possiamo permetterci di perdere questi ragazzi"

- ha commentato Sergio Bertolucci, eletto proprio ieri alla direzione del Cern in qualità di direttore della Ricerca (Director of Research and Computing)

"Se vanno via - ha continuato - in Italia si creerà un gap generazionale che metterà a rischio la nostra posizione di eccellenza in questo campo della ricerca scientifica".

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