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DARWIN: IL SUPERACCELERATORE LHC RACCONTATO DA CHI LO HA VISTO NASCERE



E' in edicola il numero di settembre-ottobre di Darwin, rivista bimestrale di Scienze.

Ovviamente la copertina non poteva che essere interamente dedicata al Cern di Ginevra, che con il suo acceleratore di particelle Large Hadron Collider ha letteralmente monopolizzato le prime pagine della stampa internazionale e nazionale, nel bene e nel male.

L'articolo di questo mese è scritto nientemeno che dalla penna di Luciano Maiani, già direttore generale del CERN e dal 2008 del CNR. Maiani pone l'accento su quanto la realizzazione della macchina sia un vanto della scienza ma anche dell'industria europea e soprattutto italiana. Pensiamo che sono 6000 i fisici da circa 40 paesi che studieranno l'effetto delle collisioni protone-contro-protone ad altissima energia e che ingegneri e fisici italiani, del Cern e dell'Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (INFN) hanno partecipato a tutte le fasi di realizzazione di LHC, dal progetto iniziale alla ricerca e sviluppo dei componenti pià avanzati alla concezione e realizzazione dei rivelatori.

Ma c'è di più, che la stampa quotidiana nazionale non ha messo in questi giorni abbastanza in risalto!

Che l'industria italiana ha realizzato il 17% dei contratti di LHC, una frazione superiore rispetto al contributo che il nostro paese offre al budget del CERN, che è il 12% e che sarebbe stato il giusto ritorno per pareggiare i conti di investimento. Dunque un grande successo e orgoglio per l'industria e la ricerca italiana. Si parla spesso male della ricerca in Italia: in questo caso non possiamo che essere orgogliosi dei risultati che questo "laboratorio" (e parliamo di miliardi di euro) ha messo in gioco e ha ottenuto in ritorno!

20 anni, ci ricorda Maiani, sono stati necessari per la concezione, approvazione e realizzazione di LHC. Quattro i direttori generali succeduti alla guida del centro ginevrino in questo periodo.
Ricordiamo i loro nomi: Carlo Rubbia, Chris Llewellyn Smith, lo stesso Luciano Maiani e Robert Aymar. Due italiani su quattro, dunque! E questo un altro forte segnale di quanto la fisica italiana sia sempre ai vertici dell'eccellenza internazionale: non dimentichiamo l'annuncio ad agosto del Gamma-Ray Large Area Space Telescope (GLAST), che è stato dedicato a un altro grande scienziato italiano del passato: Enrico Fermi.

Non vi svelo i contenuti dell'articolo di Maiani: imperdibile per la ricchezza di dati e informazioni storiche e scientifiche.

Concludo solo in risposta a coloro che ci hanno scritto ponendoci dei dubbi sulla ricaduta (spin-off) che questi investimenti avranno in termine di utilità sociale. Ecco quello che conferma Maiani:
"Le tecnologie che abbiamo dovuto sviluppare per rendere possibile LHC possono incidere profondamente nella nostra società. E' già successo per il World Wide Web [una invenzione del CERN, nda]. [...] Dubito che una simile idea sarebbe nata in un ambito puramente industriale".
"La ricerca delle particelle e più in generale la ricerca fondamentale, offrono un terreno ideale per applicazioni di questo tipo. Ad esempio, i cristalli di nuovo tipo possono rivestire grande interesse per diagnosi e terapia medica. [...]".
Terapia dei tumori dunque ma anche l'LHC Datagrid (o GRID), una infrastruttura che influenzerà la vita civile con una potenza pari e superiore a quella del WWW.
"Dopotutto è con i suoi sforzi di ogni giorno verso una maggiore conoscenza che l'umanità ha raggiunto il posto eccezionale che occupa sulla Terra. Dobbiamo appartenere alla schiera di coloro che ... credono, invincibilmente, che la scienza trionferà sull'ignoranza e sulla guerra".
(Marie Curie, 1926)
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