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Perché non torneremmo mai alla vita prima di Internet?


Viviamo ormai immersi in una dimensione digitale estremamente fluida in cui il confine fisico tra l’analogico e il suo corrispettivo virtuale è molto sfumato. Forse a percepirlo sono solo i  Millennials e tra loro qualcuno ogni tanto si chiede ancora come sarebbe tornare alla vita prima di Internet. In realtà oggi la domanda va formulata in senso opposto: perché non torneremmo mai alla vita prima dell’avvento della Rete? La risposta sembra scontata: tornare indietro è difficile perché la connettività ha trasformato profondamente il modo in cui concepiamo le attività umane, la socialità e le relazioni. Ma davvero un tuffo indietro, ad esempio agli anni ’90, sarebbe così complesso? Teoricamente no, anche perché c’è chi  quel viaggio di ritorno lo ha già fatto scegliendo una vita semplice e rigorosamente analogica. Dall’altra parte della barricata, invece, c’è una generazione per la quale la vita prima di Internet non avrebbe senso perché non l’ha mai vissuta. Il nostro viaggio alla scoperta dei cambiamenti che il digitale ha portato con sé inizia da qui. 



Generazione Z vs Cottagecore


Tra quelli che non sentono la nostalgia della vita in analogico c’è la  Generazione Z: chi è nato a ridosso del nuovo millennio ha condotto un’esistenza prevalentemente online, una quotidianità da nativo digitale in cui le comunicazioni ad alto tasso di connettività non destano stupore. Diversamente dai Millennials, che sono stati adolescenti tra la fine degli anni ’90 e i primi anni 2000, per questa generazione il periodo che ha segnato la diffusione capillare di Internet non rappresenta un ricordo nostalgico: ne hanno sentito parlare, certo, ma non ne hanno mai avuto percezione. Sul fronte opposto, invece, c’è la compagine di quelli che non si sono limitati a desiderare di tornare alla vita in analogico, ma lo hanno fatto davvero. Si tratta di una tendenza che fa capo al movimento  Cottagecore, un vero e proprio credo che rispolvera ritmi e abitudini di una vita semplice, lontano da monitor, smartphone e device: chi ha fatto questa scelta, ha cercato casa in  campagna con l’obiettivo di fuggire dalla tecnologia e dai dettami di un’esistenza frenetica. Questa tendenza ha fermato il tempo al momento in cui Internet era ancora un progetto futuro.


Gen Z e Cottagecore addicted a parte, tuttavia, per chi conduce una vita mediamente digitalizzata, l’idea di privarsi di social, e-commerce e quotidiani online è piuttosto fastidiosa e qualche volta anche un momentaneo blackout, con relativo down della Rete, rappresenta una seccatura. Questo è il segno più tangibile di quanto la dimensione digitale sia legata a doppio filo alla quotidianità, tanto che non possiamo più farne a meno nella maggior parte deI casi. Passiamo in rassegna i principali campi in cui la Rete ha portato i cambiamenti più importanti.


Il mondo delle news


Oggi l’informazione viaggia veloce per mezzo di computer, smartphone e tablet: i moderni device sono ormai il crocevia di un nuovo universo informativo veloce e capillare. A questo ritmo sono andati via via adattandosi anche gli altri media, basti pensare che le news televisive sono espressamente studiate per adeguarsi al ritmo scandito dalle testate online che, inevitabilmente, riempiono l’intervallo di tempo tra un’edizione e l’altra dei telegiornali. L’aggiornamento in tempo reale, grande novità del giornalismo al tempo della Rete, ha modificato i modelli dell’informazione: la regola è tutto e subito e ciascun mezzo di informazione la segue secondo la propria formula. 


Scrivania e dintorni


Tra gli ambiti in cui il digitale ha introdotto più novità c’è quello del lavoro. Proprio la Rete e la possibilità di lavorare da remoto durante la pandemia hanno permesso di preservare l’operatività aziendale attraverso una diversa flessibilità: le nuove modalità organizzative hanno portato una vera rivoluzione nel modo in cui concepiamo il lavoro e ora sono tanti i professionisti che, abbandonato lo schema orario, procedono per obiettivi. Lo smartworking, inoltre, ha annullato i confini geografici e oggi permette di accedere a un mercato del lavoro potenzialmente internazionale. Tutto questo senza dimenticare che tante nuove professioni, soprattutto nell’ITC e nelle telecomunicazioni, sono diventate realtà in tempi brevissimi.


L’universo del gaming


Con la diffusione della Rete anche il settore videoludico è andato incontro a importanti novità: la svolta è arrivata con le piattaforme digitali, che oggi offrono sessioni di gioco e tornei a cui partecipare da remoto. Con Internet, inoltre, anche il mondo del gambling ha cambiato pelle: grazie alla connettività i nuovi siti di casinò online, ad esempio, garantiscono un’esperienze più accattivante, con tematizzazioni ed effetti sonori che accendono la curiosità dei gamer.


Alla luce di tutti questi cambiamenti chiedersi perché sarebbe difficile tornare alla vita prima di Internet è legittimo, ma la risposta ci riconduce inevitabilmente a un dato di fatto: siamo talmente abituati alla connettività, che tornare negli anni ’90 ci farebbe sentire spaesati, cittadini digitali d’adozione finiti per sbaglio nel passato.

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