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Come si presenta la dichiarazione di successione e quali imposte sono dovute



La dichiarazione di successione è un adempimento fiscale con cui si comunica al competente ufficio dell'Agenzia delle Entrate l'avvenuta successione dei beni, sia mobili che immobili, di una persona defunta, che può avvenire per testamento (successione testamentaria) o per legge (successione legittima in assenza di testamento o in presenza di un testamento non conforme alla legge). 

La dichiarazione deve essere presentata entro 12 mesi dal decesso del defunto, a pena di sanzioni pecuniarie e, in caso di omessa o tardiva presentazione, anche di decadenza dai benefici eventualmente conseguibili (ad esempio, il diritto alla detrazione dell'imposta di successione per gli eredi o le agevolazioni “prima casa”). I soggetti obbligati a presentare la dichiarazione di successione sono, principalmente, gli eredi, i chiamati all'eredità e i legatari (se esite un testamento), salvo che uno o più di questi soggetti non abbia rinunciato all'eredità secondo la proceduta presso il Tribunale competente. La dichiarazione può essere presentata anche da un procuratore, purché sia stato conferito un apposito mandato; se gli eredi o i legatari sono minorenni o interdetti, la dichiarazione può essere presentata dai loro rappresentanti legali (tutori o curatori).
 
Dal 1° gennaio 2019 l’unico modo per poter presentare la dichiarazione di successione è in modalità telematica, tramite il servizio "Fisconline" dell'Agenzia delle Entrate, utilizzando il modulo "Modello 1-bis", accedendo con un'utenza Spid, Carta d'identità elettronica (Cie) o Carta nazionale dei servizi (Cns), in alternativa è possibile rivolgersi ad un notaio, ad un professionista abilitato oppure ad un CAF (Centro Assistenza Fiscale)

Per la presentazione della dichiarazione di successione è necessario conoscere i dati anagrafici e il domicilio dei soggetti coinvolti (defunto, eredi, legatari, donatari), nonché l'elenco dei beni che fanno parte dell'asse ereditario e il loro valore. Inoltre, è necessario indicare se il defunto era residente o meno nel territorio dello Stato al momento del decesso, poiché questo influisce sull'applicazione delle aliquote e delle franchigie previste dalla legge. In caso di successione, gli eredi sono tenuti a pagare l'imposta di successione, che è un'imposta indiretta dovuta in base al valore dei beni ereditari. L'imposta di successione è dovuta sia dai chiamati all'eredità che dai legatari (cioè coloro che ricevono beni in virtù di una disposizione testamentaria). Le aliquote dell'imposta di successione variano in base al grado di parentela tra il defunto e gli eredi e al valore dei beni ereditari. 

In generale, per gli eredi di primo grado (genitori, figli, coniuge) le aliquote sono più basse rispetto agli eredi di grado superiore (fratelli, nipoti, zii, cugini, etc) A seguito della presentazione della dichiarazione di successione l’Agenzia procederà al calcolo delle imposte di successione dovute, che saranno così determinate: del 4%, per i trasferimenti effettuati in favore del coniuge o di parenti in linea retta (ascendenti e discendenti) da applicare sul valore complessivo netto, eccedente per ciascun beneficiario, la quota di 1 milione di euro; del 6%, per i trasferimenti in favore di fratelli o sorelle da applicare sul valore complessivo netto, eccedente per ciascun beneficiario, 100.000 euro; del 6%, per i trasferimenti in favore di altri parenti fino al quarto grado, degli affini in linea collaterale fino al terzo grado, da applicare sul valore complessivo netto trasferito, senza applicazione di alcuna franchigia; dell’8%, per i trasferimenti in favore di tutti gli altri soggetti da applicare sul valore complessivo netto trasferito, senza applicazione di alcuna franchigia.

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