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Detrazioni per l’acquisto di un impianto di videosorveglianza: come funziona?




L’acquisto di un impianto di videosorveglianza può essere reso più conveniente grazie alle detrazioni fiscali previste dallo Stato. Per poterne usufruire, però, è necessario ricordarsi di specificare i dati catastali identificativi dell’immobile di riferimento nella dichiarazione dei redditi. Nel caso in cui i lavori vengano eseguiti dal detentore, occorre fornire anche gli estremi di registrazione dell’atto relativo e tutte le altre informazioni utili per il controllo della detrazione. Inoltre, è opportuno trasmettere alla ASL competente, tramite raccomandata con ricevuta di ritorno, una comunicazione specifica. Vale la pena di sapere che le modalità di trasmissione possono variare da Regione a Regione, quindi è sempre meglio verificare in anticipo le condizioni previste nella regione in cui si risiede.

Dove acquistare un impianto di videosorveglianza

Per trovare e acquistare impianti videosorveglianza di ultima generazione ci si può rivolgere a SICE, azienda che si occupa della progettazione e dello sviluppo di sistemi con telecamere a circuito chiuso. Tali impianti sono indicati non solo per le abitazioni private, ma anche per le strutture commerciali, per i locali pubblici e per gli stabilimenti industriali. Le elevate prestazioni tecnologiche e il ricorso a progetti all’avanguardia sono il punto di forza di SICE, il cui modus operandi si basa su testing accurati e studi di fattibilità che permettono di mettere a punto sistemi su misura, capaci di prevenire reati e di migliorare la qualità della vita di chi se ne serve.

Quali documenti servono

Secondo il provvedimento del 2 novembre del 2011 del Direttore dell’Agenzia delle Entrate, i contribuenti che beneficiano della detrazione fiscale per l’acquisto e l’installazione di un impianto di videosorveglianza sono tenuti a conservare una serie di documenti che, su richiesta degli uffici, dovranno essere esibiti in caso di controlli. Tra questi ci sono le ricevute di pagamento dell’IMU, sempre che essa sia dovuta, e la domanda di accatastamento, nel caso in cui l’immobile non sia ancora stato censito. Inoltre è necessario fornire la dichiarazione di consenso al compimento dei lavori da parte del proprietario dell’immobile nel caso di interventi eseguiti dal detentore.

Cosa è necessario conservare

La lista dei documenti da conservare include le ricevute fiscali, le fatture, la ricevuta del bonifico e, per gli interventi che riguardano le parti condominiali, la delibera dell’assemblea a proposito della tabella millesimale di ripartizione delle spese e dell’approvazione del compimento dei lavori. Infine, vanno esibite su richiesta le autorizzazioni e le concessioni obbligatorie, insieme con la dichiarazione sostitutiva dell’atto di notorietà attraverso cui si attesta che i lavori che sono stati compiuti fanno parte del novero di quelli per cui è prevista la concessione delle agevolazioni.

Come si pagano le spese

Per ottenere la detrazione fiscale è necessario pagare le spese relative con un bonifico parlante o con un bonifico postale o bancario in cui siano indicati il numero di partita Iva o il codice fiscale del soggetto beneficiario del pagamento e il codice fiscale del soggetto beneficiario della detrazione. Sul bonifico, inoltre, va precisata la causale del versamento, con tanto di riferimento all’articolo 16 bis del Dpr 917 del 1986. Infine, dal bonifico si deve evidente la ritenuta a titolo di acconto dell’imposta sul reddito dell’8 per cento che deve essere versata dalla ditta che esegue i lavori.

Quali spese non possono essere pagate con un bonifico

Occorre sapere che alcune spese non possono essere pagate con un bonifico: sono quelle che riguardano le imposte di bollo, i diritti per concessioni, le ritenute fiscali sugli onorari dei professionisti, le denunce di inizio dei lavori, le autorizzazioni e gli oneri di urbanizzazione. In tutti questi casi è possibile fare riferimento a modalità di pagamento differenti.

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