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LUIGINA PUGNO E LA PASSIONE PER LA DIVULGAZIONE SCIENTIFICA

Può una passione (per la scienza)  diventare un lavoro? 

Walter Caputo e Luigina Pugno

La biografia di Luigina Pugno, di primo acchito, mostra interessi così diversificati che non si riesce a tenerli a mente tutti.

Di professione è psicoterapeuta cognitivista e sessuologa clinica. Ad approfondire meglio si scopre che offre insegnamenti anche in psicologia, antropologia, sociologia, marketing. Fin qui però esiste una contiguità nei settori d’interesse, un fil rouge che persiste.


Difficile invece rintracciare una contiguità quando ci si imbatte nell’aggiornamento di numerose guide turistiche: da quelle sui Paesi baltici alla Groenlandia e Liguria; aggiornamenti delle guide sui campeggi e agriturismi in Italia per poi approdare alle guide gastronomiche delle Langhe, Monferrato e Roero. Passa poi alla costruzione di un blog “Cibo al microscopio” e, con il marito, Walter Caputo, divulgatore scientifico, ha pubblicato un saggio su “La pizza al microscopio” (Gribaudo, 160 pag., 14,90 euro). Luigina Pugno collabora anche con il blog di Gravità Zero per la divulgazione su materie psicologiche, ambientali ed alimentari.


In fondo, la diversificazione nel trattare tematiche così distanti è un tratto caratteristico del divulgatore scientifico. Ed è la stessa Pugno a raccontare come il filo rosso che lega queste attività sia la curiosità.
"Ho cominciato ad aggiornare le guide turistiche dopo un viaggio in Romania e Bulgaria non andato bene a causa di una guida datata. Ero curiosa di andare a vedere quei luoghi, le soluzioni che le persone hanno trovato per vivere lì, qual era la loro cultura. Questa curiosità è quella che mi spinge ancora adesso a viaggiare. Ed è sempre lei che mi ha spinto a scegliere psicologia: volevo vedere con gli occhi degli altri che significato davano alle vicende della loro vita. Occupandomi di disturbi alimentari devo conoscere le diete sensate e quelle del momento, ma anche i cibi, ovvero che effetto hanno sul corpo e come vanno assunti”. La Pugno racconta di non aver trovato particolari difficoltà neanche nella conciliazione di queste diverse attività in famiglia, dal momento che la scienza, a casa sua, è un interesse condiviso; anzi “Interessi differenti sono una salvezza dal punto di vista della sanità mentale. Alla nostra mente piace non stare fissa su di una cosa”.

Alla domanda su quale sia o quale sia stata l’attività fra quelle svolte che le ha dato maggiore soddisfazione, è abbastanza netta:
“Nella psicoterapia il riscontro positivo ce l’hai dal vivo. Quando si scrive invece le persone sono distanti.”
La divulgazione scientifica però si rivela, in estrema sintesi, “appagante ma, ahimè, non pagante”.

In tale attività esistono fondamentalmente due ordini di difficoltà:
“...tradurre il linguaggio scientifico in modo che sia comprensibile ai più senza banalizzare, e l’abbassamento del livello culturale delle persone (non di istruzione). A volte è proprio difficile far capire che La pizza al microscopio è un libro di divulgazione scientifica e non un libro per imparare a fare la pizza”. 

A questo punto ne abbiamo approfittato per chiedere se esista un modo per i consumatori per identificare immediatamente (quando ci presentano una pizza) se una pizza è sana dal punto di vista scientifico-alimentare.

“Si ci sono degli indicatori. La pizza non deve apparire bianca (poco cotta) o scura (bruciata, soprattutto sotto), non deve esserci farina sopra, o apparire unta (troppo olio), o bagnata (mozzarella scadente). Per quanto riguarda la guarnizione non deve essere quella contenuta nelle scatolette o nelle confezioni, ma fresca.”
Dr.ssa Viviana Iavicoli

 
Per porre domande alla dr.ssa Luigina Pugno, qui la pagina dei contatti.


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