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FESTIVAL DELLE SCIENZE DI ROMA 2011 - SI CHIUDE OGGI LA SESTA EDIZIONE

Con il tema "La Fine del Mondo. Istruzioni per l’uso" che ha segnato il filo conduttore degli interventi alla sesta edizione del festival delle scienze di Roma, si chiude oggi, domenica 23 gennaio, all’Auditorium Parco della Musica, l'evento che ha registrato in quattro giorni 18.000 presenze.

Prodotto dalla Fondazione Musica per Roma in partnership con Telecom Italia e in collaborazione con Codice. Idee per la Cultura, il Festival ha proposto lezioni magistrali, incontri, dibattiti, aperitivi scientifici, eventi per le scuole, mostre, spettacoli con i grandi nomi della ricerca scientifica italiana e internazionale che hanno risposta a una provocazione di quelle che riempiono da sempre il nostro immaginario.

L'exhibit della telecom sulla domotica.

Tra profezie Maya e annunci di sventure, tra previsioni azzardate e reali calcoli del rischio, che cosa può dire la scienza circa la fine del mondo e le sue possibili cause?

Le risposte sono state sorprendenti, e sempre in bilico fra ottimismo e pessimismo.

Per molti dei nemici naturali esterni tanto temuti, possiamo forse stare tranquilli: secondo gli astrofisici Lisa Randall e Robert Smith, non sono previste esplosioni di supernove che spazzeranno via la Terra, non saremo inghiottiti da un buco nero, è improbabile che asteroidi la colpiscano (almeno fino al 2029, quando saremo sfiorati da un oggetto celeste di discrete dimensioni), e il Sole ci assicurerà energia uniforme ancora per qualche miliardo di anni.

Nella Foto, l'Astrofisica Lisa Randall


Anche i nemici naturali interni sono sotto controllo, perché scienziati della Terra come Bill McGuire, Mary Comerio e William White li conoscono bene e li hanno descritti con realismo: eruzioni vulcaniche, terremoti, tsunami, fenomeni atmosferici violenti come uragani e inondazioni, continueranno ad affliggerci in forme e tempi imprevedibili. Ma è normale che sia così, perché il nostro pianeta è attivo, ed è anche parte della nostra fortuna. Dovremmo piuttosto fare in modo che queste sue manifestazioni non siano così catastrofiche in termini di vite umane e di danni: ciò però non dipende dalla natura, benigna o maligna che sia, bensì dai comportamenti umani e dalle decisioni politiche.

Nella Foto: Silvia Bencivelli (Radio3 Scienza) intervista il prof. Giovanni Bignami e il prof. Giuseppe Ippolito

Potete ascoltare l'intervista alla pagina podcast di Radio3 Scienza.


Uno dei temi ricorrenti del Festival: le catastrofi sono davvero “naturali” o non sono piuttosto il segno della nostra mancanza di cura nei confronti del pianeta che ci ospita? Ecco dunque che si affacciano le cause più minacciose di una reale “fine del mondo”, non del mondo e della specie umana in quanto tali, ma del mondo così come lo abbiamo conosciuto finora: si tratta delle cause umane interne, cioè di quell’insieme di attività che possono mettere a repentaglio la sopravvivenza delle società umane culturalmente e tecnologicamente sviluppate così come le conosciamo oggi.

Secondo il demografo Massimo Livi Bacci (nella foto in sala), entro la fine del 2011 saremo in sette miliardi e si impone la necessità di imparare a rendere equilibrata la crescita della popolazione.

Piera Levi-Montalcini, Presidente della Associazione Levi-Montalcini partner di Gravità Zero all'evento "La Cattiva Scienza in TV"

La storia evolutiva del tempo profondo ci restituisce per ora un messaggio di amara ironia: la specie umana, che grazie a due prestigiosi paleontologi come Michael Benton e Peter Ward abbiamo visto essere figlia di ripetute e catastrofiche estinzioni di massa avvenute nel lontano passato, sta diventando oggi a sua volta un’agente di estinzione e di riduzione della ricchezza della vita. Si profila così un problema etico e cognitivo: saremo capaci di prendere decisioni, eticamente motivate, i cui eventuali effetti positivi si manifesteranno fra generazioni? Né il catastrofismo né il negazionismo sembrano buoni consiglieri.



Il Festival ha mostrato infatti come in larga misura la fine del mondo stia più nelle nostre teste e nei nostri comportamenti, che nella realtà imminente del pianeta. Gli scienziati hanno risposto con l’esposizioni di fatti, di calcoli di probabilità e di prudenti proiezioni sul futuro, ma anche con l’immaginazione e l’ironia, come Stefano Benni e la sua “ultima astronave” in partenza dalla Terra in rovina. Inaugurato dallo stile di Ian McEwan, la carrellata emozionante di visioni di questo festival è stata in effetti un “blues della fine del mondo”.



“Per quattro giorni”, commenta soddisfatto Carlo Fuortes, Amministratore delegato della Fondazione Musica per Roma, ”il Parco della Musica si è trasformato in un Parco della Scienza e ha offerto ai curiosi e appassionati della scienza un programma di grande qualità”.
L’appuntamento per la settima edizione del Festival delle Scienze è da giovedì 19 a domenica 22 gennaio 2012.

IL PREMIO "LA CATTIVA SCIENZA IN TV"

Il Festival delle Scienze ha visto la presenza di "La Cattiva Scienza in TV", il gioco a premi che sta riscuotendo grande successo sul web che continuerà per tutto il 2011.

Durante la premiazione sono stati mostrati alcuni video trasmessi da trasmissioni TV tra cui Voyager di Rai 2, Mistero di Italia 1 pieni zeppi di errori e strafalcioni scientifici.

Sono stati premiati i lettori che si sono distinti nella segnalazione degli errori visti in TV. Tra i premiati il primo premio (un ipod Special Edition e i libri donati dagli autori presenti) Marco Cameriero, un ragazzo di 15 anni, studente liceale (foto)



Per partecipare è sufficiente inviare una email a scienzaintv@gmail.com segnalando errori scientifici visti in trasmissioni TV.

Oppure è possibile registrarsi alla apposita pagina Facebook di Cattiva Scienza in TV.

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