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MI SCUSI, DEVO SCRIVERE DI ANTIMATERIA: C’ENTRA PER CASO CON LA MATERIA OSCURA ?

Il 17 ottobre 2009 a Torino, in occasione della conferenza divulgativa “Le risposte della scienza alle domande dell’astronomia”, si è parlato anche di come i giornali e internet spesso (mal)trattino la scienza. Nel suo intervento, il Dott. Claudio Pasqua ha evidenziato, in modo particolarmente efficace e divertente, una cospicua serie di bufale scientifiche. In buona sostanza, ciò che capita di frequente è che i giornalisti scrivano articoli scientifici completamente errati oppure riportino notizie di cui ignorano l’attendibilità delle fonti: si limitano ad un “copia - incolla”, aggiungendo talvolta il loro pensiero, che con la scienza non ha nulla a che fare. I casi presentati alla conferenza sopra citata sono davvero clamorosi: un telegiornale nazionale è giunto perfino a trasmettere un servizio TV nel quale l’antimateria veniva confusa con la materia oscura.

La differenza principale fra materia e antimateria è la carica elettrica: se una particella (ad es. l’elettrone) ha carica elettrica negativa, la sua antiparticella (il positrone) ha carica elettrica positiva. Naturalmente vale anche l’opposto: se una particella (ad es. il protone) ha carica positiva, la sua antiparticella (l’anti-protone) ha carica negativa.

La materia oscura, invece, si chiama così perché non si vede, cioè non emette luce (e nemmeno un altro tipo di radiazione elettromagnetica): ne rileviamo la presenza studiando come la forza di gravità agisce sulle stelle. Dato che tale forza si instaura fra corpi dotati di massa, una volta che abbiamo individuato la massa delle stelle e quella della materia che si trova fra le stelle e ancora non siamo riusciti a spiegare il movimento delle stelle stesse, significa che c’è qualcosa che manca. Non stiamo tenendo conto effettivamente di tutta la materia presente nell’Universo. Chiamiamo materia oscura la materia che manca all’appello e la cui presenza fa “quadrare i conti”.

Durante l’evento “Le risposte della scienza alle domande dell’astronomia”, l’Associazione E.C.O., ideatrice e promotrice della serata, ha messo in vendita, a prezzo scontato, una selezione di libri di divulgazione scientifica editi da Bollati Boringhieri. Fra questi, curiosamente, uno dei più apprezzati ed acquistati dal pubblico è stato proprio “L’antimateria”, scritto da Gabriel Chardin, fisico presso il dipartimento di astrofisica, fisica delle particelle e fisica nucleare del C.E.A. (Commissariat à l’Energie Atomique) di Saclay.

Tale testo, alla portata di tutti, perché breve, semplice ed economico, punta a spiegare dove sia finita tutta l’antimateria che era presente agli albori del nostro Universo, cioè nel momento in cui – circa 13 miliardi di anni fa – si verificò il Big Bang. Quando è nato l’Universo, materia e antimateria erano in equilibrio: una era l’immagine speculare dell’altra. Eppure se l’equilibrio si fosse mantenuto il risultato sarebbe un mondo di sola radiazione: non esisterebbe la realtà così come la conosciamo, non ci sarebbe nulla, dal più piccolo granello di polvere fino alla galassia più gigantesca. E non ci sarebbero gli esseri umani, ed io non ci sarei e non potrei scrivere questo articolo.

Questi argomenti sono stati sviluppati anche da alcuni ricercatori del CERN, il 25 settembre 2009 a Torino, in occasione della “Notte dei ricercatori”. Quel tardo pomeriggio erano presenti davvero molte persone e si pressavano per stare più vicini ed ascoltare e – sebbene l’argomento fosse piuttosto complicato – la Dott.ssa Cristina Biino, ricercatrice del CERN e dell’INFN, faceva del suo meglio per farsi capire e gli ascoltatori si concentravano al massimo per non perdere neanche una parola. D’altronde si trattava di cose fondamentali, nel senso fisico del termine, cioè di ciò che caratterizza i fondamenti del nostro Universo. In particolare la Dott.ssa Biino ha spiegato come sia stata prima soltanto ipotizzata e poi osservata la “violazione di simmetria CP”. Grazie all’esperimento NA48, condotto al CERN, sappiamo che il nostro mondo non è perfettamente simmetrico. Cioè sappiamo perché siamo nati.

Per approfondimenti:
http://ecoassociazione.blogspot.com/
http://blog.libero.it/paghecontributi/
http://www.bollatiboringhieri.it/
http://www.nottedeiricercatori.it/piemonte-vda/programmi_to.htm

3 commenti

Anonimo ha detto...

OT: Walter potresti trattare il tema delle differenze di significato nei termini vaghezza, incertezza, ambiguità. Ovviamente in campo scientifico. Non vedrei l'ora di leggere il post.

Grazie mille.

Walter Caputo ha detto...

Carissimo Michele,
puoi specificare meglio la tua richiesta ? A me "incertezza" fa venire in mente calcolo delle probabilità oppure teoria degli errori o addirittura teoria del caos....
Saluti

Michele Filannino ha detto...

In tema di logica fuzzy, diversi autori che ho avuto modo di leggere (vedi Ross), utilizzano simultaneamente i termini "vago", "incerto" ed "ambiguo" come fossero sinonimi.

Epistemologicamente parlando, i termini nascondo delle profonde differenze. Mi sarebbe piaciuto leggere qualcosa in merito al significato di questi tre termini, nel mondo della scienza.

In effetti, come Lei ha già detto, il termine "incerto" dovrebbe riferirsi a qualcosa che è comunque misurabile. Questo è quello che vagamente ho trovato su Wikipedia.

Mi sarebbe piaciuta una trattazione più esaustiva, alla Walter-maniera. :)

Saluti e complimenti.