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LA PREVISIONE DEI TERREMOTI

Ogni materiale possiede un carico di rottura: vale a dire che esiste un limite di compressione, o di trazione, oltre al quale la struttura cede rilassandosi, un po' come una noce compressa da uno schiaccianoci.

Se la pressione esercitata cresce lentamente e gradualmente la noce può resistere a carichi enormi, per poi cedere improvvisamente maciullandosi.

Si può prevedere quando questo avverrà? No, non si può prevedere quando ma sappiamo che sicuramente avverrà.

Un terremoto è prodotto dalla lenta e inesorabile compressione di due placche che spingendo l'una contro l'altra comprimono degli strati di materiale a diverse profondità. Se l'azione è sufficientemente lenta, gli strati si deformano caricandosi di energia potenziale e spingendo la parte più superficiale verso l'esterno.

Nel tempo questa lenta opera crea una catena montuosa, ma gli strati più profondi, quelli che non emergono, rimangono in uno stato di compressione sino al loro cedimento. La faglia che si forma si rilassa riemettendo tutta l'energia accumulata sotto forma di forte vibrazione, il terremoto.

Il punto di rottura è l'ipocentro che rappresenta la sorgente di onde elastiche che si propagano attraverso il mezzo materiale sotto forma di onde sismiche.

Ora, la previsione delle coordinate dell'ipocentro e del quando avverrà il cedimento è impossibile anche se è certo che in qualche luogo prima o poi avverrà.

La catastroficità di un terremoto dipende poi dal tipo di materiale sovrastante. Se il materiale in cui si propaga l'onda sismica è particolarmente elastico, il terremoto sarà aggressivo e dirompente.

Se il materiale non è elastico, ma è per esempio un agglomerato, l'energia dell'onda verrà in gran parte assorbita da milioni di microfratture e l'onda raggiungerà la superfice con bassa intensità.

Ora se la domanda è si possono prevedere i terremoti? La risposta è si se per previsione si intende il verificarsi in assoluto di un evento, la risposta è no se si vuol conoscere l'intensità del terremoto, la posizione esatta in superficie, cioè l'epicentro e il quando questo si verificherà.

Al momento non si conoscono segnali premonitori che possano avvisarci di un evento catastrofico perché il terremoto è la normalità. Centinaia di scosse si ferificano giornalmente ovunque, quasi sempre inavvertite dalle persone, ma queste sono indice solo di una normale attività dinamica delle placche continentali.

Per concludere, purtroppo l'unico strumento attuale per evitare disastri come questo è la prevenzione.

In aree montane, sismiche per definizione e in aree a rischio occorre che sia lo stato stesso a farsi carico della messa in sicurezza degli edifici sia quelli pubblici che quelli privati, venendo incontro ai cittadini con strumenti di finanziamento agevolato o a fondo perduto, permettendo così a tutti di vivere in sicurezza.

Non è forse meglio spendere prima per la sicurezza che spendere dopo per la ricostruzione?


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