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COSMONAUTE E ASTRONAUTE

Di nazionalità russa, americana e non solo l’esplorazione spaziale ha accolto sin dall’inizio la componente femminile: da Valentina Tereskova alle due capitane americane coinvolte nella recente missione STS-120.

“Voglio servire con tutte le mie forze il partito comunista”: frase decisiva, pronunciata da una delle due candidate finali scelte per la missione che porterà alla storia la prima donna a volare nello spazio il 14 giugno del 1963 sulla navetta russa Volstok VI: Valentina Vladimirovna Tereshkova.

Altri tempi, dove le superpotenze davano sfoggio dei proprio “muscoli”, dovevano essere prime in tutto e la propaganda dettava la necessità delle missioni, ma da allora gli obiettivi paiono cambiati ed in questi cinquanta anni di conquista dello spazio ad oggi, quasi cinquanta astronaute hanno partecipato attivamente ed in prima persona all’esplorazione del cosmo, accumulando record, primati e curiosità non comuni a tutti i mortali.

Pare singolare, ma ci vollero quasi vent’anni dal volo della prima cosmonauta russa prima di vedere un’astronauta americana; il suo nome è Sally Ride e fece pure parte della commissione d’inchiesta creata nel 1986 per indagare sulle cause dell’incidente del Challenger.

Infatti, la storia dell’astronautica è costellata anche di incidenti mortali: due astronaute americane persero la vita, nel 1986, assieme all’intero equipaggio dopo 78 secondi dal decollo ed altre due nel 2003 erano a bordo del Columbia che si disintegrò poco prima di planare sulla pista di atterraggio.

Ma che profilo hanno le donne che volano nello spazio? Sono laureate, la maggior parte in ingegneria, e, più staccate seguono i medici. Hanno un età media di 40 anni, la maggior parte sono di nazionalità americana e sei di loro (tra cui un’astronoma) detengono il record di ben cinque missioni. Alcune sono anche sposate ad un astronauta, la maggior parte sono delle civili e gli incarichi assegnati durante le missioni sono prevalentemente di natura specialistica, ma ci sono anche delle pilote e recentemente, nella missione STS-120 terminata il sette novembre 2007, si è assisto ad una storica stretta di mano, avvenuta sopra le nostre teste, tra la comandante del Discovery Pamela Melroy e la comandante della Stazione Spaziale Internazionale Peggy Whitson.

Escludendo la nazionalità americana, nonostante l’avvio dirompente, solo tre astronaute russe ad oggi hanno volato, seguono due canadesi ed una giapponese, mentre l’Europa ne può contare complessivamente solo due: la prima di nazionalità Inglese Helen Patricia Sharman e l’astronauta Francese Claudie Andre Deshays, che divenne ministro della Ricerca Scientifica e delle Nuove Tecnologie dal 2002 al 2005, subito dopo il suo ultimo volo.

E’ vero che in Europa vi sono varie candidate già selezionate ed addestrate, come un medico tedesco, ma quando vedremo un’astronauta italiana passeggiare nello spazio?

Intanto bisognerà aspettare il prossimo bando emesso dall’Agenzia Spaziale Italiana, l’ultimo è stato bandito nel 1998. Una volta accettata la domanda le future astronaute nonché astronauti saranno sottoposti a test di vario tipo, dall’ottima conoscenza dell’inglese alle visite mediche, dai test fisici a quelli psico-attitudinali e poi?

Se vengono superati tutti i test di selezione questo sarà solamente l’inizio dell’incredibile avventura che porterà letteralmente verso le stelle… e che vinca il migliore o la migliore, chissà, magari potresti essere proprio tu!

Pubblicato da Gabriella Bernardi

Tratto dalla conferenza: "Donne nello Spazio" tenutasi a Tradate il 19/11/2007 presso il GAT, http://www.gruppoastronomicotradatese.it/inc2007.htm



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