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Covid-19 e Business Intelligence: cosa è cambiato

Il Covid-19 ha costretto molteplici aziende al lockdown, con chiusura totale delle attività produttive.
Lo stop diffuso ha quindi inciso molto sulla business intelligence, un comparto che si avvale principalmente di consulenza e ha portato ad un riassetto organizzativo e a diversi cambiamenti nella gestione del lavoro.
Con la business intelligence si possono attuare numerosi progetti, come potete notare visitando il sito www.dialog.it, e quindi sebbene alcune siano stato bloccate per oggettiva mancanza di dati, altre hanno continuato ad andare avanti, adattandosi agli eventi contingenti.

L’avvento dello Smart Working

Uno dei più importanti esperimenti sociali realizzati durante l’emergenza Coronavirus è stato la diffusione dello smart working. Lavorare da casa è diventato un nuovo modello da indagare per verificare la produttività, il livello di alienazione e i riscontri sui costi dell’azienda.

In molti casi, le persone che hanno sperimentato lo smart working, hanno dichiarato di aver ricevuto grandi vantaggi, sebbene abbiano riscontrato un aumento delle ore di lavoro. Il fenomeno è tuttavia ancora tutto da indagare e da perfezionare, ma da questo periodo, scaturiranno sicuramente nuove opportunità di vivere più liberamente la propria professionalità, con benefici fisici e sociali, come il contrasto allo stress. La business intelligence in questo può essere molto utile perché, attraverso i software di gestione, si possono analizzare i dati delle performance dei dipendenti e realizzare report periodici per capire come ci si sta muovendo all’interno di un progetto e come si può migliorare se ci sono delle difficoltà. Deve però cambiare l’approccio alla commissione del lavoro, con una pianificazione che metta al centro gli obiettivi e non il monte ore. Il vantaggio più importante dello smart working è la libertà di gestire il proprio tempo e se questa è minata da una vecchia impostazione del lavoro, non si apprezza appieno l’utilità del lavoro agile. Questo vale ovviamente per le attività che non richiedono un servizio al pubblico o un’assistenza, che ha ovviamente degli orari fissi da rispettare.
La rivoluzione è comunque in atto ed è bello pensare di attuare dei cambiamenti importanti nella società, che mettano al centro i bisogni delle persone e del nostro pianeta. 

Il ruolo del consulente

La business intelligence è in molti casi seguita da consulenti esterni, che pianificano per le aziende progetti a medio e lungo termine e li controllano mediante 3 step operativi: raccolta, organizzazione e analisi dei dati.
Durante il Coronavirus, i consulenti aziendali hanno mantenuto uno status quo in merito ai progetti avviati, anche in virtù del fatto che ciascuna collaborazione è vincolata da obblighi contrattuali.
Il momento più difficile arriva adesso, perché bisogna convincere gli imprenditori a investire in progetti che migliorino la gestione delle loro azioni. La necessità di liquidità potrebbe fermare questo desiderio, ma bisogna puntare sull’importanza della gestione oculata dei dati per affrontare la crisi. Per molte aziende, essere consapevoli di tutti i dati interni, è stato fondamentale per superare la crisi.
Come per lo smart working, si deve lavorare ad una nuova visione del lavoro e della gestione del mercato, che ci renda pronti ad affrontare ogni ostacolo.

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