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SE IL CLIMA CAMBIA PER NOI È UN PROBLEMA?

Foto di Walter Caputo
Il clima sta cambiando molto più rapidamente di quanto non si sia mai verificato. Le conseguenze a lunghissimo termine non sono facilmente prevedibili, ma quelle a breve termine sono ormai sotto gli occhi di tutti. Invertire la rotta dipende non solo dai governi di tutti gli stati, ma anche dai singoli individui che - con il loro comportamento quotidiano - possono fare la differenza. Per cambiare però, bisogna anche capire bene cosa sta succedendo e - dato che il problema è molto complesso - occorre un linguaggio estremamente semplificato, come quello che si utilizza per i bambini e i ragazzi. Solo in questo modo anche gli adulti possono trovare risposte comprensibili alle domande sul clima che si pongono ogni volta che in tv vedono l'ennesimo disastro. E sono anche i figli che pongono quesiti sul clima ai genitori: in questo caso, a maggior ragione, dobbiamo saper fornire risposte corrette, perché saranno loro la generazione di domani, che - insieme a quelle future - subirà ancor di più gli effetti del cambiamento climatico.

Quelli sopra esposti sono - in sintesi - i motivi per i quali vi consiglio la lettura di: "Perché la Terra ha la febbre? E tante altre domande sul clima" (Editoriale Scienza 2019), libro in cui il giornalista Federico Taddia intervista la climatologa Elisa Palazzi che - grazie alla sua laurea in Fisica, al suo dottorato e alla sua esperienza di lavoro al CNR - riesce a a rispondere alle domande che voi vi siete posti più volte. E le risposte sono anche rese più accattivanti grazie alle illustrazioni di AntonGionata Ferrari.

Per darvi qualche assaggio del libro in questione, vorrei far luce su qualche luogo comune (sul clima) duro a morire. Prendiamo per esempio l'ozono che viene sempre visto - in modo positivo - come quel gas che ci protegge dai raggi dannosi del Sole. Ed è vero, ma è l'ozono che si trova sopra i 12.000 metri di quota, tuttavia, esiste anche un ozono classificato come inquinante atmosferico, che si trova nella parte più bassa dell'atmosfera. Quest'ultimo si forma sia per cause naturali, che per le attività dell'uomo ed è dannoso  quando è presente in alte concentrazioni.

Passiamo ad un altro esempio: il permafrost, che significa porzione di suolo perennemente congelato. E invece, purtroppo, no. Comincia a fondere, come il resto del ghiaccio presente sul nostro Pianeta. L'ulteriore problema è che il permafrost contiene diversi miliardi di tonnellate di carbonio organico, che si libera sotto forma di gas serra ed accelera quindi il riscaldamento globale.

Concludo con un'ultima nota: il termine "bomba d'acqua" molto utilizzato negli articoli sia sul web che sulla carta stampata non è corretto. Il termine scientificamente corretto è: "nubifragio". Buona lettura e buon cambiamento di comportamento a tutti!

Walter Caputo
Uno che legge molto


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