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LA MATEMATICA È FACILE SE FATTA CON BISCOTTI E RADICI QUADRATE


Come è possibile che la matematica sia facile?

A tutti noi sarà capitato di inciampare nella matematica. Qualcuno è rimasto in piedi, qualcuno è caduto e si è rialzato, qualcuno è caduto, non si è rialzato, s'è pure fatto male e della matematica non ne ha più voluto sapere nulla.

Io ricordo chiaramente di essere inciampata in seconda superiore, di aver battuto la testa e di aver proseguito fino alla quinta, non capendo più che cosa stessimo facendo di matematica! Questo perché, come ho capito leggendo Biscotti e radici quadrate, scritto da Eugenia Cheng e pubblicato di recente da Ponte alle Graziela matematica si basa su livelli di astrazione sempre maggiori. La comprensione (o la mancata comprensione) di una materia non così popolare dipende dal limite della vostra capacità di astrazione.

A quanto pare avevo raggiunto il mio limite, ma se, come spiega Eugenia Cheng, il professore mi avesse aiutata a superare quel limite, magari la mia botta in testa sarebbe stata solo un bernoccolo e non un trauma cranico.

Ebbene sì, come dice Walter Caputo, la matematica non ha mai fatto male a nessuno, ma gli insegnanti di matematica sì.

Però ora non ci sono più scuse. Grazie al metodo della Cheng, ovvero utilizzare metafore dolciarie (e non solo) per spiegare la matematica, ho capito che davvero la matematica ti semplifica la vita, che puoi capire la topologia se hai giocato col pongo almeno una volta, che la matematica è fondata sulla logica e soprattutto, che non tiene conto delle sfumature e delle eccezioni se queste sono un ostacolo.

Mi sono persino addentrata con lei nella teoria delle categorie, capendo che essa è la matematica che riflette sulla matematica...un po' come quando noi usiamo la nostra mente per riflettere su come essa funzioni.

Certo, non si diventa matematici leggendo questo libro, ma si fa sicuramente pace con la matematica!


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