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PUNTO NEL VIVO PIEMONTE E VALLE D’AOSTA

8 CENTRI DI ALLERGOLOGIA E PRONTO SOCCORSO PARTECIPANO ALLA CAMPAGNA DI INFORMAZIONE SULL’ALLERGIA AL VELENO DI API, VESPE E CALABRONI

Pericolo punture api, calabroni e vespe - Shutterstock

Punto nel vivo 2016 è un’iniziativa al servizio dei cittadini, promossa da FederAsma e Allergie Onlus, con una capillare rete di oltre 80 centri di allergologia aderenti in tutta Italia. In Piemonte e Valle d’Aosta quest’estate disponibile materiale informativo, in 8 centri di allergologia e nei Pronto Soccorso. Gli esperti avvisano: attenzione al calabrone killer, pericoloso per gli uomini e per le api, arrivato in Piemonte dalla Francia.



Ritorna rinnovata nelle iniziative al servizio dei cittadini, la campagna d’informazione “Punto nel Vivo”, patrocinata da FederAsma e Allergie Onlus – Federazione Italiana Pazienti (www.federasmaeallergie.org) e realizzata con il contributo incondizionato di ALK-Abellò (www.alk-abello.it). L’iniziativa, partita nella seconda metà di maggio e attiva fino a ottobre inoltrato, ha l’obiettivo di far conoscere agli italiani, regione per regione, l’esistenza e le caratteristiche delle reazioni allergiche da punture di imenotteri, oltre alle terapie con cui trattarle. Una famiglia che comprende oltre 100.000 specie d’insetti, tra i quali, i più noti e comuni sono, le api, le vespe e i calabroni.
In Piemonte hanno aderito ben 7 centri di allergologia e i Pronto Soccorso afferenti, nelle provincie di Torino, Alessandria, Novara, del Verbano-Cusio-Ossola e Aosta. In queste strutture il pubblico, nel corso dell’estate, potrà trovare il materiale informativo della campagna. 

La nostra associazione è nata per le famiglie di bambini affetti da dermatite atopica e/o allergia alimentare ma riteniamo di grande importanza informare la popolazione sulle tutte le allergiche. In particolare nel periodo estivo, è importante conosce l’allergia al veleno da punture di imenotteri, a cui sono soggetti anche i bambini – dichiara Luigi Visintin, Presidente dell’Associazione A.N.G.E.A. Onlus e Segretario di FederAsma e Allergie Onlus – La campagna di informazione Punto nel Vivo, sostenuta dai principali esperti allergologi della nostra regione, rappresenta per noi una grande occasione per accendere un riflettore su un tema di grande attualità. La nostra speranza è che la distribuzione del materiale informativo della campagna, sia nei centri di allergologia sia nei Pronto Soccorso, possa aiutare le persone a riconoscere le reazioni normali da quelle allergiche, e spingerle per prima cosa a rivolgersi allo specialista allergologo per una corretta e tempestiva diagnosi.”

9 italiani su 10 punti almeno 1 volta nella vita. 8% la possibilità di essere allergici. Nel corso della loro vita, 9 italiani su dieci vengono punti da un’ape, vespa o calabrone e fino all’8% di questi può sviluppare una reazione allergica, spesso senza sapere quali possano essere le conseguenze: reazioni locali importanti, con pomfi in sede di puntura superiori al diametro del palmo della mano, casi più rari di shock anafilattico fino all’evento eccezionale del decesso (non meno di 10 casi all'anno accertati in Italia).

Attenzione al calabrone killer, pericoloso per uomo, api e biodiversità. Dagli esperti arriva la conferma, che la diffusione della Vespa Velutina, conosciuta al secolo con il minaccioso nome di “Calabrone Killer”, è arrivata in Italia dalla Francia proprio dalle regioni del Nord Ovest, come il Piemonte, dove la diffusione è stata registrata soprattutto nelle provincie di Cuneo e Alessandria. La vespa Velutina è classificata come specie “aliena” e in pratica non ha nemici naturali, con l’esito che l’unico in grado di fermarne l’avanzata sembrerebbe proprio essere l’uomo. Il calabrone killer può essere confuso con il nostro calabrone comune ma ha delle sostanziali differenze. È più piccolo, è lungo circa 3 cm contro i 4 cm del calabrone e ha colori diversi visto che presenta le zampe di due colori nero e giallo e le antenne nere. L’allarme per l’arrivo di questo calabrone alieno è arrivato per primo dal mondo degli apicoltori poiché gran parte della dieta delle sue larve è a base di api. Inoltre, essendo l’ape uno dei principali insetti impollinatori, il danno non è circoscritto solo al settore dell’apicoltura ma, più in generale, predando le api, rappresenta una minaccia sia alla biodiversità vegetale sia alla produzione delle colture agricole la cui impollinazione si basa sull’azione delle api. Infine, non è da sottovalutare il pericolo per la salute pubblica. Si tratta infatti, secondo gli esperti, di una specie aggressiva che può infliggere punture pericolose e potenzialmente letali per l’uomo. L’Università di Torino già nel 2014, ha attivato un sito dedicato alla raccolta ed alla verifica delle segnalazioni della Vespa Velutina, consultabile all’indirizzo: www.vespavelutina.unito.it.

Anziani e apicoltori i più colpiti da reazioni allergiche al veleno di imenotteri. Secondo gli esperti è importante ribadire come, secondo i dati, le persone che registrano il maggior numero di reazioni allergiche da veleno di imenotteri sono in primis gli apicultori, attività molto diffusa in Lombardia, che con tutta evidenza hanno un rischio, classificabile come professionale, che li porta a registrare fino al 32%[1] delle reazioni sistemiche. Mentre un discorso diverso va fatto per gli anziani che diventano allergici agli imenotteri, il cui problema consiste nel rischio di sviluppare reazioni più gravi nella fragilità, dovuto nella maggioranza dei casi alla presenza di patologie concomitanti, con particolare riferimento alle malattie cardiovascolari. 

La prima pagina Facebook dedicata all’informazione sulle reazioni da punture di imenotteri è oggi seguita da oltre 14.000 fan, che attraverso informazioni semplici e pratiche possono conoscere gli imenotteri, distinguere una reazione normale da una reazione allergica, valutare la sua gravità, comprendere quando è necessario avere a disposizione e come utilizzare l’adrenalina autoiniettabile, presidio salvavita, e conoscere in quali casi rivolgersi allo specialista allergologo che, se necessario, praticherà una desensibilizzazione con l’immunoterapia allergene specifica (AIT), unica terapia in grado di “curare” questa allergia.

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