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L'ALLEVATORE DI INSETTI: IMPRENDITORIALITÀ E INNOVAZIONE

Fagiano argentato imbalsamato -
uno dei lavori di Luigi Ruggeri
Come si diventa allevatori di insetti? A cosa servono esattamente? Che cosa mangiano? Queste sono solo alcune delle domande che io e Luigina Pugno ci siamo posti tempo fa, quando - alla radio - abbiamo sentito parlare di un'azienda di nome Microvita, che altro non è se non un allevamento di insetti (e non solo).

La curiosità, l'interesse per la scienza e il desiderio di condividere qualcosa di nuovo con i lettori di Gravità Zero ci ha spinti fino a Crespellano-Valsamoggia (Bologna) per intervistare Luigi Ruggeri, che - appunto - alleva insetti da 40 anni.

Mentre ancora stiamo pensando alle domande specifiche da porre, Luigi comincia a raccontare la sua storia, cominciata in una vecchia stalla, trasformata poi in biofabbrica. I ricordi di quando era ragazzo sembrano molto vividi: suo padre gli diceva che doveva imparare un mestiere come il meccanico, ma a lui piacevano gli animali.
A 15/16 anni ha cominciato ad appassionarsi alla tassidermia, insomma imbalsamava gli animali. Andava a Bologna, a Casalecchio, soprattutto nei musei, dove osservava ed imparava. Una volta diplomato, tra il mestiere nella meccanica e la tassidermia, guadagnava più del padre che faceva l'operaio. Non era facile fare il tassidermista: bisognava conoscere tutta l'etologia degli animali ed anche le loro pose, per poterli imbalsamare nel modo corretto.
Poi giunse il momento di fare il militare a Moncalieri (Torino) e mentre si trovava lì è arrivata la telefonata dall'Istituto di entomologia. All'istituto serviva un tecnico di entomologia per imbalsamare gli animali. E così, dopo tre mesi cominciò a lavorare. Proponeva al direttore le sue idee e la risposta era sempre la stessa: veniva incoraggiato a provarci, per vedere ciò che succedeva. E così lui procedeva, come procede la scienza, facendo esperimenti.
Tarme della farina: adulti e larve - uno degli insetti
allevati da Microvita

Con l'esperienza all'istituto (che durerà 11 anni) arriva anche l'idea di aprire una fabbrica di insetti. Con il fratello e la cognata, Luigi  cominciò ad allevare la Camola del miele  per venderla ai pescatori. L'idea funzionò: furono i primi produttori a realizzare 10.000 confezioni a settimana. Luigi, a quell'epoca, faceva 60.000 Km all'anno. Ma come veniva effettuato il trasporto delle camole del miele? Se si  abbassa la temperatura gli insetti si "fermano" e così vengono infilati in cartoni ondulati e confezionati, ma comunque vengono venduti vivi.
Un giorno mentre Luigi si trovava al bar dell'università, viene avvicinato da una donna ungherese, la dottoressa Kovach, che gli chiede se vuole fare business, se vuole produrre i nematodi entomopatogeni, da utilizzare come agenti biologici contro le larve di insetti, che si trovano nel terreno e danneggiano le colture. Così fu, ma Luigi dovette dimettersi dall'Università, al fine di poter seguire la produzione. Il fatto venne naturalmente seguito da grandi pianti di sua madre, che era assolutamente contraria all'avventura imprenditoriale. Purtroppo poi l'azienda di Luigi venne sostanzialmente messa fuori mercato dai concorrenti americani.

Ma ormai la strada era tracciata e Luigi trovò un nuovo segmento di mercato inventando la lotta biologica alle mosche tramite insetti utili: gli imenotteri pteromalidi. Dato che, in generale, gli pteromalidi sono specie parassitoidi di altri insetti, non è necessario usare insetticidi. I primi clienti furono gli allevatori, che dal primo giorno di caldo fino all'ultimo vedevano le loro stalle invase dalle mosche. D'altronde, le mosche resistevano agli insetticidi e ai larvicidi, mentre se nei periodi caldi si facevano lanci sistematici di parassiti delle mosche, queste ultime diminuivano, ma senza scomparire.

Dopo le aziende zootecniche arrivarono altri clienti: le aziende municipalizzate dei rifiuti. Infatti, dove c'è organico ci sono mosche. E così Luigi continuò ad occuparsi di disinfestazione da mosche e zanzare. Per 20 anni. Purtroppo la crisi economica ha portato alla chiusura di molte stalle e i margini si sono ridotti. Così si è reso necessario cambiare nuovamente: abbandonare il mondo della disinfestazione per dedicarsi alla vendita di insetti come cibo per animali. Ma l'utilizzo degli insetti si sta gradualmente diffondendo e ci sono grandi novità in arrivo... Ve ne parleremo in un prossimo articolo.

Luigina Pugno e Walter Caputo

N.B.: Le foto sono state scattate da Walter Caputo e Luigina Pugno

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